Archivio per la categoria ‘Lingua Francese DSA’


Oltre alla normativa vigente  si possono utilizzare molte tecniche e accorgimenti didattici per l’insegnamento/apprendimento della lingua Inglese nei confronti degli alunni con DSA.

ECCO COSA POSSIAMO FARE OLTRE QUANTO DISPOSTO DALLE  CIRCOLARI:

• usare la lingua straniera in classe (i DSA imparano dall’esperienza).• evitare test essenzialmente grammaticali (se è difficile decodificare e mettere nella corretta sequenza la lingua madre, farlo in lingua straniera può essere insormontabile e l’insuccesso quasi garantito) o, peggio, traduttivi.

•  nei compiti in classe leggere la consegna ad alta voce e verificarne la comprensione.

•  negli esercizi proposti fornire l’esempio oltre alla consegna.

• privilegiare gli approcci in cui la lingua è considerata un metodo di comunicazione (metodo induttivo) e in cui l’orale è importante quanto lo scritto e che la rendono accessibile anche a chi (DSA) ha uno stile di apprendimento molto particolare (prevalentemente visivo).

• usare modalità di insegnamento diversificate.

• seguire un programma in maniera lineare e progressiva evitando accuratamente salti nel livello di difficoltà proposto.

• introdurre un elemento nuovo alla volta.

• valutare sempre il rapporto tra risultato e sforzo richiesto: per es. quando l’ investimento è sproporzionato rispetto a risultati comunque mediocri o non discriminanti ai fini della comunicazione(esempi classici: differenza tra I am going to  e I am –ing   oppure tra  simple past e present perfect).

• attenersi al testo e predisporre esercizi di verifica con il lessico proposto dal testo e non su aree lessicali diverse o mai introdotte prima. • è sempre opportuno fare una simulazione della verifica se possibile.

• depenalizzare l’errore spiegando che fa parte del processo normale di apprendimento (vedere programmazione didattica di inizio anno).

• programmare lezioni di gruppo per la correzione del compito in classe con ricerca della versione corretta avvalendosi del testo di studio, consultando i compagni o, infine, rivolgendosi all’insegnante che si rende disponibile muovendosi tra i banchi (sono i principi del cooperative learning).

• aiutare gli studenti a valutare i propri errori mostrando come spesso hanno ripetuto lo stesso errore (è utile che contino le volte: p. es. l’articolo o il do/does) e come sarà  facile aumentare il voto correggendo già solo quello.

• far ripetere oralmente (a coppie) la correzione dell’errore ripetuto più volte in una verifica, con la relativa spiegazione (cooperative learning).

• accontentarsi di risultati parziali confidando in un apprendimento per accumulazione nel tempo (grazie all’ampliamento del contesto che rende chiara la funzione delle singole parti) anche verso la fine di un ciclo.

•  permettere agli studenti di ripetere la stessa verifica quando sente di avere superato gli ostacoli iniziali o comunque dargli atto che li ha superati.

Inoltre è consigliabile nelle lezioni seguire una routine:

•  dare riscontro immediato e regolare al lavoro fatto a casa con correzione in classe.

•  assegnare regolarmente compiti per casa ogni lezione in una quantità gestibile e correggibile (il discente dislessico impiega molto più tempo degli altri a fare gli stessi compiti (per Lorenzo Caligaris, pedagogista all’Ospedale Riguarda di Milano, 5 volte tanto) perciò  beneficia di una riduzione sul carico di lavoro domestico secondo le circolari ministeriali.

•  non dare mai delle acquisizioni passate per scontate (spesso un’acquisizione avviene a scapito di una precedente) ma procedere serenamente alla ripetizione resasi necessaria.

•  programmare frequenti ripetizioni in itinere e in seguito cicliche per moduli (è utile assegnare del tempo – da 1 a 3 minuti – per il rapido ripasso individuale di un elemento grammaticale e/o fraseologico lessicale, chiedendo poi ai discenti di ripeterlo in cooperative learning e poi all’insegnante.

•  usare la stessa terminologia in maniera sistematica (per es. scegliere tra forma base del verbo o infinito)

•  non rilevare gli errori interrompendo durante una prestazione orale.

•  nel commento ad un’interrogazione, identificare gli aspetti positivi prima di quelli negativi dimostrandosi ottimisti quanto alle possibilità di recupero alla fine del modulo di apprendimento.

Fonti: Giacomo Stella, La Dislessia, Il mulino 2004. Giacomo Stella, In classe con un allievo con disordini dell’apprendimento, Fabbri editori, 2001. Chiara Naldini, La dislessia e l’apprendimento dell’italiano come lingua straniera, Masteritals in didattica della lingua italiana a stranieri, Università Ca’ Foscari di Venezia, 2002 Michael Swan.

