Archivio per la categoria ‘Tablet APP DSA’


Giuseppe Torchia, docente di scuola secondaria di I grado e Funzione Strumentale per i Bisogni Educativi Speciali presso il proprio istituto, ha realizzato questa utilissima presentazione dedicata agli Strumenti Compensativi informatici.
Le Nuove Tecnologie possono oggi supportare gli studenti con BES “aiutandoli a svolgere la parte auttomatica delle consegne, permettendo loro di liberare risorse attentive su compiti cognitivi più complessi“. Approfondimenti sul libro parlato, sugli strumenti per la sintesi vocale e sull’ambiente di studio PDF-XChange.
Strumenti compensativi informatici

Fanno parte dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA): la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia; tali disturbi possono manifestarsi singolarmente (soggetti non gravi) o tutti insieme (soggetti più gravi). Giacomo Stella, Presidente dell’AID, l’Associazione Italiana Dislessia (http://www.dislessia.it), parla della dislessia come di un disturbo specifico di lettura che si manifesta in persone intelligenti le quali trovano difficoltà nell’automatizzare il processo di interpretazione dei segni grafici. Questa difficoltà di decodifica viene fuori con un deficit nella velocità e nell’accuratezza della lettura, che si ripercuote, nella maggioranza dei casi, sulla comprensione del testo scritto. E’ fondamentale sottolineare che la dislessia non è causata da un ritardo mentale di intelligenza né da problemi ambientali e da deficit sensoriali . Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacità e le sue energie, poichè non può farlo in maniera automatica. Egli si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. Il dottor Lorenzo Saccomanni nel 1999 afferma che il soggetto dislessico possiede <<disturbi dell’attenzione con o senza iperattività che vanno ad avere effetto sia sulla sfera cognitiva e quindi anche e soprattutto sull’apprendimento di determinate abilità linguistiche come quelle di lettura e scrittura, sia sulla sfera comportamentale, impedendo ai bambini che ne soffrono di mantenere alto il loro livello di concentrazione per periodi prolungati. Laddove sia presente anche il deficit di iperattività ne risulta un’ ulteriore impulsività, spesso comportamenti violenti e attenzione estremamente variabile>>. La difficoltà di lettura dei bambini dislessici può essere più o meno grave e spesso è accompagnata da un disturbo nella velocità e nell’accuratezza della scrittura che si manifesta con frequenti errori ortografici (disortografia) e/o con una difficoltà esecutiva del tratto grafico tale da rendere il testo incomprensibile anche agli autori stessi (disgrafia). La dislessia può essere accompagnata anche da disturbi nell’ambito dei numeri e del calcolo (discalculia), che si caratterizza tramite una difficoltà di automatizzazione di semplici calcoli e delle tabelline, nonché nella manipolazione dei numeri e dei segni aritmetici. Solitamente la soluzione dei problemi matematici è buona, ma può essere compromessa dal troppo impegno del bambino che si stanca facilmente nell’elaborazioni di calcolo e nella lettura e scrittura del numero. Le cause dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono dovute ad alterazioni di natura neurobiologica, non dipendono assolutamente da problemi psicologici (emotivo-relazionali, familiari,…), da pigrizia o poca motivazione. Tali disturbi sono caratteristiche personali con cui il bambino nasce, si manifestano appena lo stesso bimbo viene esposto all’apprendimento della letto-scrittura e si modificano nel tempo, senza però scomparire mai del tutto, nemmeno in età adulta. Graziano Lacaita, nei suoi Studi sulla dislessia evolutiva (http://eprints.unife.it/annali/lettere/2006vol2/lacaita.pdf), afferma che quando si parla di dislessia, una prima distinzione deve essere fatta tra dislessia evolutiva e dislessia acquisita: la differenza consiste sostanzialmente nella natura del deficit e tale scoperta è stata fatta solamente alla fine del secolo scorso. Se da un lato la dislessia acquisita, così come indica lo stesso aggettivo, sopraggiunge in seguito a traumi o lesioni che vanno a colpire specifiche aree del cervello danneggiandole e quindi impedendone il corretto funzionamento, la dislessia evolutiva, invece, può essere definita come una condizione insita il più delle volte già nel feto, a livello cerebrale, che si manifesta durante l’età evolutiva e precisamente nel momento in cui colui o colei che ne sono affetti, pur avendo un quoziente d’intelligenza nella norma e pur ricevendo i corretti insegnamenti che dovrebbero fargli o farle acquisire le abilità necessarie alla lettura, si dimostra incapace di leggere in maniera esatta e soprattutto consona al suo livello d’istruzione e alla sua età. In maniera più specifica, si potrebbe affermare che nella dislessia acquisita si perde un’abilità in precedenza già appresa, mentre nella dislessia evolutiva non esiste la possibilità di imparare a leggere correttamente a causa della presenza di determinate anomalie delle strutture cerebrali e spesso di alcuni cromosomi, geni e marcatori genetici che condizionano sin dalla nascita la vita del neonato o della neonata, perché portatori dei deficit fonologici, uditivi e di memoria a lungo termine da cui è originato il disturbo del linguaggio. I dati pubblicati dall’International Dyslexia Association (http://www.dyslexia-ca.org/) nel 2000, mettono in evidenza che in tutto il mondo, la percentuale delle persone in cui si manifestano Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) si aggira tra il 5 e il 20%, tra tutte queste persone l’85% è affetto da dislessia, sia essa evolutiva o acquisita. Queste stime fanno comprendere quanto importante e serio sia il problema oggigiorno. In Italia il disturbo della dislessia è poco conosciuto nonostante riguardi almeno 1.500.000 persone, circa il 3-4% della nostra popolazione, mediamente un bambino per classe. E’ quindi un fenomeno di grandi dimensioni che avrebbe bisogno di un’attenzione particolare da parte di tutti i ruoli della nostra società: clinici, psicologi, insegnanti e genitori.

