Fonte  – Ansa .it

Rush Hour, un’indagine tra Italia, Europa e Usa, indaga sulla sindrome. Ma è vera malattia? Il grande Bollea li curava così, mandandoli in bici con il papà

  • Adhd Rush Hour, il documentario di Stella Savino sulla sindrome da deficit di attenzione e iperattività. In sala dal 26 giugno distribuito da Microcinema

(di Francesca Piereloni) (ANSA) –   Armando, 19 anni, ogni giorno da 9 anni prende gli psicofarmaci. La madre Stefania li andava ad acquistare in Svizzera quando da noi non erano ancora autorizzata. Al ragazzo era stata diagnosticata la Adhd, la  sindrome da deficit di attenzione e iperattività, un disturbo del comportamento caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria, una malattia su cui si dibatte da decenni, anche in relazione alle cure prescritte.  A seconda del Paese in cui si vive, infatti, che sia America, Germania, Francia o Italia, la cura potrà essere una pasticca di metilfenidato o di atomoxetina, anfetamina insomma . In America lo sarà addirittura nell’80% dei casi. Con conseguenze collaterali pesantissime. Ci sono storie assurde,  come quella di Zache, un bimbo americano di 10 anni, solare e vitale, a cui è stata diagnosticata L’Adhd al primo anno di asilo e al quale da allora la mamma Traceye dà, come prescritto, gli psicofarmaci. Trattamenti dai gravissimi effetti collaterali, ”come il rischio di suicidio, di infarto, alopecia e problemi epatici” spiega Stella Savino. Lei è l’autrice di un documentario, in sala dal 25 giugno distribuito da Microcinema, che racconta in modo lucido come oggi nel mondo viene diagnosticata e curata l’Adhd. E se ne continuerà a parlare al cinema anche quando uscirà Mommy, il film di Xavier Dolan che ha trionfato al festival di Cannes, e che racconta la vita difficile di un ragazzo iperattivo. Il viaggio di Stella Savino, ‘Adhd – Rush Hour‘, indaga tra Italia, Europa e Stati Uniti, tra laboratori di genetica e di Brain Imagin, aule universitarie e scuole elementari, dando voci ai protagonisti, bambini e adolescenti, e ai loro spesso disperati genitori.

Farsi venire il dubbio che un figlio abbia la sindrome non è difficile: i vostri figli non stanno fermi, giocherellano con le mani e con i piedi? Non riescono a stare seduti sulle loro sedie? Corrono, si arrampicano … hanno difficoltà a giocare … si comportano come se fossero azionati da un motore … quando gli si parla sembrano non ascoltare … sono distratti … non riescono a stare in silenzio, parlano troppo! Hanno difficoltà ad aspettare il proprio turno … sparano le risposte prima che sia terminata la domanda … interrompono o si intromettono nelle comunicazioni con gli altri. Anche solo sei di queste espressioni comportamentali potrebbero lanciare il campanello d’allarme sulla Adhd, una anormalità neuro-chimica geneticamente determinata.

Sempre più spesso, infatti, l’ADHD viene diagnosticata a bambini e adolescenti e nella maggior parte dei casi la cura prescritta è a base di amfetamine. Il fenomeno è molto diffuso sia negli Stati Uniti che in Europa, Italia compresa. Ma quando si può davvero parlare di malattia? La comunità scientifica dibatte e si divide da più di 50 anni su cosa sia veramente.  Solo negli Stati Uniti 11 milioni di bambini sono dipendenti dalle anfetamine. Ma è una vera malattia o il modo per ‘controllare’ comportamenti tipici dell’infanzia?