Fonte post: biancosulnero.blogspot.it


Lingua straniera e dislessia


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Lingua straniera: eventuale dispensa ed esonero

Letta la diagnosi, il consiglio di classe stende entro la fine del mese di novembre il Piano Didattico Personalizzato, estrapolando da essa i seguenti 4 punti fondamentali: lettura – scrittura – calcolo – conclusioni. Quindi suggerisce le misure compensative e gli strumenti compensativi ritenuti più adeguati.

Per la L2, Lingua straniera, in particolare, sono previsti dalla normativa la dispensa (temporanea o permanente) dalla valutazione dalle prove scritte o – nei casi più gravi – l’esonero dallo studio della disciplina.

Mentre la dispensa non preclude il conseguimento del titolo di studio e la continuazione del percorso scolastico fino all’università, l’esonero impedisce che venga rilasciato un diploma equipollente.

Per ottenere la dispensa o l’esonero sono necessarie però tre condizioni:

  • la presenza dell’indicazione scritta nella diagnosi,
  • la richiesta scritta della famiglia e/o dello studente, se maggiorenne,
  • la ratifica del Consiglio di Classe.

Il dislessico e la lingua straniera

Il DSA ha particolari problemi di fronte allo studio di una lingua straniera. All’iniziale curiosità, segue la scoperta delle difficoltà. Ne consegue una caduta dell’autostima e l’insorgere di stati ansiosi, seguiti da atteggiamenti volti ad evitare o ad aggirare gli ostacoli o di resistenza passiva. Per evitare che ciò accada, il docente dovrà formulare un patto formativo chiaro e condiviso sugli obiettivi, sfruttare la dimensione ludica dell’apprendimento linguistico, privilegiare l’oralità fin dai percorsi della scuola primaria, proporsi obiettivi realizzabili. In ogni caso, dovrà tenere conto dei problemi del dislessico:

  • lentezza nel recupero lessicale
  • difficoltà ad acquisire la terminologia specifica
  • difficoltà nella stesura del testo scritto
  • difficoltà nel prendere appunti
  • lentezza nell’esecuzione delle verifiche
  • alto livello di frustrazione
  • dubbi sul proprio livello intellettivo
  • facile stanchezza.

Le lingue non presentano tutte le stesse difficoltà. Infatti si differenziano significativamente nell’ortografia e nella struttura sillabica. L’inglese è una lingua “opaca”, caratterizzata dalla discrepanza tra la dimensione fonetica e grafica. Questo è un problema per il dislessico, che scrive le parole esattamente come le sente. Però è in grado di compensare la difficoltà nella competenza fonetica con la competenza pragmatica, per cui le abilità linguistiche si attivano e si sviluppano all’interno di situazioni comunicative.

Per questo anche i DSA possono studiare le lingue straniere. Naturalmente con alcuni accorgimenti: evitare lo studio mnemonico e l’esposizione teorica di regole grammaticali.

Il Quadro comune europeo di riferimento per le lingue considera quattro abilità, di fronte alle quali il DSA reagisce con modalità variegate e in modo più o meno positivo. L’abilità che crea generalmente meno problemi è l’ascolto, mentre per le altre (produzione orale e scritta, lettura) la reazione può essere molto variabile a seconda delle peculiarità del singolo e della gravità del disturbo, e richiedere l’uso di un maggiore o minore numero di strumenti compensativi.

La metodologia

La metodologia suggerita per i DSA si accorda con quanto previsto a livello europeo: in futuro le prestazioni verranno valutate per competenze, in ambito pluridisciplinare. In quest’ottica andrà ripensato il sistema di valutazione, e sarà necessario costruire segmenti di insegnamento auto-consistenti, indicando altresì gli strumenti e le modalità per la valutazione dei risultati.

Il dislessico trarrà vantaggio da accorgimenti particolari, che è bene sintetizzare:

  • Fornire e favorire l’uso di schemi, mappe mentali e mappe concettuali, anche su supporto digitalizzato e incentivarne l’uso durante le interrogazioni per favorire l’esposizione
  • Permettere allo studente di esercitarsi in situazioni simulate con il compagno nel ruolo dell’insegnante
  • Consentire la libera circolazione degli appunti in classe
  • Astenersi dal richiedere uno studio mnemonico e nozionistico con termini tecnici difficili o parole a bassa frequenza da ricordare
  • Collaborare con i docenti tutor pomeridiani, concordando obiettivi
  • Prestare attenzione alla gestione del diario
  • Adottare un libro di testo utilizzabile con la LIM, Lavagna Interattiva Multimediale.

È importante che si instauri un rapporto costruttivo tra docente e studente: quindi è fondamentale condividere gli obiettivi, esplicitare le modalità degli esercizi, sostenere costruttivamente, evitare l’approccio punitivo e non rinforzante, abituare gli alunni all’autocorrezione e all’autovalutazione. Ricordiamoci che tutto ciò che non è vietato è permesso e va a vantaggio di tutta la classe; queste strategie sono per la maggior parte valide per tutti gli studenti perché incrementano l’attenzione di tutta la classe, rendono più coinvolgente la lezione frontale, stimolano la partecipazione attiva degli studenti.