1.2 L’uso dell’informatica come supporto per i DSA

Il principale indicatore di efficacia per avere una diagnosi sui Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) è la precocità dell’intervento, per questo motivo è necessario uno strumento di screening in grado di individuare i casi di sospetto di DSA già durante le prime fasi di apprendimento della letto-scrittura. Lo screening si basa su test informatici che servono per captare le abilità cognitive e per predire le difficoltà di letto-scrittura dei bambini e dei ragazzi, prima che passi troppo tempo e non diventi inefficace intervenire. Questi test sono stati creati inizialmente in Inghilterra per poi essere utilizzati in tutta Europa. CoPs (Cognitive Profiling System), un sistema computerizzato di valutazione psicometrica per bambini in età compresa tra i 4 e gli 8 anni, permette di fare una diagnosi su un disturbo di dislessia, disortografia, disgrafia o discalculia (DSA). CoPs, di proprietà dellaCooperativa Anastasis di Bologna (Centro di Formazione che utilizza le nuove tecnologie a favore delle persone con disabilità o svantaggio), è costituito da test informatici riguardanti le abilità cognitive che possono prevedere il disturbo della dislessia, (inclusa l’abilità fonologica, la memoria di lavoro e la discriminazione uditiva) attraverso una situazione accattivante di gioco. Questi test informatici uniti insieme a strumenti informatici di ausilio per l’apprendimento (software didattico, scanner, sintetizzatore vocale,…), portano i bambini e i ragazzi che soffrono di DSA ad un importante collaborazione tra metodo verbale e tecniche di memorizzazione del canale visivo (Visual Thinking). Il Visual Thinking o pensiero visuale, permette di sviluppare la cognizione visiva e liberare il potenziale creativo attraverso le facoltà inventive, intuitive e di immaginazione. Uno dei maggiori problemi presenti nei soggetti che soffrono di DSA, è la mancanza di autonomia nell’apprendimento, la quale porta i soggetti ad una disistima e ad un insuccesso formativo. Per raggiungere l’autonomia formativa occorrono:

  1. adeguati strumenti compensativi ed ausiliari;
  2. una buona motivazione;
  3. un ambiente favorevole e stimolante.