La diagnosi dipenderà dunque esclusivamente dal medico che incontrerete sulla vostra strada. Di certo c’è che i test di laboratorio e i criteri utilizzati per la diagnosi sono limitati e la cura farmacologica non è senza conseguenze: l’atomexina produce allucinazioni, gravi danni epatici e tendenze suicide, e il metilfenidato è un’anfetamina, classificata dalla DEA (Drug Enforcement Administration) nello stesso gruppo dei narcotici, insieme con l’eroina, la morfina e la cocaina. L’ONU parla di emergenza sanitaria, denuncia e lancia l’allarme ADHD “ il Consiglio invita le nazioni a valutare la possibile sovrastima dell’ADHD e frenino l’uso eccessivo del metilfenidato (Ritalin). Negli Stati Uniti è stata diagnosticata l’ADHD nei bambini di appena 1 anno”.

Il film, realizzato nel 2012 ha già trovato distribuzione in home video negli Usa con la Film Media Group e la Rai pare sia interessata a una futura messa in onda. La percezione della malattia ”è altissima nei Paesi anglosassoni (negli Usa è diagnosticata all’11% dei bambini) dove il sistema scolastico è basato sulla competizione, e scende in maniera eclatante nei Paesi mediterranei (in Italia è diagnosticata solo all’1% dei bambini) dove esiste ancora un’attenzione sociale molto forte alla famiglia”. Il primo obiettivo del film, spiega la Savino,  ”non era denunciare le case farmaceutiche ma far capire come sia difficile percepire questa problematica e come chi la affronti sia lasciato solo”.

La storia italiana ”che raccontiamo mostra un sommerso molto difficile da monitorare. In Italia infatti il Ministero ha creato un registro ufficiale adhd, e ci sono circa un novantina di centri regionali dove in teoria prima di arrivare alle terapia farmacologica bisogna provare tutte le terapie comportamentali. Ma c’è chi vuole risolvere subito il problema, e si procura i farmaci”. Tra gli esperti che hanno collaborato con la regista, c’è Stefano Canali, docente di storia della medicina e Bioetica alla Scuola Internazionale di Studi Superiori Avanzati (SISSA) di Trieste: ”L’adhd e il modo in cui viene diagnosticata assomiglia ad altre ‘sindromi’ apparse e scomparse, legate al periodo storico. E’ successo quando venivano reputate tali l’omosessualità o l’isteria”. Durante la preparazione del film, Stella Savino aveva parlato anche con il padre della moderna neuropsichiatria infantile, Giovanni Bollea, scomparso nel 2011: ”Mi aveva detto che il 90% dei casi, li aveva curati mandando i bambini in bici con il papà”. Questo il link per vedere le sale in cui è programmato il film: http://www.microcinema.eu/news-press/adhd


Un film da non perdere!
ADHD – Rush Hour (2014)

ADHD – Rush Hour (2014
Diagnosticata a milioni di bambini nel mondo, l’ADHD o deficit dell’attenzione e iperattività è una anormalità neuro-chimica geneticamente determinata su cui il mondo scientifico si divide da decenni. Al punto che l’ONU ha lanciato l’allarme, invitando a valutare la sovrastima del disturbo e l’eccessiva somministrazione di farmaci impiegati per contrastarlo. Dipendentemente dal Paese in cui ci si trova, infatti, la cura all’ADHD comporta il diverso impiego di metilfenidato, un’anfetamina classificata dalla DEA nello stesso gruppo dei narcotici, insieme all’eroina, alla morfina e alla cocaina…


Questo breve saggio si propone di indagare le disprassie evolutive alla luce dei disturbi specifici di apprendimento (DSA). Nel riferirsi ai DSA, l’attenzione non va posta solo sulle attività di tipo esecutivo e automatizzato, quali scrivere, leggere e far di conto, ma anche e soprattutto su quelle difficoltà non sempre evidenti nell’ambito scolastico, come lievi incertezze psicomotorie, linguistiche e spazio-temporali. Perché talora un bambino non costruisce le abilità prassiche o le usa in modo approssimativo o poco funzionale? Per comprenderlo occorre considerare il bambino nella sua globalità, nella sua capacità di capire e recepire gli stimoli provenienti dall’esterno. Il corpo va inteso nella sua espressione unitaria e globale, quindi anche lo studio delle disprassie si estrinseca attraverso la lettura dei segni verbali e di quelli non verbali, concepiti come indicatori del corpo strumentale, agito e vissuto.

