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Proponiamo una serie di risorse di rete per l’approfondimento di un tema difficile e misconosciuto.

Secondo il DSM IV la Disprassia viene generalmente inclusa nella definizione di DCD (Developmental Coordination Desorder), in italiano Disturbi della Coordinazione Motoria, ovvero Disturbo nel quale le prestazioni in compiti di coordinazione motoria, fini o grosso motori, sono significativamente al di sotto del livello atteso rispetto all’età e allo sviluppo intellettivo.

E’ infatti riconosciuta come un disturbo congenito o acquisito precocemente che, pur non alterando nella sua globalità lo sviluppo motorio, comporta difficoltà nella gestione dei movimenti comunemente utilizzati nelle attività quotidiane (ad es. vestirsi, svestirsi, allacciarsi le scarpe) e nel compiere gesti espressivi che servono a comunicare emozioni, stati d’animo; inoltre è deficitaria la capacità di compiere abilità manuali e abilità gestuali a contenuto prevalentemente simbolico. (fonte)

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PAI Piano annuale d'inclusività

Entro la fine di Giugno occorre redigere il Piano Annuale per l’inclusività (PAI) estensivamente per tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali. Per quest’anno il MIUR ha predisposto un modello esemplificativo di PAI scaricabile cliccando il link in basso

Scarica qui il modello di PAI elaborato dal MIUR

Fonte: Orizzontescuola


Segnaliamo il lavoro del dott. G. Lo Presti sui BIsogni educativi speciali (Fonte)

BES Bisogni educativi speciali

Gli studenti con disabilità, con disturbi evolutivi (come DSA, ADHD etc.) e con svantaggio socio-economico, linguistico e culturale necessitano di Bisogni Educativi Speciali (BES) a scuola.

Su questo tema oggi vi è molta confusione. Una lettura superficiale della normativa rischia di portare a delle affermazioni come “i BES non esistono”; “Allora sono tutti studenti-BES” oppure “Senza certificazione non posso fare niente” e molte altre ancora, ma è tutto inesatto.

Sulla base di questi e di altri punti problematici, ecco 10 delucidazioni necessarie per operare e muoversi, da insegnante, genitore ed operatore, descritte in maniera chiara e con un preciso richiamo ai punti più salienti delle direttive ministeriali:

 1 – La scuola individua gli studenti con Bisogni Educativi Speciali in tre modi, attraverso: certificazione, diagnosi o da considerazioni didattiche.

“Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socio-economico, linguistico, culturale” (punto 1, Dir. M. 27/12/2012)

Possiamo trovarci di fronte a tre diverse situazioni.

a) Alunni con certificazione di disabilità, questa fa riferimento alla leg. 104/92 (art3) ed elaboriamo un PEI.

b) Alunni con diagnosi di disturbi evolutivi:

– Se hanno diagnosi di DSA, facciamo riferimento alla Leg 170/10 e DM 5669 12/7/2012 ed elaboriamo un PDP.

– Se hanno diagnosi di ADHD, Disturbi del Linguaggio, Disturbi della coordinazione motoria o non-verbali allora la scuola è in grado di decidere in maniera autonoma, “se” utilizzare, o meno, lo strumento del PDP, in caso non lo utilizzi ne scrive le motivazioni, infatti: “la scuola può intervenire nella personalizzazione in tanti modi diversi, informali o strutturati, secondo i bisogni e la convenienza. (…) il Consiglio di Classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato con eventuali strumenti compensativi e/o misure dispensative, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione” (Piano Didattico Personalizzato, pag. 2 Nota Ministeriale MIUR del 22/11/2013, n°2363)

c) Alunni con svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale: “Tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi (come ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche

(Area dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale, CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013).

Il temine “ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche” presuppone che un alunno (in assenza di diagnosi o certificazioni mediche), il quale mostra delle difficoltà di apprendimento legate al fatto di provenire da un ambiente con svantaggio socio-economico, con deprivazioni culturali o linguistiche (come nel caso degli stranieri), può essere aiutato dalla scuola con l’adozione di percorsi individualizzati e personalizzati come strumenti compensativi e/o dispenativi (pag. 3 CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013) ma “non” è obbligata a fare il PDP, dunque sceglie in autonomia se fare o meno un PDP, e questi interventi dovranno essere per il tempo necessario all’aiuto in questione.

 2 – Alcuni BES possono essere anche temporanei

I Bisogni Educativi Speciali degli alunni nell’area dello svantaggio socio-economico, linguistico e culturale, prevedono interventi verificati nel tempo così da attuarli solo fin quando serve. Daremo priorità alle strategie educative e didattiche più frequenti anziché alle modalità di dispensazione/compensazione.

 “Si avrà cura di monitorare l’efficacia degli interventi affinchè siano messi in atto per il tempo strettamente necessario. Pertanto, a differenza delle situazioni di disturbo documentate da diagnosi, le misure dispensative (…) avranno carattere transitorio ed attinente aspetti didattici, privilegiando dunque le strategie educative e didattiche (…) più che strumenti compensativi e misure dispensative” (pag. 3 CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013)

 3 – Non esiste la “diagnosi di BES” ma necessità di Bisogni Educativi Speciali a  scuola

“Mio figlio ha un BES”, “Nella relazione vi è messo diagnosi di BES”, oppure ancora, alla domanda: “Che diagnosi ha? Di BES”: Sono tutte affermazioni errate, inesatte e difformi da ogni normativa e documento ufficiale. La diagnosi di “Bisogno Educativo Speciale” non esiste. La diagnosi è una dicitura sanitaria. La diagnosi può essere di “Disturbo Specifico di Apprendimento, nello specifico di Dislessia Evolutiva”, oppure diagnosi di “ADHD”. Quindi non esiste ne la diagnosi (e dunque neppure la certificazione) di Bisogni Educativi Speciali.

Cosa diversa è se vi è una relazione specialistica in cui dopo della dicitura diagnostica come “Discalculia Evolutiva” appare un suggerimento come “il soggetto necessita di un BES a scuola”. In questo caso lo psicologo o il medico che compila la relazione sottolinea semplicemente che la scuola avrà cura di adottare gli strumenti d’intervento per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali.

Dunque il BES non si certifica (per un approfondimento leggi il post del Prof. Flavio Fogarolo).

4 – I Bisogni Educativi Speciali dei DSA: ovvero BES e DSA sono due concetti diversi.

“La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA», che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana” (Art. 1 Leg.170/10).

I DSA tecnicamente non sono dei BES, ma i DSA necessitano di Bisogni Educativi Speciali a scuola, ovvero di interventi e strategie didattiche specifiche per i DSA.

Lo stesso principio vale per l’ADHD, o Disturbi del Linguaggio o svantaggio socio-culturale. Tutti questi necessitano di un Bisogno Educativo Speciale a scuola.

In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana

(Dir. MIUR 22/12/2012).

Per una più corretta informazione potrebbe essere meglio superare denominazioni come “BES e DSA”. Si rischia che il genitore, insegnante o operatore che legge, non conoscendo la normativa, la prima cosa che si domandi è: “ma allora BES e DSA sono due cose diverse?”.

5 – Il PDP – Piano Didattico Personalizzato NON è obbligatorio per tutti i BES

Il Piano Didattico Personalizzato citato nella normativa è previsto dal DM n°5669 12/7/2011 sui DSA.

E’ obbligatorio quando: abbiamo una diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento, dunque con tutti codici che iniziano con F 81 dell’ ICD-10.

“E’ necessario il riferimento ai codici nosografici (attualmente tutti quelli compresi nella categoria F81: Disturbi evolutivi Specifici delle Abilità Scolastiche) e alla dicitura esplicita del DSA in oggetto (della lettura e/o della scrittura e/o del calcolo).”