L’informatica si presta in maniera specifica a supportare tali caratteristiche. Il computer, nel giro di pochi anni è entrato in tutte le realtà produttive e non solo, infatti è possibile trovarlo in ogni ufficio e molto spesso nelle abitazioni private (oltre il 51% delle famiglie possiede un computer). Le principali ragioni che hanno portato il computer ad avere questo enorme successo sono:

  • a) Velocità
  • b) Memoria
  • c) Estetica
  • d) Riproducibilità
  • e) Rielaborabilità
  • f) Reperibilità
  • g) Scambio (altro…)

IPAD, TABLET, ANDROID ELENCO APPLICAZIONI VARIE

tablet ipad app dislessia dsa

Leggiamo dal sito http://www.solotablet.it/
I tablet si stanno rivelando strumenti utili per affrontare il problma della dislessia, un disturbo (non una malattia) che interessa numerosi bambini. Lo studio della dislessia è stato studiato ed affrontato da molti anni e da molte discipline. Oggi tutti concordano nel ritenere che il problema non è la lettura: il cervello non è stato progettato per leggere!. Se il problema dipende dalle strutture cerebrali e se la componente visiva della lettura è rilevante o uno dei problemi, il tablet e le sue applicazioni possono diventare potenti strumenti di ausilio per affrontare la difficoltà e aiutare i bambini a superarla o a gestirla.

L’arrivo dell’iPad e la pervasività del tablet hanno suggerito nuova creatività a coloro che da sempre si occupano di disturbi alla lettura e all’pprendimento, noti sotto il nome di Dislessia. Le applicazioni sviluppate come ausilio per affrontare la dislessia sono centinaia, a giustificazione anche di una domanda costante e crescente. La dislessia è più diffusa di quanto si possa immaginare e le nuove tecnologie sono diventate un supporto importante per neuro-scienziati, per educatori, per psicologi, per docenti, per genitori e soprattutto per ragazzi con dislessia.

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Tablet e APP per affrontare i disturbi dell’apprendimento: ce lo racconta Cristina Sassi

Si dice comunemente “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”. Alcuni aggiungono “se gioco imparo”. Gli strumenti multimediali consentono una sollecitazione multisensoriale. E’ come avere a disposizione la scelta tra strade diverse per arrivare allo stesso traguardo. In questo caso è il supporto (tablet o smartphone) che fa la differenza. A raccontarcelo durante una intervista con SoloTablet è la psicologa Dott.ssa Cristina Sassi. Una intervista con numerosi spunti per chi opera nel settore ma anche per chi usa il tablet come strumento didattico.

Tablet e APP per affrontare i disturbi  dell'apprendimento: ce lo racconta Cristina Sassi SoloTablet intervista la Dott.ssa Cristina Sassi, Psicologa, esperta in Tecnologie Assistive.  Si è occupata di progettazione e realizzazione di percorsi formativi riguardanti il rafforzamento di abilità cognitive in età evolutiva. Dal 1998 svolge attività di consulenza per la scelta di ausili informatici, software didattico e ausili per la comunicazione, oltre che di progettazione e realizzazione di percorsi formativi per Leonardo- ausili informatici

L’intervista trae lo spunto dal progetto DidApp in cui la Dott.ssa Sassi è coinvolta, un progetto che propone app didattiche per smartphone e tablet, create prestando particolare attenzione agli aspetti che possono aiutare nella prevenzione dei disturbi specifici dell’apprendimento.


SOLOTABLET: Ci può raccontare qualcosa di lei e delle sue attività da psicologa legate alle difficoltà nell’apprendimento?