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Fonte – http://www.ericksonlive.it/


L’Ufficio Scolastico Regionale ha messo a punto, con la collaborazione dei referenti territoriali degli UST e dei CTS, un piano di formazione regionale per aiutare i docenti, i consigli di classe, i team docenti e quanti operano nelle scuole a comprendere gli orientamenti dati dalla Direttiva, tenuto conto delle indicazioni contenute nella C.M.n.8 del 2013 e alla luce delle norme primarie di riferimento, allo scopo di impostare tempestivamente interventi appropriati, efficaci ed efficienti.

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Il percorso formativo ha previsto la realizzazione di incontri formativi, rivolti ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado, in ciascuno dei territori provinciali. In particolare, per Milano e provincia, alla luce dei bisogni registrati, sono stati strutturati, tra gennaio e marzo, cinque percorsi formativi nelle sedi di:

  • Liceo Scientifico Marconi – Milano
  • I.C. Copernico – Corsico
  • I.C. Piazza Costa – Cinisello B
  • I.C. Scarpa Clericetti – Milano – due edizioni

Ogni percorso è stato organizzato in 4 incontri tematici riguardanti le seguenti tematiche:

  • Primo incontro: Presupposti teorici e normativa
  • Secondo incontro: La didattica di tutti e di ciascuno
  • Terzo incontro: Gli strumenti – P.E.I. – P.D.P. – P.A.I
  • Quarto incontro: La valutazione degli apprendimenti e la valutazione dell’inclusività delle scuole

qui di seguito i link per scaricare i materiali forniti dai relatori:

BES_modulo1_Garlaschelli

BES_modulo1_Zelioli

BES_modulo 2_PARDO_BES_

BES_modulo3 – STAMPINI –

BES_modulo4_Bosio


Essediquadro

Il servizio per la documentazione e l’orientamento sul software didattico e altre risorse digitali per l’apprendimento.
Realizzato dall’Istituto Tecnologie Didattiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in collaborazione con MIUR e INDIRE


La comprensione del testo dalla teoria alla pratica

Seminario 21 giugno 2014 – Ecco le presentazioni  degli interventi tenuti durante del seminario del 21 giugno 2014.

La comprensione del testo dalla teoria alla pratica

Barbara Carretti – Università di Padova
La comprensione del testo può essere considerata un’abilità trasversale agli apprendimenti: è importante quindi riconoscere le difficoltà e individuare modalità per il suo potenziamento. Obiettivo dell’intervento è quello di passare in rassegna le caratteristiche cognitive e metacognitive di studenti con difficoltà e le potenziali linee di intervento

* Fonte – Anastasis

 


PAI Piano annuale d'inclusività

Entro la fine di Giugno occorre redigere il Piano Annuale per l’inclusività (PAI) estensivamente per tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali. Per quest’anno il MIUR ha predisposto un modello esemplificativo di PAI scaricabile cliccando il link in basso

Scarica qui il modello di PAI elaborato dal MIUR

Fonte: Orizzontescuola


Con O.M. 37/2014 il Miur fornisce indicazioni per lo svolgimento degli Esami di Stato nelle scuole secondarie di II grado per l’a.s. 2013/14. Le indicazioni per i candidati con DSA o BES

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1. La Commissione d’esame – sulla base di quanto previsto dall’articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n.122 e dal relativo decreto ministeriale n.5669 del 12 luglio 2011 di attuazione della legge 8 ottobre 2010, n. 170, recante Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico – nonché dalle Linee Guida allegate al citato decreto ministeriale n. 5669 del 2011, – considerati gli elementi forniti dal Consiglio di classe, terrà in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, adeguatamente certificate, relative ai candidati con disturbi specifici di apprendimento (DSA), in particolare, le modalità didattiche e le forme di valutazione individuate nell’ambito dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati.