(Art. 3, comma 1, “Elementi di Certificazione Diagnostica” della Conferenza Stato-Regioni per Diagnosi DSA)

E’ scelta della scuola quando:

Abbiamo una diagnosi di Disturbo Evolutivo (diverso dai DSA) come ADHD, Disturbo del Linguaggio, Disturbo Coordinazione Motoria o visuo-spaziale.

Oppure quando abbiamo delle difficoltà di apprendimento, svantaggio socio-culturale o alunni stranieri.

“Si ribadisce che, anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che però non hanno diritto alla certificazione di Disabilità o di DSA, il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione”

(Piano Didattico Personalizzato, pag. 2 Nota Ministeriale MIUR del 22/11/2013, n°2363)

Nei casi con Disabilità certificata ai sensi della Leg.104/92 a scuola va compiliamo il PEI.

6 – Il PDP può essere compilato in qualsiasi periodo dell’anno.

Se vi è diagnosi di DSA si compila entro 3 mesi.

La compilazione spetta sempre alla scuola, e questo può avvenire durante l’anno anche inoltrato.

Solo per le diagnosi di DSA, il PDP dovrebbe essere operativo entro 3 mesi dalla presentazione della documentazione diagnostica a scuola. Motivo per cui è sempre bene segnarsi data e numero di protocollo della presentazione dei documenti.

 

“la scuola predispone, nelle forme ritenute idonee e in tempi che non superino il primo trimestre scolastico un documento che dovrà contenere almeno le seguenti voci, articolato per le discipline coinvolte dal disturbo” (DM n°5669 12/7/2011) a questo punto  seguono alcuni punti da inserire nel PDP, in questa pagina il MIUR mette a disposizione dei modelli di PDP.

 

Se si frequenta una classe in cui vi saranno gli esami di Stato, è invece richiesto che la diagnosi sia presentata entro il 31 marzo dell’anno in corso (CM n° 8 del 6/3/2013)

7- Consenso Genitori: firmano PDP, ma non (ovviamente) per interventi didattici.

Il PDP va firmato da tre figure: Dirigente scolastico (o da suo delegato), dai docenti e dalla famiglia, ciò è riportato a pag. 2 della CM n° 8 del 6/3/2013.

Infatti il PDP rappresenta un accordo di reciproca collaborazione tra scuola e famiglia. Ma, come abbiamo detto, il PDP non è necessario per tutti i BES, in molti casi la scuola può decidere di mettere in atto della strategie didattiche di intervento senza formalizzarle nel PDP. In questo caso, non essendoci il PDP non è necessaria alcuna firma da parte della famiglia. D’altro canto non c’è bisogno di alcun documento per spiegare l’utilizzo di strategie didattiche più conformi a migliorare l’apprendimento di un alunno in difficoltà.

8 – Il PDP è uno strumento operativo che va applicato.

Che il PDP non si trasformi in un dovere burocratico quanto piuttosto in un’occasione per i docenti di poter far apprendere al meglio i propri studenti.

Le indicazioni operative indicano che il PDP non è un elenco di modalità dispensative/compensative  e neppure delle caselline, tipo checklist, da spuntare.

Si corre il rischio di produrre un PDP più per il bisogno d’avere un documento da registrare che delle indicazioni semplici ed operative da poter adottare.

“il Piano Didattico personalizzato non può essere inteso come mera esplicazione di strumenti compensativi e dispensativi per gli alunni con DSA; esso è bensì lo strumento in cui si potranno, ad esempio, includere progettazione didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita (di cui moltissimi alunni con BES, privi di qualsivoglia certificazione diagnostica, abbisognano), strumenti programmatici utili in maggior misura rispetto a compensazioni o dispense, a carattere squisitamente didattico-strumentale”.

(CM n°8 del 6/3/2013).

La cosa più importante per il quale sono state elaborate queste normative, facciamo corsi di formazione e per cui siamo qui a discutere è di certo una: applicare il PDP in classe.

9 – BES e prove Invalsi: il loro svolgimento dipende dal tipo di disturbo o difficoltà.

La nota MIUR, in tal senso chiarisce ogni procedura (è possibile scaricarla qui) da cui riproponiamo la tabella riassuntiva:

Svolgimento prove INVALSI Inclusione dei risultati nei dati di classe e di scuola Strumenti compensativi o altre misure Documento di riferimento
BES Disabilità certificata ai sensi dell’art. 3 c.1 e c.3 della legge 104/1992 Disabilità intellettiva Decide la scuola NO Tempi più lunghi e strumenti tecnologici (art.16, c. 3 L. 104/92) 

Decide la scuola

PEI
Disabilità sensoriale e motoria SI SI (c) Decide la scuola PEI
Altra disabilità Decide la scuola NO (b) Decide la scuola PEI
Disturbi evolutivi specifici (con certificazione o con diagnosi) DSA certificati ai sensi della legge 170/2010 (d) Decide la scuola SI (a) Decide la scuola PDP
Diagnosi di ADHD-Bordeline cognitivi

-Disturbi evolutivi specifici

SI SI (a) Decide la scuola PDP
Svantaggio socio-economico, linguistico e culturale SI SI NO

(a) A condizione che  le misure compensative e/o dispensative siano concretamente idonee al superamento della specifica disabilità o del disturbo specifico.

(b) Salvo diversa richiesta della suola.

(c) A condizione che i dispositivi e gli strumenti di mediazione o traduzione sensoriale (ad esempio sintesi vocale) siano concretamente idonei al superamento della specifica disabilità sensoriale.

(d) Sono compresi anche gli alunni e gli studenti con diagnosi di DSA in attesa di certificazione.

10 – Con diagnosi di DSA rilasciata da struttura privata redigiamo il PDP

Qui il MIUR mette un punto fermo: Piano Didattico Personalizzato subito con la diagnosi di DSA della struttura privata in mano.

Il punto più rilevante di questa normativa è che permette alle famiglie, rivolgendosi al professionista privato,  di abbattere sia i lunghi tempi di molti enti pubblici, sia i costi elevati di tanti enti accreditati e nel contempo che vi sia garantita una diagnosi rigorosa perché compilata da professionisti che rispettano la Consesus Conference sui DSA.

In questo modo, sia la scuola che la famiglia, può attivarsi tempestivamente per una diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi come previsto dalla legge quadro dei DSA (comma f, art 2, L. 170/10).

Dunque i docenti possono accettare la diagnosi di DSA emessa da strutture private per la piena applicazione della Legge 170/10 e DM 5669 12/7/2011:

“Per quanto riguarda gli alunni in possesso di una diagnosi di DSA rilasciata da una struttura privata, si raccomanda – nelle more del rilascio della certificazione da parte di strutture sanitarie pubbliche o accreditate – di adottare preventivamente le misure previste dalla Legge 170/2010, qualora il Consiglio di classe o il team dei docenti della scuola primaria ravvisino e riscontrino, sulla base di considerazioni psicopedagogiche e didattiche, carenze fondatamente riconducibili al disturbo. Pervengono infatti numerose segnalazioni relative ad alunni (già sottoposti ad accertamenti diagnostici nei primi mesi di scuola) che, riuscendo soltanto verso la fine dell’anno scolastico ad ottenere la certificazione, permangono senza le tutele cui sostanzialmente avrebbero diritto. Si evidenzia pertanto la necessità di superare e risolvere le difficoltà legate ai tempi di rilascio delle certificazioni (in molti casi superiori ai sei mesi) adottando comunque un piano didattico individualizzato e personalizzato nonché tutte le misure che le esigenze educative riscontrate richiedono.”