Ho svolto il tirocinio professionale in un centro che di occupava di disturbi specifici dell’apprendimento ormai 20 anni fa, quando della dislessia non tutti avevano ancora sentito parlare. Da allora non ho mai smesso di interessarmene, pur essendo passata ad occuparmi di ausili informatici per disabili. In fondo, molti strumenti oggi diffusi per gli studenti dislessici sono stati mutuati dagli ausili per non vedenti. Nelle forme più gravi, infatti, la difficoltà di lettura che caratterizza la dislessia si trasforma in una sorta di “cecità”, anche se circoscritta all’esecuzione del compito di decodifica del segno grafico.

 SOLOTABLET: La tecnologia digitale sta cambiando il mondo con effetti rilevanti anche nell’apprendimento, nella didattica e nello sviluppo mentale e cognitivo dei bambini. Secondo lei l’evoluzione attuale della tecnologia favorisce o penalizza l’apprendimento?

Io vedo un grande vantaggio nell’evoluzione tecnologica applicata all’apprendimento, soprattutto per i soggetti in difficoltà. Questi nuovi strumenti rappresentano risorse in più, offrono strade alternative per arrivare allo stesso traguardo.

 SOLOTABLET: L’evoluzione della capacità di leggere e di apprendere non è qualcosa di naturale. Noi non siamo nati per leggere ma il nostro cervello è plastico e capace di stabilire nuovi collegamenti grazie alla sua capacità di farsi modellare dall’esperienza. Che ruolo possono avere le nuove tecnologie digitali  nell’evoluzione del cervello del bambino?

Non sono in possesso di dati scientifici al riguardo: la ricerca rincorre l’evoluzione tecnologica. Sono convinta però che sia sotto gli occhi di tutti come i cosiddetti nativi digitali abbiano un approccio diverso e intuitivo a questi strumenti, strumenti che invece mettono in difficoltà chi non è cresciuto maneggiandoli. I bambini oggi hanno potenti strumenti in mano, ma gli adulti spesso non sono capaci di insegnargliene un uso corretto.

 SOLOTABLET: I bambini che crescono in case senza libri, che non fanno esperienza di favole raccontate dagli adulti e che sperimentano la mancanza del dialogo durante i pasti familiari, rischiano di crescere svantaggiati. In che modo la scuola e la didattica possono intervenire per offrire uguali opportunità a tutti? Che ruolo giocano le nuove tecnologie in tutto questo?

La lettura non va mai sostituita: cambiano i supporti, ma rimane un’attività fondamentale per la nostra cultura.

Inutile negare però che sempre più i bambini rischiano di non essere esposti allo stimolo della lettura. E mano a mano che i libri si faranno più radi sulla libreria di casa, sarà necessario andare a cercare qualcosa da leggere, perché purtroppo non sarà più il libro ad offrirsi a noi stuzzicando la curiosità con un colore invitante, una copertina curiosa, un titolo accattivante.

Così è anche per la narrazione: parte integrante un tempo della trasmissione culturale, oggi sempre più relegata in brevi momenti della giornata, se si ha tempo e voglia.

La scuola può fare, sì: conservando e perpetuando queste forme di stimolazione, che rischiano di passare di moda senza che nulla sia in grado di colmarne il vuoto.

 SOLOTABLET: Dal 1998 svolge attività di consulenza per la scelta di ausili informatici, software didattico e ausili per la comunicazione, oltre che di progettazione e realizzazione di percorsi formativi per Leonardo – ausili informatici. Ci può raccontare qualcosa di più di questa esperienza e delle attività/progetti in cui è impegnata?

L’ambito in cui lavoro è estremamente stimolante ed assurdamente ancora poco conosciuto qui in Italia.

Esistono strumenti in grado di far comunicare ed interagire con il computer persone anche gravemente compromesse da un punto di vista motorio, sensoriale, cognitivo. L’ultima frontiera da poco raggiunta è la possibilità di controllo di alcuni software tramite il pensiero.