A tal fine il Consiglio di classe inserisce nel documento del 15 maggio di cui al decreto del Presidente della Repubblica n.323 del 1998 il Piano Didattico Personalizzato o altra documentazione predisposta ai sensi dell’articolo 5 del decreto ministeriale n. 5669 del 12 luglio 2011. Sulla base di tale documentazione e di tutti gli elementi forniti dal Consiglio di classe, le Commissioni predispongono adeguate modalità di svolgimento delle prove scritte e orali. [dawww.dida.orizzontescuola.it Documento del 15 Maggio: l’allegato per gli alunni con disturbi specifici di apprendimento ]

Nello svolgimento delle prove scritte, i candidati possono utilizzare gli strumenti compensativi previsti dal Piano Didattico Personalizzato o da altra documentazione redatta ai sensi dell’articolo 5 del decreto ministeriale 12 luglio 2011.

Sarà possibile prevedere alcune particolari attenzioni finalizzate a rendere sereno per tali candidati lo svolgimento dell’esame sia al momento delle prove scritte, sia in fase di colloquio. I candidati possono usufruire di dispositivi per l’ascolto dei testi della prova registrati in formati “mp3”.

Per la piena comprensione del testo delle prove scritte, la Commissione può prevedere, in conformità con quanto indicato dal capitolo 4.3.1 delle Linee guida citate, di individuare un proprio componente che possa leggere i testi delle prove scritte.

Per i candidati che utilizzano la sintesi vocale, la Commissione può provvedere alla trascrizione del testo su supporto informatico.

In particolare, si segnala l’opportunità di prevedere tempi più lunghi di quelli ordinari per lo svolgimento della prove scritte, di curare con particolare attenzione la predisposizione della terza prova scritta, con particolare riferimento all’accertamento delle competenze nella lingua straniera, di adottare criteri valutativi attenti soprattutto al contenuto piuttosto che alla forma.

Al candidato potrà essere consentita la utilizzazione di apparecchiature e strumenti informatici nel caso in cui siano stati impiegati per le verifiche in corso d’anno o comunque siano ritenuti funzionali allo svolgimento dell’esame, senza che venga pregiudicata la validità delle prove.

2. I candidati con certificazione di Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA), che, ai sensi dell’articolo 6, comma 6, del decreto ministeriale n.5669 del 12 luglio 2011, hanno seguito un percorso didattico differenziato, con esonero dall’insegnamento della/e lingua/e straniera/e, e che sono stati valutati dal consiglio di classe con l’attribuzione di voti e di un credito scolastico relativi unicamente allo svolgimento di tale piano possono sostenere prove differenziate, coerenti con il percorso svolto finalizzate solo al rilascio dell’attestazione di cui all’articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica n. 323 del 1998. Per detti candidati, il riferimento all’effettuazione delle prove differenziate va indicato solo nella attestazione e non nei tabelloni affissi all’albo dell’istituto.

3. Per quanto riguarda i candidati con certificazione di Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA), che, ai sensi dell’articolo 6, comma 5, del decreto ministeriale n.5669 del 12 luglio 2011, hanno seguito un percorso didattico ordinario, con la sola dispensa dalle prove scritte ordinarie di lingua/e straniera/e, la Commissione, nel caso in cui la lingua straniera sia oggetto di seconda prova scritta, dovrà sottoporre i candidati medesimi a prova orale sostitutiva della prova scritta.

La Commissione, sulla base della documentazione fornita dal consiglio di classe, stabilisce modalità e contenuti della prova orale, che avrà luogo nel giorno destinato allo svolgimento della seconda prova scritta, al termine della stessa, o in un giorno successivo, purché compatibile con la pubblicazione del punteggio complessivo delle prove scritte e delle prove orali sostitutive delle prove scritte nelle forme e nei tempi previsti nell’articolo 15, comma 8.