(Pag. 2 e 3 della CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013).

Sulla base di questi dieci punti, ecco come agire praticamente a scuola con gli studenti con Bisogni Educativi Speciali.

 Schema riassuntivo delle nostre 10 precisazioni caso per caso:

 

Alunni che necessitano di Bisogni Educativi Speciali a scuola sono:  Come lo individuo Cosa faccio Per quanto tempo
Disabilità certificata ai sensi dell’art. 3 c.1 e c.3 della legge 104/1992 Disabilità intellettiva PEI Sempre ma con modifiche annuali.
Disabilità sensoriale e motoria
Altra disabilità
Disturbi evolutivi specifici (con certificazione o con diagnosi) DSALegge 170/2010

 

In attesa di certificazione, va bene diagnosi di specialista privato.

CM n° 8 del 6/3/2013

PDP Sempre ma con modifiche annuali.
Diagnosi di ADHD-Bordeline cognitivi

-Disturbi evolutivi specifici

 

Per “diagnosi” si intende invece un giudizio clinic

o, attestante la presenza di una patologia o di un

disturbo, che può

essere rilasciato da un medico, da uno psicologo o

comunque da uno specialista iscritto negli albi del

le professioni

sanitarie.”

CM n° 8 del 6/3/2013

 

Strategie didattiche non formalizzare 

oppure

 

PDP

(se il CdC lo ritiene opportuno)

 

“Il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione”

(Nota MIUR del 22/11/2013, n°2363)

Circoscritto nell’anno scolastico di riferimento e messo in atto per il tempo strettamente necessario. 

CM n° 8 del 6/3/2013

 

 

 

Svantaggio socio-economico, linguistico e culturale Tali tipologie di BES dovrannoessere individuate sulla base di elementi oggettivi

(come ad es. una segnalazione degli operatori dei  servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche.”

Note La diagnosi di BES non esiste.

Un anno sperimentale: raccontaci la tua opinione

Il MIUR nella Nota del 22/12/2013 ha sottolineato che il corrente anno scolastico sarà utilizzato per sperimentare e monitorare procedure e metodologie relative ai Bisogni Educativi Speciali a scuola.

E’ quindi importante conoscere la tua esperienza e quella dei tuoi colleghi.

Scarica e dai uno sguardo all’allegato proposto, stampalo o inoltralo ad amici e conoscenti per conoscere anche la loro opinione. Ma, sopra ogni cosa, se questo post è ricco di informazioni è anche grazie a chi ha speso il proprio tempo a raccontare la propria esperienza.

Come ti trovi a scuola con la nuova normativa sui BES? Che miglioramenti apporteresti? Cosa va bene o che cosa cambieresti?

http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/glopresti/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Qui trovi tutti i link alla normativa citata nel testo:

Legge quadro sui DSA 170/2010

DM 5669 del 12/7/2011

Direttiva BES del 27/12/2012

Circolare MIUR n° 8-561 6/3/2013

Nota MIUR del 22/11/2013

Nota Invalsi per alunni BES

 

 

 

 

 

 


Segnaliamo con piacere. 

 Guida DSA

Autore:  Anna La Prova, Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.

Questa Nuova guida gratuita, destinata a insegnanti, intende fornire informazioni basilari su cosa sono i DSA e come si riconoscono. Vuole poi fornire alcuni suggerimenti operativi utili, per intervenire in classe in modo da facilitare l’apprendimento degli alunni con DSA.

All’interno di questa guida scoprirai:

  • cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)
  • quali sono le cause dei DSA
  • come si manifestano i DSA alla scuola dell’infanzia
  • come si manifestano i DSA alla scuola primaria
  • come si manifestano i DSA alla scuola secondaria 
  • cosa fare come insegnanti quando abbiamo in classe un alunno con DSA
  • come facilitare l’apprendimento degli alunni con DSA

…e molto altro ancora. Spero possa esserti di aiuto ed utilità :)

Fonte – http://www.adhdbambiniiperattivi.com/dsascuola/


Fanno parte dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA): la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia; tali disturbi possono manifestarsi singolarmente (soggetti non gravi) o tutti insieme (soggetti più gravi). Giacomo Stella, Presidente dell’AID, l’Associazione Italiana Dislessia (http://www.dislessia.it), parla della dislessia come di un disturbo specifico di lettura che si manifesta in persone intelligenti le quali trovano difficoltà nell’automatizzare il processo di interpretazione dei segni grafici. Questa difficoltà di decodifica viene fuori con un deficit nella velocità e nell’accuratezza della lettura, che si ripercuote, nella maggioranza dei casi, sulla comprensione del testo scritto. E’ fondamentale sottolineare che la dislessia non è causata da un ritardo mentale di intelligenza né da problemi ambientali e da deficit sensoriali . Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacità e le sue energie, poichè non può farlo in maniera automatica. Egli si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. Il dottor Lorenzo Saccomanni nel 1999 afferma che il soggetto dislessico possiede <<disturbi dell’attenzione con o senza iperattività che vanno ad avere effetto sia sulla sfera cognitiva e quindi anche e soprattutto sull’apprendimento di determinate abilità linguistiche come quelle di lettura e scrittura, sia sulla sfera comportamentale, impedendo ai bambini che ne soffrono di mantenere alto il loro livello di concentrazione per periodi prolungati. Laddove sia presente anche il deficit di iperattività ne risulta un’ ulteriore impulsività, spesso comportamenti violenti e attenzione estremamente variabile>>. La difficoltà di lettura dei bambini dislessici può essere più o meno grave e spesso è accompagnata da un disturbo nella velocità e nell’accuratezza della scrittura che si manifesta con frequenti errori ortografici (disortografia) e/o con una difficoltà esecutiva del tratto grafico tale da rendere il testo incomprensibile anche agli autori stessi (disgrafia). La dislessia può essere accompagnata anche da disturbi nell’ambito dei numeri e del calcolo (discalculia), che si caratterizza tramite una difficoltà di automatizzazione di semplici calcoli e delle tabelline, nonché nella manipolazione dei numeri e dei segni aritmetici. Solitamente la soluzione dei problemi matematici è buona, ma può essere compromessa dal troppo impegno del bambino che si stanca facilmente nell’elaborazioni di calcolo e nella lettura e scrittura del numero. Le cause dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono dovute ad alterazioni di natura neurobiologica, non dipendono assolutamente da problemi psicologici (emotivo-relazionali, familiari,…), da pigrizia o poca motivazione. Tali disturbi sono caratteristiche personali con cui il bambino nasce, si manifestano appena lo stesso bimbo viene esposto all’apprendimento della letto-scrittura e si modificano nel tempo, senza però scomparire mai del tutto, nemmeno in età adulta. Graziano Lacaita, nei suoi Studi sulla dislessia evolutiva (http://eprints.unife.it/annali/lettere/2006vol2/lacaita.pdf), afferma che quando si parla di dislessia, una prima distinzione deve essere fatta tra dislessia evolutiva e dislessia acquisita: la differenza consiste sostanzialmente nella natura del deficit e tale scoperta è stata fatta solamente alla fine del secolo scorso. Se da un lato la dislessia acquisita, così come indica lo stesso aggettivo, sopraggiunge in seguito a traumi o lesioni che vanno a colpire specifiche aree del cervello danneggiandole e quindi impedendone il corretto funzionamento, la dislessia evolutiva, invece, può essere definita come una condizione insita il più delle volte già nel feto, a livello cerebrale, che si manifesta durante l’età evolutiva e precisamente nel momento in cui colui o colei che ne sono affetti, pur avendo un quoziente d’intelligenza nella norma e pur ricevendo i corretti insegnamenti che dovrebbero fargli o farle acquisire le abilità necessarie alla lettura, si dimostra incapace di leggere in maniera esatta e soprattutto consona al suo livello d’istruzione e alla sua età. In maniera più specifica, si potrebbe affermare che nella dislessia acquisita si perde un’abilità in precedenza già appresa, mentre nella dislessia evolutiva non esiste la possibilità di imparare a leggere correttamente a causa della presenza di determinate anomalie delle strutture cerebrali e spesso di alcuni cromosomi, geni e marcatori genetici che condizionano sin dalla nascita la vita del neonato o della neonata, perché portatori dei deficit fonologici, uditivi e di memoria a lungo termine da cui è originato il disturbo del linguaggio. I dati pubblicati dall’International Dyslexia Association (http://www.dyslexia-ca.org/) nel 2000, mettono in evidenza che in tutto il mondo, la percentuale delle persone in cui si manifestano Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) si aggira tra il 5 e il 20%, tra tutte queste persone l’85% è affetto da dislessia, sia essa evolutiva o acquisita. Queste stime fanno comprendere quanto importante e serio sia il problema oggigiorno. In Italia il disturbo della dislessia è poco conosciuto nonostante riguardi almeno 1.500.000 persone, circa il 3-4% della nostra popolazione, mediamente un bambino per classe. E’ quindi un fenomeno di grandi dimensioni che avrebbe bisogno di un’attenzione particolare da parte di tutti i ruoli della nostra società: clinici, psicologi, insegnanti e genitori.