Senza arrivare a questi estremi, mi occupo di cercare soluzioni per aggirare la menomazione e consentire a tutti l’utilizzo del computer, la possibilità di comunicare, l’accesso alla lettura tramite l’uso di strumenti tecnologici.

E, parallelamente, attraverso la progettazione e realizzazione di percorsi formativi, cerco di diffonderne la conoscenza.

Dato il mio percorso formativo, ho sempre avuto un occhio di riguardo per gli strumenti sia compensativi che riabilitativi per studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento, sfociato ora nelle app proposte dalla collana DidApp.


SOLOTABLET: Ci può descrivere la sua/vostra offerta formativa sui temi delle tecnologie assistive, e sulla progettazione di attività per la prevenzione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (a chi si rivolge, metodologie, progetti ecc.)?

Leonardo ha una sezione apposita che si occupa solo di formazione: LeonarDocet

Per quanto riguarda in particolare i DSA, la nostra offerta formativa si avvale dell’apporto di docenti che lavorano da anni con soggetti che presentano Disturbi Specifici dell’Apprendimento, utilizzando anche strumenti tecnologici.

La nostra offerta è indirizzata agli insegnanti, affinchè conoscano non solo gli strumenti tecnologici, ma anche le strategie per il loro corretto utilizzo e applichino poi le loro conoscenze in classe. Proponiamo anche percorsi che si rivolgono ai ragazzi ed alle famiglie, percorsi mirati ad apprendere come trarre il massimo vantaggio dall’utilizzo degli strumenti informatici. Anche semplicemente sfruttando fino in fondo, ad esempio, le numerose e spesso sconosciute risorse di Word.

 SOLOTABLET: L’arrivo dell’iPad e la proliferazione dei tablet hanno cambiato il modo di lavorare nelle aziende ma anche la didattica e l’apprendimento scolastico. Da dove nasce la vostra iniziativa DIDAPP e cosa la caratterizza?

La collana DidApp è nata da una richiesta pressante (proveniente soprattutto dal mondo della scuola) di app in italiano e per l’apprendimento della lingua italiana; app che non fossero semplice trasposizione dall’inglese, ma che presentassero caratteristiche in linea con l’insegnamento della nostra lingua nella scuola.

Mentre esiste in Italia un’offerta abbastanza ricca e altamente qualificata di software didattico per computer, data la particolare caratteristica del mercato delle app nessuno ancora si era avventurato nella produzione di attività il cui destino è quello di rimanere confinate alla lingua italiana.

Con molto entusiasmo lo abbiamo fatto noi, convinti che sia una strada da percorrere e che porterà soddisfazione. Quello delle app è un mercato fortemente globalizzato, ma abbiamo necessità, per una proposta qualificata ai nostri bambini, di qualcosa che presti attenzione alla nostra realtà scolastica ed alle specificità della nostra lingua. Qualcosa che non si omologhi alle caratteristiche delle altre proposte ludiche, che non ceda alla tentazione del gioco bello e ricco. Abbiamo privilegiato l’attività da svolgere in un contesto gradevole, ma poco distraente e che consenta al bambino di concentrare tutte le energie attentive nell’esecuzione del compito. Senza graduatorie, cronometri, animazioni distraenti.

 SOLOTABLET: Gli obiettivi del progetto prevedono la realizzazione di APP mirate ad esercitare e favorire i processi di apprendimento implicati nella lettura, scrittura e nella matematica. Ci può dare maggiori dettagli?

La legge 170/10 (Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico) rappresenta un grandissimo passo avanti per gli studenti dislessici, ma la sua applicazione va supportata con proposte e strumenti.

Abbiamo letto con attenzione le linee guida per l’applicazione della legge, e da queste abbiamo tratto spunto per ideare le attività da proporre con le nostre app.

SOLOTABLET: L’idea alla base della vostra proposta consiste nel proporre al bambino esercizi didattici che lo aiutino ad apprendere attraverso la sollecitazione di vista, udito e tatto. Ci può raccontare come lo fate e quali ‘teorie’, metodologie avete applicato?