Il punteggio, in quindicesimi, viene attribuito dall’intera commissione a maggioranza, compreso il presidente, secondo i criteri di conduzione e valutazione previamente stabiliti in apposita o apposite riunioni e con l’osservanza della procedura di cui all’articolo 15, comma 7. Qualora la lingua o le lingue straniere siano coinvolte nella terza prova scritta, gli accertamenti relativi a tali discipline sono effettuati dalla commissione per mezzo di prova orale sostitutiva nel giorno destinato allo svolgimento della terza prova scritta, al termine della stessa, o in un giorno successivo, purché compatibile con la pubblicazione del punteggio complessivo delle prove scritte e delle prove orali sostitutive delle prove scritte nelle forme e nei tempi previsti nell’articolo 15, comma 8. I risultati della prova orale relativa alla lingua o alle lingue straniere coinvolte nella terza prova scritta sono utilizzati per la definizione del punteggio da attribuire alla terza prova scritta.

4. Per altre situazioni di alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES), formalmente individuati dal Consiglio di classe, devono essere fornite dal medesimo Organo utili e opportune indicazioni per consentire a tali alunni di sostenere adeguatamente l’esame di Stato.

La Commissione d’esame – sulla base di quanto previsto dalla Direttiva 27.12.2012 recante Strumenti di intervento per alunni con Bisogni educativi speciali ed organizzazione scolastica per l’inclusione, dalla circolare ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013 e dalle successive note, di pari oggetto, del 27 giugno 2013 e del 22 novembre 2013 – esaminati gli elementi forniti dal Consiglio di classe, tiene in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, relative ai candidati con Bisogni Educativi Speciali (BES), per i quali sia stato redatto apposito Piano Didattico Personalizzato, in particolare, le modalità didattiche e le forme di valutazione individuate nell’ambito dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati. A tal fine il Consiglio di classe trasmette alla Commissione d’esame il Piano Didattico Personalizzato.

In ogni caso, per siffatte tipologie, non è prevista alcuna misura dispensativa in sede di esame, mentre è possibile concedere strumenti compensativi, in analogia a quanto previsto per alunni e studenti con DSA.

L’ordinanza Ministeriale sugli Esami di Stato 2014 – Lo speciale di OrizzonteScuola.it sugli Esami di Stato 2014

*Fonte – Orizzonte scuola


Carmelo Di Salvo dal blog Bianco sul nero, 23.2.2014

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Se per i ragazzi con DSA la normativa è chiara (grazie alla legge 170)… non è altrettanto delineata per ciò che riguarda i BES. In questo articolo cercherò di delineare quale percorso dovrebbero intraprendere le istituzioni scolastiche nei confronti dei propri alunni che in corso d’anno devono sostenere l’esame di stato.

Il MIUR ha emanato il 24/04/2013 l’O.M. n° 13/13 che non arreca modifiche alla normativa precedente concernente gli esami di stato per gli alunni con disabilità. La novità dell’ordinanza è costituita dal comma 4 dell’art. 18 in cui si fa riferimento implicito agli alunni con altri Bisogni Educativi Speciali (svantaggio e disagio) di cui alla Direttiva Ministeriale del 27/12/2012 ed alla C.M. n° 8/13.

La norma così recita:
“Per altre situazioni di alunni con difficoltà di apprendimento di varia natura, formalmente individuati dal Consiglio di Classe, devono essere fornite dal medesimo Organo utili e opportune indicazioni per consentire a tali alunni di sostenere adeguatamente l’esame di Stato.”

È necessario elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni con BES, attraverso la redazione di un piano didattico personalizzato (PDP), che serva come strumento di lavoro per gli insegnanti e per documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate.