1.2 L’uso dell’informatica come supporto per i DSA

Il principale indicatore di efficacia per avere una diagnosi sui Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) è la precocità dell’intervento, per questo motivo è necessario uno strumento di screening in grado di individuare i casi di sospetto di DSA già durante le prime fasi di apprendimento della letto-scrittura. Lo screening si basa su test informatici che servono per captare le abilità cognitive e per predire le difficoltà di letto-scrittura dei bambini e dei ragazzi, prima che passi troppo tempo e non diventi inefficace intervenire. Questi test sono stati creati inizialmente in Inghilterra per poi essere utilizzati in tutta Europa. CoPs (Cognitive Profiling System), un sistema computerizzato di valutazione psicometrica per bambini in età compresa tra i 4 e gli 8 anni, permette di fare una diagnosi su un disturbo di dislessia, disortografia, disgrafia o discalculia (DSA). CoPs, di proprietà dellaCooperativa Anastasis di Bologna (Centro di Formazione che utilizza le nuove tecnologie a favore delle persone con disabilità o svantaggio), è costituito da test informatici riguardanti le abilità cognitive che possono prevedere il disturbo della dislessia, (inclusa l’abilità fonologica, la memoria di lavoro e la discriminazione uditiva) attraverso una situazione accattivante di gioco. Questi test informatici uniti insieme a strumenti informatici di ausilio per l’apprendimento (software didattico, scanner, sintetizzatore vocale,…), portano i bambini e i ragazzi che soffrono di DSA ad un importante collaborazione tra metodo verbale e tecniche di memorizzazione del canale visivo (Visual Thinking). Il Visual Thinking o pensiero visuale, permette di sviluppare la cognizione visiva e liberare il potenziale creativo attraverso le facoltà inventive, intuitive e di immaginazione. Uno dei maggiori problemi presenti nei soggetti che soffrono di DSA, è la mancanza di autonomia nell’apprendimento, la quale porta i soggetti ad una disistima e ad un insuccesso formativo. Per raggiungere l’autonomia formativa occorrono:

  1. adeguati strumenti compensativi ed ausiliari;
  2. una buona motivazione;
  3. un ambiente favorevole e stimolante.

L’informatica si presta in maniera specifica a supportare tali caratteristiche. Il computer, nel giro di pochi anni è entrato in tutte le realtà produttive e non solo, infatti è possibile trovarlo in ogni ufficio e molto spesso nelle abitazioni private (oltre il 51% delle famiglie possiede un computer). Le principali ragioni che hanno portato il computer ad avere questo enorme successo sono:

  • a) Velocità
  • b) Memoria
  • c) Estetica
  • d) Riproducibilità
  • e) Rielaborabilità
  • f) Reperibilità
  • g) Scambio (altro…)

il disturbo della comprensione del testo

La capacità di lettura non riguarda solo la decifrazione di lettere e parole; si tratta infatti di un processo complesso, che implica la comprensione del testo.
È abbastanza frequente che i bambini, troppo impegnati a decodificare le parole, facciano fatica a comprenderne il significato ed è importante sollecitare la loro attenzione e la loro partecipazione attiva durante la lettura.
Il disturbo di comprensione può non emergere nei primi anni della scuola primaria, poiché i testi sono prevalentemente di tipo narrativo, la loro lunghezza non è eccessiva e il brano è corredato da immagini facilitanti; invece, quando i contenuti acquistano una maggiore complessità, questa difficoltà può insorgere anche se la lettura si svolge con scorrevolezza.
Questo disturbo, quindi, non ha niente a che vedere con la cattiva lettura, ma riguarda esclusivamente la mancata comprensione del significato del testo. È però importante riuscire a distinguere la difficoltà di comprensione dal disturbo di comprensione.
La difficoltà di comprensione è causata da carente preparazione di base, da un ambiente familiare poco stimolante, da diversa appartenenza linguistica, da scarso allenamento alla lettura. Il Disturbo della Comprensione del testo non ha nulla a che vedere con tutto questo.
Ecco le principali caratteristiche di questo disturbo:
– Le prestazioni ottenute dalla somministrazione di prove specifiche relative alla comprensione del testo sono al di sotto della norma.
– Il livello intellettivo del soggetto è invece nella norma o, comunque, più elevato rispetto all’esito della prova di comprensione del testo.
– I risultati non sono da attribuire a situazioni di svantaggio socioculturale nè a carenza di preparazione di base o allo scarso allenamento, per cui la difficoltà osservata risulta, da questo punto di vista, inspiegabile.
– Il soggetto, inoltre, non presenta deficit di tipo sensoriale (visivo o uditivo), cui possa essere attribuibile il deficit di comprensione.
Questo disturbo è attualmente molto studiato dagli esperti, i quali ritengono che la carenza nelle prestazioni può essere influenzata da difficoltà nella memoria a breve e a lungo termine, ma anche dalla quantità di conoscenze precedenti che un lettore possiede. Un buon lettore, infatti, ha facilità nel compiere inferenze. Le inferenze sono deduzioni, ragionamenti, che consentono di comprendere il significato di una parola in relazione al contesto della frase e del periodo in cui è inserita e di intuire informazioni implicite nel testo.
Per comprendere un testo dobbiamo essere capaci di ricavare le informazioni più importanti e di porre quindi in secondo piano quelle più marginali; è grazie a questa capacità che la memoria non sarà sovraccaricata e potrà adeguatamente eseguire l’incarico che le spetta: mantenere ed elaborare i contenuti del testo.
I cattivi lettori possono avere difficoltà a eliminare le informazioni irrilevanti e non riescono quindi
conservare in memoria le informazioni importanti.
Le conseguenze in ambito scolastico
Le prestazioni di questi bambini risultano chiaramente deficitarie; la comprensione del testo è infatti irrinunciabile nell’apprendimento scolastico.
Un bambino con difficoltà di comprensione del testo incontra quindi notevoli ostacoli; il suo percorso scolastico è più lento, i suoi risultati più scarsi. Le sue capacità intellettive sono invece superiori al suo livello di comprensione del testo e questo fa sì che ci sia buona consapevolezza della propria difficoltà, con conseguenti ripercussioni sul piano emotivo e motivazionale. Le costanti frustrazioni fanno, infatti, scaturire la convinzione della propria incapacità. Come per gli altri disturbi fin qui descritti, è indispensabile una valutazione specialistica, attraverso la somministrazione di test
standardizzati.
L’insegnante pur non procedendo con l’uso dei test, è in grado, per la propria professionalità, di individuare precocemente le situazioni a rischio. L’osservazione del bambino mentre legge, l’individuazione delle sue capacità di decodifica in relazione alla classe frequentata, i livelli di
comprensione del testo individuati attraverso la lettura di brani di graduale difficoltà, consente di comprendere qual è il suo tipo di comprensione, qual è la soglia oltre la quale inizia la difficoltà a comprendere.
Il percorso di aiuto da portare avanti nella scuola riguarda principalmente la proposta di attività relative alle abilità che riguardano il processo di comprensione:
– sviluppare la capacità di fare inferenze
– aiutare a individuare e a sottolineare le parti più importanti del testo
– potenziare le abilità metacognitive
– ampliare le conoscenze attraverso il racconto orale
– fornire strategie utili per la comprensione
È importante ricordare che, sia i genitori sia gli insegnanti, devono prestare grande attenzione non solo alla capacità del bambino di leggere speditamente un testo, ma anche a quanto egli ha compreso. Nel caso si evidenzino chiare difficoltà è preferibile comprenderne il motivo, attraverso un percorso diagnostico, che, più è precoce, più permette di mettere in atto strategie di potenziamento, per ridurre il più possibile il rischio che la difficoltà interferisca a mano a mano nello sviluppo
cognitivo.
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Presentazione