Si dice comunemente “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”. Alcuni aggiungono “se gioco imparo”. Ecco: gli strumenti multimediali consentono una sollecitazione multisensoriale. Come dicevo prima, è un po’ come avere a disposizione la scelta tra strade diverse per arrivare allo stesso traguardo. In questo caso è il supporto (tablet o smartphone) che fa la differenza.

SOLOTABLET: Noi riteniamo che la tecnologia fine a sé stessa non basta. Alla base ci deve essere un profondo rinnovamento della didattica. Cosa ne pensa in merito?

Non è un caso che Leonardo-ausili informatici investa tanta energia nella formazione. Abbiamo avuto tante volte esperienza di una tecnologia che si ritorce contro se stessa. Occorre assolutamente far passare il messaggio che la tecnologia è uno strumento. E tanto più si pretende dallo strumento flessibilità, tanto più bisogna essere disposti ad investire energia per saperlo adattare alle proprie esigenze. Senza adagiarvisi sopra. Nessuno strumento nasce pronto all’uso per un particolare soggetto, per aggirare una specifica difficoltà. Inoltre, mentre è accettabile che un genitore dia lo smartphone in mano al bambino per distrarlo quando è in fila dal dottore, lo stesso non possono fare insegnanti e terapisti, che devono scegliere tra diverse proposte con un chiaro obiettivo come guida. E per scegliere necessitano di formazione.


SOLOTABLET: A che pubblico vi rivolgete e qual è il suo livello di conoscenza di queste tecnologie e delle potenzialità ad esse associate?

Ci rivolgiamo in primis ad insegnanti e logopedisti, che si avvicinano a questi strumenti grazie alla loro curiosità ed intuendone le potenzialità. Non rientra ancora nel loro percorso formativo uno studio approfondito dei nuovi strumenti, se non a macchia di leopardo in alcune realtà “illuminate”.

Poi, ovviamente, ci rivolgiamo a tutti i genitori che vogliono offrire qualcosa in più di un semplice passatempo qualsiasi ai loro bambini, in una fascia di età che va indicativamente dai 4 agli 8 anni

 

SOLOTABLET: Le applicazioni disponibili per la scuola sono ancora poche e poco adatte ad un uso didattico. Lei cosa ne pensa?

Condivido assolutamente. Purtroppo il mercato delle app non incoraggia una “localizzazione” delle stesse. I prezzi al consumo delle app sono assai più bassi di quelli di un software per computer. E, sebbene la loro realizzazione sia in linea di massima più semplice, è una vera scommessa riuscire a coprire almeno i costi di produzione. Ecco perché si diffondono soprattutto proposte puramente ludiche, con scarsissimo uso della lingua parlata ed il più possibile “cultur free”: proprio per favorirne la diffusione globale. Cosa purtroppo non possibile per attività mirate ad avviare all’utilizzo della lingua italiana.

 SOLOTABLET: Ci sono novità e sviluppi in arrivo e come evolverà il vostro progetto?

Per ora ci siamo concentrati sull’avviamento alla letto-scrittura in fase prescolare, cioè esercitando quelle abilità che saranno necessarie nei compiti di lettura e scrittura, prima ancora di padroneggiarle.

Fondimi è una app gratuita che favorisce il processo di fusione delle sillabe (la lettura consiste in fusione di suoni),Seguimi (anch’essa gratuita, l’unica solo su App store) è orientata ad esercitare le abilità motorie implicate nella scrittura, Cominciamo richiede una analisi fonologica del suono iniziale della parola, mentre Rimami richiede la stessa analisi sui suoni finali: l’analisi fonologica delle parole è prerequisito fondamentale per la scrittura.

Nei prossimi giorni uscirà la versione Plus di Fondimi.

E le idee in cantiere sono tantissime, anche per l’area logico matematica.

 SOLOTABLET: Cosa pensa di un progetto come SoloTablet?