*Fonte – http://is.pearson.it/dsa/dislessia-e-lingua-straniera/


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Dal sito dell’insegnante Rossana Cannavacciuolo segnaliamo il software con download gratuito dei programmi per l’apprendimento ludico del lessico di base dell’inglese, del francese e dell’italiano (per stranieri).

 


Presentiamo il documento sulle Lingue Straniere e DSA  di AID Italia

A tutt’oggi i documenti ufficiali a cui ogni docente di lingue straniere è chiamato a far  riferimento nel suo lavoro quotidiano, con tutti i suoi allievi, sono le Indicazioni Nazionali  per il Curricolo relative al primo ciclo di istruzione (DM 31/07/2007) e le Indicazioni  Nazionali per i Licei (DM 211 del 7/10/ 2010).  Tali documenti sanciscono un’ organizzazione pedagogico – didattica che va oltre il  modello tradizionale conosciuto e decretano il passaggio dalla logica dei Programmi  nazionali alla logica della Programmazione, alla funzionalità del Curricolo.

Le Indicazioni del 2007 stabiliscono i Campi di esperienza, per quanto riguarda la  Scuola dell’infanzia, e le Discipline, per quanto riguarda il Primo ciclo dell’istruzione (Scuola primaria e Scuola secondaria di 1°grado).  E per le lingue straniere?  “ Con l’apprendimento di due lingue europee, la prima a partire dalle prime classi della scuola  primaria e la seconda dal primo anno della scuola secondaria di primo grado, l’alunno sviluppa   non solo la capacità di imparare più lingue, ma anche di imparare con le lingue a fare esperienze,  ad affrontare temi e problemi e a studiare altre discipline. Nella scuola primaria l’insegnante terrà  conto della plasticità neurologica e della ricettività sensoriale del bambino, sfrutterà la sua  maggiore capacità di appropriarsi spontaneamente di modelli di pronuncia e intonazione per
attivare più naturalmente un sistema plurilingue. Nella scuola secondaria di primo grado aiuterà  l’alunno a sviluppare il pensiero formale e a riconoscere gradualmente, rielaborare e interiorizzare  modalità di comunicazione e regole della lingua che applicherà in modo sempre più autonomo e  consapevole. L’apprendimento delle lingue straniere si innesta su un’iniziale motivazione  intrinseca, sulla spontanea propensione dell’alunno verso la comunicazione verbale, sul suo
desiderio di socializzare e interagire con l’ambiente circostante.

(…) Per la progettazione didattica e la valutazione degli apprendimenti è opportuno tenere  presente il Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue, del Consiglio d’Europa.” (DM 31/07/2007, pag 58 – 59 )

(segue)


Materiale stampabile, esercitazioni e test da svolgere online per verificare la conoscenza delle strutture grammaticali della Lingua francese.

GRAMMATICA

  •  Pomme – Spiegazioni ed esercizi organizzati per livelli.
  • Weboscope – Portale: esercizi organizzati per temi e livelli; possibilità di link ad attività e risorse anche di altro tipo (Domaine). Per la grammatica selezionare la voce “grammaire” e poi “classement par sujet grammatical”.
  • Point FLE – Portale: regole ed esercizi organizzati per temi e livelli; attività e risorse diverse.
  • Le conjugueur – Coniugazione ed esercizi sui verbi, ma anche su numeri, regole di grammatica e ortografia.

 VOCABOLARIO ED ASCOLTO

  •  Bonjour de France – Comprensione orale di testi con commento delle parole, grammatica ed altre risorse, dal livello principiante al livello avanzato.
  • Lexique Fle – Destinato ai livelli iniziali, permette di scoprire il vocabolario e di ascoltarne la pronuncia, cliccando su immagini.
  • Peinture FLE – Imparare il lessico con l’arte come filo conduttore.
    Cortland – Dossier tematici di civiltà per l’ascolto e l’arricchimento del lessico.

 IMPARARE A PRONUNCIARE IL FRANCESE

  • Acapela – Pronuncia di parole singole
  • Phonétique – Imparare a pronunciare il francese attraverso esercizi di fonetica e l’A.P.I (Alphabet Phonétique International)

Lingua francese

 


Francese per le Medie –  Appunti di lingua francese per gli studenti delle scuole medie con riferimenti alla grammatica, alla letteratura e alla civiltà utili per lo studio, i compiti in classe, le verifiche e per essere sempre preparati durante le interrogazioni

Sito ricchissimo di giochi per imparare il francese già da piccoli  e, soprattutto, all’insegna del divertimento

Sito per lo studio della Lingua francese (alfabeto con pronuncia, animali, oggetti). Sezione di grammatica e letture audio di testi.