La matematica è una materia che deve piacere altrimenti si fa fatica ad imparare.E’ risaputo, infatti, che essa non riscuote, tra i ragazzi, larghi consensi.Sono convinta che si potrebbe iniziare a presentarla, sotto forma di gioco, ai bambini  dalla Scuola dell’Infanzia A loro piace molto giocare e giocare con i numeri potrebbe essere un gioco nuovo e divertente.Diamo il via, dunque, ad attività che li veda contare, misurare, pesare.La creatività non ci manca e i piccoli ci aiuteranno a raggiungere gli obiettivi fissati per loro perchè, giocando,  riusciranno ad imparare e ad amare il numero in tutte le sue forme: quantità, contare per contare, ordinare, numerare, piccole operazioni, insiemi.

Obiettivi

Affinchè il bambino sviluppi il pensiero logico-matematico, è molto importante che eserciti la capacità di cogliere le differenze quantitative, di confrontare le quantità numeriche, di riconoscere le quantità uguali, maggiori e minori e acquisisca le abilità matematiche relative alla soluzione dei problemi.

Per questo motivo deve:

Conoscere i simboli numerici e le relative quantità

Conseguire le capacità di raggruppare, ordinare, misurare, pesare

Saper fare piccole operazioni di matematica

Costruire insiemi

1IIII

Fonte – http://www.confantasia.it/Gioco%20con%20la%20matematica.htm



Nota importante: [Il presente testo è frutto di traduzione dalle fonti indicate al termine dell’articolo; pur avendolo riportato per completezza, non condivido tutte le indicazioni riportate, consiglio di valutare sempre ciascun punto con lo specialista che segue il bambino, in quanto il disturbo è tutt’ora oggetto di ricerche e manca l’unanimità di vedute nel mondo scientifico]

Introduzione

La sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è un insieme di comportamenti riscontrabile in molti bambini e adulti. Chi ne soffre ha problemi a prestare attenzione e a concentrarsi a scuola, a casa o sul posto di lavoro. Anche se cerca di concentrarsi, può avere molte difficoltà.

I bambini possono essere molto più attivi e/o impulsivi rispetto ai loro coetanei. Questi comportamenti causano problemi significativi nella vita di relazione, nell’apprendimento e nel comportamento. Per questo motivo i bambini che soffrono di ADHD in alcuni casi sono considerati “difficili” oppure si ritiene che abbiano problemi comportamentali.

Chi soffre di ADHD ha molte difficoltà a organizzarsi, ad ascoltare le istruzioni, a ricordare i dettagli e a controllare il proprio comportamento, quindi spesso ha problemi di relazione in casa, a scuola o sul posto di lavoro.

Non si sa invece molto sull’ADHD negli adulti, dove spesso la diagnosi avviene quando si scopre che il figlio è affetto dallo stesso disturbo, probabilmente ereditario.

La sindrome da deficit di attenzione e iperattività colpisce con maggior frequenza i maschi.

L’ADHD guarisce crescendo?

Un tempo si pensava che l’ADHD guarisse spontaneamente con la crescita. Ora si sa che, per la maggior parte dei bambini, questo discorso non è vero. I sintomi dell’ADHD spesso migliorano quando il bambino cresce e impara a gestirli. L’iperattività di norma scompare nella tarda adolescenza, tuttavia circa la metà dei bambini affetti da ADHD continua a distrarsi facilmente, ha sbalzi d’umore, è aggressiva e non è in grado di portare a termine i compiti assegnati. I bambini che hanno genitori che vogliono loro bene e che li sostengono concretamente, anche insieme alle figure di riferimento scolastico, con gli psicologi e i medici, hanno migliori probabilità di diventare adulti sani ed equilibrati.

Cause

Chi soffre della sindrome da deficit di attenzione e iperattività non produce una quantità sufficiente di sostanze chimiche nelle zone del cervello responsabili dell’organizzazione del pensiero. Senza una quantità sufficiente di queste sostanze chimiche i centri organizzativi del cervello non riescono a lavorare bene e quindi si verificano i sintomi dell’ADHD.

Quando a un bambino viene diagnosticata l’ADHD, i genitori spesso iniziano ad avere sensi di colpa, ma le cause del disturbo probabilmente hanno più a che vedere con fattori ereditari che non con le scelte dei genitori. L’ADHD ha ancora molti lati oscuri, però si ritiene che possa essere causata da diversi fattori:

  • Anomalie della funzionalità e dell’anatomia cerebrali. La causa esatta dell’ADHD rimane un mistero, ma gli esami di scansione del cervello hanno scoperto differenze importanti nella struttura e nell’attività cerebrale dei pazienti colpiti dall’ADHD. Ad esempio sembrerebbe che, in tali pazienti, le aree del cervello deputate al controllo dei livelli di attività e dell’attenzione siano meno attive del normale.
  • Ereditarietà. L’ADHD tende ad essere ereditaria. Attualmente sono in corso ricerche su diversi geni che potrebbero essere connessi a questo disturbo.
  • Fumo durante la gravidanza, uso di droghe ed esposizione alle tossine. Le gestanti che fumano corrono un rischio maggiore di mettere al mondo un figlio affetto dall’ADHD. L’abuso di alcol o di droghe durante la gravidanza probabilmente fa diminuire l’attività dei neuroni (cellule nervose) che producono i neurotrasmettitori. Anche le gestanti esposte alle tossine ambientali potrebbero correre un rischio maggiore di mettere al mondo figli affetti dall’ADHD.
  • Esposizione del bambino alle tossine ambientali. I bambini in età prescolare esposti a determinate tossine presentano un rischio maggiore di soffrire di problemi comportamentali e dello sviluppo. L’esposizione al piombo, che si trova soprattutto nelle vernici e nei tubi degli edifici vecchi è stata connessa ai comportamenti distruttivi e persino violenti e alla diminuzione della capacità di concentrazione.
  • Additivi alimentari. Gli additivi alimentari, come i coloranti e i conservanti artificiali, probabilmente contribuiscono al comportamento iperattivo. Lo zucchero è da più parti sospettato di causare l’iperattività, ma finora non c’è alcuna prova attendibile a sostegno di questa tesi.