La scuola, fermo restando l’obbligo di presentazione delle certificazioni per l’esercizio dei diritti conseguenti alle situazioni di disabilità e di DSA, sulla base di attente considerazioni didattiche e psicopedagogiche, può intervenire con strumenti compensativi o misure dispensative.

Misure educative e didattiche di supporto

Agli studenti con BES è garantito:

–  l’uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico, che tengano conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti, quali il bilinguismo, adottando una metodologia e una strategia educativa adeguate;

– l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere;

– per l’insegnamento delle lingue straniere, l’uso di strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento, prevedendo anche, ove risulti utile, la possibilità dell’esonero.

Agli studenti con BES sono garantite, durante il percorso di istruzione e di formazione scolastica e universitaria, adeguate forme di verifica e di valutazione.

Quindi, per una corretta e completa valutazione è buona cosa che il Cdc/team docenti:

  • definisca chiaramente che cosa, come e perché si sta valutando;
  • separi i contenuti della valutazione dalle capacità strumentali necessarie a condividerli e ad esplicitarli;
  • dedichi attenzione al processo più che al solo prodotto elaborato;
  • predisponga lo svolgimento delle verifiche secondo le condizioni abituali individuate per lo studente.
  • È inoltre necessario che nella stesura delle prove in itinere e finali ogni docente tenga conto in particolare degli obiettivi irrinunciabili e degli obiettivi essenziali della propria materia, anche nella prospettiva di un curricolo verticale, soprattutto al fine di evitare riduzioni del curricolo di studio che precluderebbero l’ottenimento di un titolo con valore legale.

Come indicato anche dalla nota MIUR del 22.11.2013, la scuola può intervenire nella personalizzazione in tanti modi diversi, informali o strutturati, secondo i bisogni e la convenienza; pertanto la rilevazione di una mera difficoltà di apprendimento non dovrebbe indurre all’attivazione di un percorso specifico con la conseguente compilazione di un Piano Didattico Personalizzato Inoltre, nel caso di difficoltà non meglio specificate, soltanto qualora nell’ambito del Consiglio di classe (nelle scuole secondarie) o del team docenti (nelle scuole primarie) si concordi di valutare l’efficacia di strumenti specifici questo potrà comportare l’adozione e quindi la compilazione di un Piano Didattico Personalizzato, con eventuali strumenti compensativi e/o misure dispensative. Non è compito della scuola certificare gli alunni con bisogni educativi speciali, ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l’adozione di particolari strategie didattiche.

Pertanto l’uso di strumenti compensativi e di particolari metodologie didattiche nel corso dell’anno scolastico, e fino al momento in cui il PDP eventualmente non decada, dev’essere finalizzato a mettere in grado lo studente di affrontare l’esame di licenza o l’esame di Stato con le stesse possibilità degli altri studenti della stessa classe, riducendo al minimo la fatica e le difficoltà conseguenti lo specifico BES.

Nel link che segue troverete l’ OM con le parti evidenziate per gli alunni dsa.
http://www.aiditalia.org/upload/ordinanza_ministeriale_13_2013.pdf

Consultate anche questo documento dell’UST della LOMBARDIAhttp://www.istruzione.lombardia.gov.it/wp-content/uploads/2014/01/protlo45_ 13all1.pdf


Nel primo soccorso le manovre di disostruzione pediatriche sono quelle manovre atte alla liberazione delle vie aeree di un bambino da un corpo estraneo. L’ostruzione avviene quando, al momento dell’inalazione dell’oggetto nelle vie aeree, esso entra nella trachea anziché procedere normalmente per l’esofago.

Sono manovre salvavita in quanto i bambini con trachea ostruita, se non aiutati, possono andare incontro ad anossia e quindi subire conseguenze gravissime, tra cui la morte; la diffusione di tali manovre dovrebbe quindi essere capillare, soprattutto tra le persone che lavorano a contatto con i bambini. (Fonte)

http://youtu.be/1AY34yKQNIc

http://youtu.be/OI-6WTEyOmM