Una opportunità importantissima, un filtro qualificato per selezionare e classificare un mare di informazioni in cui faticano ad orientarsi anche gli operatori del settore. In particolare ne apprezzo l’attenzione prestata al mondo della scuola e dell’infanzia.

SOLOTABLET: Ha suggerimenti da darci per sviluppi ed evoluzioni future del nostro progetto?

Credo possa essere interessante un focus sull’utilizzo dei tablet da parte di soggetti in difficoltà o di fasce “deboli”. Penso non solo a chi presenta difficoltà di apprendimento o specifiche disabilità, ma anche agli anziani, che potrebbero trarne grandi vantaggi. Ho in mente un video che gira su youtube: un padre anziano che mette il tablet in lavastoviglie, scambiandolo per un tagliere. Ecco: SoloTablet potrebbe essere il luogo dove illustragli tanti altri possibili utilizzi…

E per questo mi rendo assolutamente disponibile a collaborare.

 Fonte – http://www.solotablet.it/tablet-italia/interviste/tablet-e-app-per-curare-i-disturbi-dellapprendimento-ce-lo-racconta-cristina-sassi


I tablet con sistema operativo Android possiedono una  sintesi vocale, gratuita “IVONA”.

IVONA è una sintesi vocale TTS (text to speech) gratuita scaricabile da Google Play.

Giorgio è la voce italiana, ha intonazione ed è quasi umana…veramente bella!

Clicca sulla gif e scarica

     android

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Piattaforma on line per le difficoltà di apprendimento  http://dsa.areato.org

DSABoard è una piattaforma web http://dsa.areato.org , che raccoglie i principali strumenti multimediali a supporto dello studio di bambini e ragazzi con difficoltà nell’apprendimento. Vi si accede mediante tablet, smartphone e pc. Gli utenti possono esplorare liberamente DSABoard oppure essere accompagnati nella creazione di un percorso di studio personalizzato. La veste grafica, accattivante e molto curata, è stata pensata per rendere coinvolgente l’ambiente di lavoro virtuale. DSABoard sarà un piacevole compagno di studi per bambini e ragazzi.

TRE AMBIENTI PER IMPARARE GIOCANDO

Le tre ambientazioni proposte da DSABoard sono:

  • La fantascienza, dedicata ai più piccoli, in cui futuristiche astronavi sfrecciano intorno a pianeti immaginari abitati da simpatici astronauti e alieni per niente minacciosi
  • Una rock band, dedicata ai ragazzi, dove un gruppo di musicisti si esibisce in un concerto … ci sono anche il mixerista e il buttafuori con la maglietta dello staff!
  • La sala comandi, dove i tutor potranno creare percorsi di apprendimento personalizzati, inviare e ricevere messaggi dagli utenti e monitorarne i progressi.
CINQUE compagni di avventura

Nell’homepage di DSABoard cinque simpatici personaggi mettono i ragazzi in collegamento con una sezione di lavoro e con alcuni strumenti specifici per lo studio:

  1. Calcolare, con l’ausilio di calcolatrice, tavola pitagorica e foglio di calcolo
  2. Scrivere e leggere, con sintesi vocale, audio registratore e traduttore multilingua
  3. Studiare con le mappe, dove costruire mappe concettuali personalizzate
  4. Esercitarsi giocando, con giochi di logica, puzzle e memory
  5. Percorsi di studio, dove scrivere un testo, ascoltarlo e realizzarne la mappa concettuale

Per usare DSABoard è indispensabile eseguire la registrazione gratuita sul sito http://dsa.areato.org. Sulla homepage di DSA Bord trovate infatti 3 tasti di accesso: Login per chi è registrato regolarmente, Accesso Temporaneo per chi vuole provare DSA Board e Registrati per richiedere alla Mediateca di Area il nome utente e password per registrarsi e utilizzare DSA Board in modo completo. Sono presenti anche un pulsante di richiesta informazioni e un Tutorial Video.