Fattori di rischio

  • Esposizione della madre alle tossine durante la gravidanza.
  • Fumo, abuso di alcol o uso di droghe durante la gravidanza.
  • Precedenti famigliari di ADHD o di determinati altri disturbi del comportamento e dell’umore.
  • Basso peso alla nascita.

L’ADHD spesso si presenta insieme ad altri disturbi (comorbilità), tra cui ricordiamo:

  • disturbi dell’apprendimento,
  • disturbo opposizionale (ODD),
  • Ansia e depressione,
  • uso di droghe.

Sintomi

Il paziente che soffre della sindrome da deficit di attenzione e iperattività presenta almeno sei dei sintomi qui elencati:

  • Ha difficoltà a seguire le istruzioni.
  • Ha difficoltà a fare attenzione durante le attività di studio, lavoro o gioco, a scuola, sul posto di lavoro e a casa
  • Perde il materiale necessario per la scuola, il lavoro e l’attività domestica.
  • Sembra sempre “nelle nuvole” e sembra che non ascolti mai quando gli si parla.
  • Non presta attenzione ai dettagli.
  • Sembra disorganizzato.
  • Ha problemi con i compiti che richiedono una pianificazione.
  • Dimentica le cose.
  • Si distrae facilmente.

Chi soffre di ADHD ed è iperattivo/impulsivo presenta almeno 6 dei sintomi seguenti:

  • È irrequieto.
  • Corre o si arrampica quando non dovrebbe.
  • Non riesce a fare giochi tranquilli.
  • Risponde senza riflettere.
  • Interrompe chi sta parlando.
  • Non riesce a stare seduto.
  • Parla troppo.
  • È sempre in movimento.
  • Ha problemi ad attendere il proprio turno.

Si può sospettare che il comportamento del bambino sia causato dall’ADHD se si notano disattenzione, iperattività o comportamenti impulsivi ripetuti che:

  • Durano per più di sei mesi.
  • Si verificano in diverse situazioni (di solito sia a casa sia a scuola).
  • Interrompono o turbano regolarmente le attività scolastiche, il gioco e le altre attività.
  • Causano problemi relazionali con gli adulti e con gli altri bambini.

I comportamenti connessi all’ADHD possono essere diversi a seconda del sesso del bambino:

  • I maschi tendono a essere soprattutto iperattivi, mentre alle femmine, in molti casi, non viene diagnosticato il disturbo perché tendono a essere disattente ma calme.
  • I maschi tendono a ribellarsi di più agli insegnanti e agli adulti, quindi il loro comportamento viene notato con maggior facilità.
  • Le femmine che hanno problemi di attenzione spesso sognano ad occhi aperti, mentre i maschi disattenti tendono a giocare o a muoversi senza sosta.

Qual è il confine tra il comportamento normale e l’ADHD?

La maggior parte dei bambini sani è disattenta, iperattiva o impulsiva di tanto in tanto. Ad esempio i genitori potrebbero preoccuparsi se il figlio di tre anni non riesce a prestare attenzione dall’inizio alla fine quando gli si racconta una storia; tuttavia è normale che i bambini in età prescolare si distraggano facilmente e non siano in grado di concentrarsi troppo a lungo su un’attività. Anche nei bambini più grandi e negli adolescenti la capacità di concentrarsi dipende spesso dall’interesse che si prova per l’attività. La maggior parte degli adolescenti è perfettamente in grado di ascoltare la musica o di parlare con gli amici per ore, ma può essere molto meno concentrata sui compiti.

Lo stesso discorso vale per l’iperattività. I bambini piccoli normalmente sono pieni di energie e riuscirebbero a esaurire le energie di qualsiasi adulto prima di stancarsi. Inoltre possono diventare ancor più attivi quando sono stanchi, hanno fame, sono ansiosi o si trovano in un ambiente nuovo. Alcuni bambini, infine, sono più attivi dei loro coetanei. Non si dovrebbe mai giungere alla diagnosi di ADHD solo perché un bambino è diverso dagli amici o dai fratelli.

I bambini che hanno problemi scolastici ma se la cavano bene sia a casa sia con gli amici probabilmente si trovano ad affrontare un disturbo diverso dall’ADHD. Lo stesso discorso vale per i bambini che hanno problemi di iperattività e disattenzione a casa, ma sono perfettamente a loro agio sia a scuola sia con gli amici.

Quando chiamare il medico

Se sospettate che vostro figlio manifesti i sintomi dell’ADHD, ad esempio le difficoltà di concentrazione, i problemi a rimanere seduto o l’incapacità di controllare il suo comportamento, andate dal pediatra o dal medico di famiglia. Il medico può indirizzarvi verso uno specialista, ma è fondamentale escludere eventuali patologie fisiche che potrebbero essere la causa delle difficoltà del bambino.

Se vostro figlio è già in terapia per l’ADHD, dovrebbe essere portato regolarmente dal medico, almeno due volte all’anno se i sintomi rimangono stabili. Ricordate di chiedere al medico quale dovrebbe essere la frequenza delle visite. Chiamate il medico se il bambino presenta effetti collaterali dovuti ai farmaci, ad esempio ha poco appetito, ha problemi a dormire o è più irritabile del solito. Alcuni bambini in terapia con gli stimolanti possono perdere l’appetito e avere problemi a mantenere il tasso di crescita (di peso e altezza) che avevano prima dell’inizio della terapia. Tuttavia molto probabilmente riusciranno a raggiungere il potenziale di crescita entro l’età adulta.

Pericoli

L’ADHD può rendere difficile la vita del bambino.

I bambini affetti dall’ADHD:

  • Fanno molti sforzi in classe: possono essere bocciati e giudicati male dagli altri bambini e dagli adulti.
  • Tendono ad avere più incidenti e traumi di tutti i generi rispetto ai bambini sani.
  • Hanno maggiori probabilità di avere problemi di interazioni con i coetanei e gli adulti.
  • Corrono un rischio maggiore di dipendenza dall’alcol e dalle droghe e di manifestare altri comportamenti a rischio.

L’ADHD non è la causa diretta di altri problemi psicologici o di sviluppo, tuttavia i bambini che ne soffrono corrono un rischio maggiore di soffrire contemporaneamente anche di altri disturbi come:

  • Disturbo opposizionale (ODD). Questo disturbo è definito come un insieme di comportamenti negativi, di sfida e di ostilità di fronte alle figure dell’autorità.
  • Disturbo della condotta. Si tratta di un disturbo più grave rispetto all’ODD, caratterizzato da comportamenti antisociali, come furti, litigi, distruzione di oggetti altrui e lesioni a persone e animali.
  • Depressione e disturbo bipolare. La depressione è frequente tra i bambini affetti da ADHD. Alcuni bambini possono soffrire di disturbo bipolare, che comprende sia la depressione sia comportamenti maniacali.
  • Disturbi d’ansia. I disturbi d’ansia tendono a presentarsi abbastanza spesso nei bambini affetti dall’ADHD e possono causare preoccupazione eccessiva, nervosismo e peggioramento dei sintomi dell’ADHD. Una volta curata e riportata sotto controllo l’ansia, i bambini riusciranno più facilmente a gestire i sintomi dell’ADHD.
  • Disturbi dell’apprendimento. I disturbi dell’apprendimento sono frequenti tra i bambini affetti dall’ADHD; tuttavia l’ADHD può colpire anche bambini molto dotati. I bambini colpiti sia dall’ADHD sia da disturbi dell’apprendimento possono aver bisogno di un insegnante di sostegno o di aiuti specifici.
  • Sindrome di Tourette. Molti bambini colpiti dall’ADHD soffrono anche della sindrome di Tourette, un disturbo neurologico caratterizzato da tic muscolari o vocali incontrollati.

Diagnosi differenziale

Si può essere iperattivi o distratti per molti motivi diversi. Quando fa la diagnosi, il medico probabilmente prende in considerazione anche alcuni dei problemi di salute qui elencati:

  • Depressione o problemi d’umore,
  • Ansia o attacchi di panico,
  • Effetti collaterali di farmaci (anche da banco) o di integratori erboristici,
  • Problemi alla tiroide o altri problemi di natura ormonale,
  • Alcolismo o abuso di sostanze,
  • Esposizione al piombo.

Diagnosi

Molte persone tentano l’autodiagnosi usando i test o gli elenchi di sintomi visti sui giornali, alla TV o su Internet. Gli elenchi di sintomi possono essere utili ma, se pensate di soffrire di ADHD, è opportuno andare dal medico. Il medico probabilmente vi rivolgerà domande di questo genere:

  1. Ha problemi di concentrazione e di iperattività? Li ha da quando era piccolo?
  2. Le risulta difficile rimanere calmo o di buon umore?
  3. L’organizzazione e la puntualità le creano problemi?
  4. Ha questi problemi sia a casa sia sul posto di lavoro?
  5. I suoi famigliari e gli amici le fanno notare che ha problemi di questo tipo?
  6. Ha problemi fisici o psicologici che possono influire sul suo comportamento?

Il medico probabilmente vi visiterà e vi farà gli esami per scoprire se soffrite di problemi di salute con sintomi simili a quelli dell’ADHD.

Vi potrà infine rivolgere domande sul passato, sulla vita attuale e sulla vita di relazione e probabilmente vi sarà richiesto di compilare un questionario.

 Bambini

Si può giungere alla diagnosi di ADHD soltanto assemblando le informazioni sul comportamento di vostro figlio provenienti dalle diverse persone che interagiscono con lui. Il pediatra vi porrà diverse domande e, con ogni probabilità, vorrà ottenere qualche informazione in più dagli insegnanti e chiunque altro possa essere informato sul comportamento del bambino. Potrà consegnarvi questionari appositi che compilerete direttamente o che farete compilare agli insegnanti. In questo modo riuscirete a confrontare il comportamento di vostro figlio con quello degli altri bambini suoi coetanei.

Se vostro figlio non ha eseguito di recente gli esami della vista e dell’udito, il pediatra probabilmente glieli prescriverà.

Potrebbe consigliarvi di ricorrere alla terapia farmacologica, ma la diagnosi dell’ADHD non può comunque mai basarsi sulla risposta a un determinato farmaco, anche se può essere un fattore importante per la valutazione del bambino se si sospetta che soffra di ADHD.

Per il pediatra può essere molto difficile dire se vostro figlio soffre di ADHD. Molti bambini con questo problema, infatti, rimangono molto tranquilli durante la visita. Proprio per questo, il pediatra può indirizzarvi verso una figura specializzata nell’aiuto dei bambini con problemi comportamentali, ad esempio uno psicologo.

Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali dell’American Psychiatric Association

La diagnosi di ADHD è un processo in diversi stadi. Non esiste un unico esame per diagnosticare l’ADHD; inoltre molti altri problemi, come l’ansia, la depressione e determinati tipi di disturbi dell’apprendimento, possono causare sintomi simili.

Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali dell’American Psychiatric Association (Diagnostic and statistical manual of mental disorders, indicato con la sigla DSM-IV TR) è usato dai medici specialisti come strumento per la diagnosi dell’ADHD. Questo protocollo diagnostico è utile per essere sicuri di arrivare a una diagnosi e a una terapia corrette. L’uso dello stesso protocollo in tutta la comunità scientifica è utile per capire la diffusione dell’ADHD e il suo impatto sulla salute pubblica.

Criteri per la diagnosi dell’ADHD

A. Sei o più dei sintomi seguenti del deficit di attenzione sono presenti da almeno sei mesi e ostacolano o sviluppo cognitivo:

Disattenzione

  1. Il paziente spesso non presta attenzione ai dettagli o fa errori di sbadataggine a scuola, al lavoro o durante le altre attività.
  2. Spesso ha problemi a prestare attenzione a scuola, al lavoro o durante il gioco.
  3. Sembra distratto quando ci si rivolge direttamente a lui.
  4. Non segue le istruzioni e i comandi e non riesce a portare a termine i lavori a scuola, in casa o sul posto di lavoro (non si tratta di un comportamento opposizionale e il paziente riesce benissimo a capire ciò che gli viene detto o ordinato di fare).
  5. Ha spesso problemi a organizzare le proprie attività.
  6. Spesso evita, non ama o non vuole dedicarsi alle attività che richiedono uno sforzo mentale intenso e prolungato (come i compiti a casa o le attività scolastiche).
  7. Perde spesso ciò che gli serve per portare a termine i compiti e le attività (ad esempio i giocattoli, il diario, le matite, i libri o altri oggetti).
  8. Tende a distrarsi facilmente.
  9. Nella vita di tutti i giorni è spesso distratto.

B. Sono presenti da almeno sei mesi sei o più dei sintomi di iperattività/impulsività qui elencati, in misura tale da disturbare la vita del paziente e in modalità non appropriate per il livello di sviluppo del paziente:

Iperattività

  1. Il paziente gesticola, muove i piedi o si agita sulla sedia quando dovrebbe stare seduto tranquillo.
  2. Si alza anche quando dovrebbe stare seduto.
  3. Corre o si arrampica anche in situazioni non appropriate (gli adolescenti e gli adulti possono sentirsi molto irrequieti).
  4. Ha problemi a giocare o a divertirsi tranquillamente.
  5. Sembra in perenne movimento o agisce come se fosse in moto perpetuo.
  6. In molti casi parla troppo.

Impulsività

  1. Risponde spesso d’impulso, prima che gli altri abbiano concluso la domanda.
  2. Spesso ha problemi ad aspettare il suo turno.
  3. Interrompe o si intromette nelle attività altrui (ad esempio nelle conversazioni o nei giochi).
  • Alcuni sintomi che provocano disabilità compaiono prima dei 7 anni.
  • Alcuni problemi dovuti ai sintomi si verificano in due o più situazioni (ad esempio a scuola/al lavoro E a casa)
  • Ci devono essere prove chiare di una menomazione significativa nel funzionamento sociale, scolastico o lavorativo.
  • I sintomi non sono dovuti a un disturbo pervasivo dello sviluppo, alla schizofrenia o ad altri disturbi psicotici. I sintomi non possono essere descritti più correttamente come conseguenze di un altro disturbo (ad esempio: disturbo dell’umore, disturbo d’ansia, disturbo dissociativo o disturbo di personalità)

Basandosi su questi criteri, vengono poi identificate tre forme di ADHD.

Fonte: American Psychiatric Association: Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fourth Edition, Text Revision. Washington, DC, American Psychiatric Association, 2000.

Cura e terapia

Farmaci

Alcuni dei farmaci usati per combattere l’ADHD appartengono alla categoria degli psicostimolanti. Tra di essi figurano

  • metilfenidato,
  • dextroanfetamina,
  • atomoxetina,
  • clonidina,
  • desipramina,
  • imipramina,
  • bupropione,
  • e un farmaco che combina la dextroanfetamina e l’anfetamina (miscela racemica di l-anfetamina e d-anfetamina).

Anche se questi farmaci hanno un effetto stimolante sulla maggior parte delle persone, hanno un effetto calmante in chi è affetto da ADHD. Servono per migliorare l’attenzione e la concentrazione, e per diminuire i comportamenti impulsivi e iperattivi. Per curare l’ADHD possono anche essere usati altri farmaci: chiedete al medico qual è il più adatto nel vostro caso.

È importante ricordare che i farmaci psicostimolanti usati per la cura dell’ADHD sono farmaci sottoposti ad una legislazione restrittiva e severa

Effetti collaterali

Tutti i farmaci hanno effetti collaterali. I psicostimolanti possono far diminuire l’appetito e causare mal di stomaco o mal di testa. La perdita di appetito può causare perdita di peso in alcuni pazienti.

Questi effetti collaterali sembrano essere più comuni tra i bambini.

Alcuni pazienti iniziano a soffrire di insonnia. Tra gli altri possibili effetti collaterali ricordiamo:

  • accelerazione del battito cardiaco,
  • dolore al torace,
  • vomito.

Ecco alcuni consigli per evitare gli effetti collaterali quando si assumono gli psicostimolanti:

  1. Usate la dose minima possibile per il controllo dell’iperattività. Il medico vi dirà qual è la dose minima.
  2. Se il farmaco vi dà problemi allo stomaco, assumetelo durante i pasti.
  3. Chiedete al medico se potete saltare il farmaco durante i fine settimana, cioè non prenderlo al sabato e alla domenica.
  4. Offrite snack e merende sane ai bambini che dimagriscono durante la terapia contro l’ADHD.

Modalità di assunzione

È importante assumere il farmaco nel modo prescritto dal medico. Seguite i consigli del medico anche se pensate che il farmaco non stia facendo effetto; se ritenete che il farmaco non sia efficace, parlatene sempre con il medico.

I farmaci contro l’ADHD andrebbero sempre assunti da 30 a 45 minuti prima dei pasti, ad esempio prima di colazione e prima di pranzo (se è necessaria una seconda dose). Alcuni bambini possono assumere la dose prima del pranzo in orario scolastico. Se vostro figlio non può portare i farmaci a scuola, chiedete consiglio al medico, che probabilmente vi suggerirà un farmaco a rilascio prolungato. Il farmaco a rilascio prolungato deve essere assunto solo una volta al giorno, prima di colazione: questo tipo di farmaco non va rotto né masticato.

I farmaci contro l’ADHD sono anche utili per altri problemi?

I farmaci usati per curare l’ADHD si sono dimostrati in grado di migliorare l’abilità di svolgere compiti specifici, come il prestare attenzione o avere un maggiore autocontrollo in determinate situazioni. Non si sa con certezza se questi farmaci possano migliorare settori più ampi della vita quotidiana, come la vita di relazione o le abilità di apprendimento e lettura, tuttavia, nel caso di bambini affetti da ADHD che non riescono a mettere pienamente a frutto le loro potenzialità a scuola, la terapia farmacologica può essere utile per ottenere voti e comportamenti migliori.

Quanto dura la terapia?

Siamo tutti diversi, quindi la durata della terapia contro l’ADHD dipende dal paziente. Alcune persone dovranno assumere il farmaco per un anno o due, mentre altre dovranno ricorrere alla terapia per molti più anni. In alcune persone, l’ADHD continua anche durante l’adolescenza e l’età adulta.

Chi soffre di ADHD dovrebbe fare controlli regolari dal medico. Durante i controlli, il medico vorrà sentire il parere dei genitori sul comportamento del bambino e anche i commenti degli insegnanti saranno tenuti nella dovuta considerazione. Se vostro figlio soffre di ADHD, il medico probabilmente consiglierà di interrompere di tanto in tanto la terapia, per capire se il farmaco è ancora necessario. Chiedete al medico qual è il momento migliore per interrompere: probabilmente vi consiglierà di farlo durante le vacanze o nei mesi estivi.

Che cosa posso fare per aiutare mio figlio?

Lo sforzo di squadra dei genitori, degli insegnanti e dei medici è il modo migliore per aiutare vostro figlio. I bambini che soffrono di ADHD possono essere figli problematici; possono avere difficoltà a capire le istruzioni e la loro iperattività può essere difficile da gestire per gli adulti. Chi soffre di ADHD tende ad avere un maggiore bisogno di regole chiare, gli si dovrebbe spiegare chiaramente e semplicemente che cosa ci si aspetta da lui. Probabilmente dovrete fare piccole modifiche alla vostra routine quotidiana per aiutare vostro figlio. Ecco alcuni consigli che vi potranno essere utili:

L’ADHD è un disturbo complesso e ciascun paziente è unico, quindi è molto difficile dare suggerimenti che valgano per tutti i bambini. Potrebbero tuttavia essere utili alcuni dei consigli seguenti.

In casa

  1. Siate molto affettuosi con vostro figlio. I bambini hanno bisogno di sentirsi amati e apprezzati. Concentrarsi soltanto sugli aspetti negativi del comportamento del bambino può danneggiare la vostra relazione e avere ripercussioni negative sulla fiducia in sé e sull’autostima del bambino. Se vostro figlio ha difficoltà ad accettare le espressioni di affetto verbali, potete sempre dedicargli un sorriso, dargli una pacca sulla spalla o abbracciarlo, per fargli sentire che gli volete bene. Cercate il modo giusto per dimostrare con regolarità a vostro figlio che gli volete bene.
  2. Siate pazienti. Cercate di rimanere calmi e pazienti quando affrontate vostro figlio, anche se vi sembra controllare che il suo comportamento sia incontrollabile. Se rimanete calmi, è più probabile che anche il bambino riesca a calmarsi.
  3. Siate realistici. Siate realistici nelle aspettative di miglioramento, sia vostro sia di vostro figlio.
  4. Prendetevi il tempo per apprezzare vostro figlio. Fate uno sforzo per accettare e apprezzare gli aspetti non problematici della personalità di vostro figlio. Uno dei modi migliori per realizzare quest’obiettivo è trascorrere un po’ di tempo insieme, da soli, senza altri bambini o adulti. Cercate di dare ogni giorno a vostro figlio più attenzioni positive che negative.
  5. Cercate di stabilire un orario fisso per i pasti, i sonnellini e il sonno. Usate un calendario per annotare le attività speciali alle quali dovrete dedicarvi. Per i bambini affetti dall’ADHD è difficile accettare e adeguarsi ai cambiamenti. Evitate di passare bruscamente da un’attività a un’altra.
  6. Assicuratevi che vostro figlio sia riposato. Cercate di impedire che vostro figlio si stanchi troppo, perché la stanchezza può far peggiorare i sintomi dell’ADHD.
  7. Cercate di capire quali sono le situazioni difficili. Cercate di evitare le situazioni troppo difficili per vostro figlio, come il rimanere seduti a lungo a una conferenza o fare la spesa in un supermercato troppo grande, in cui la quantità di merce riuscirebbe a distrarre anche un adulto sano.
  8. Per cercare di disciplinare vostro figlio, concedetegli una pausaoppure usate le punizioni. Per i bambini colpiti dall’ADHD, possono rivelarsi molto utili le pause dagli stimoli sociali. Le pause dovrebbero essere brevi, ma abbastanza lunghe da permettere a vostro figlio di riprendere l’autocontrollo. L’idea è quella di interrompere e di disinnescare il comportamento incontrollato. Le pause non sono efficaci in tutte le situazioni, ma molti genitori riferiscono che sono uno degli strumenti migliori per gestire il comportamento dei bambini iperattivi o impulsivi.
  9. Aiutatelo a organizzarsi. Aiutate vostro figlio a organizzarsi e a tenere un’agenda delle attività quotidiane e assicuratevi che abbia un posto tranquillo per studiare. Raggruppate gli oggetti nella sua camera e metteteli in scatole o luoghi chiaramente contrassegnati. Cercate di tenere il suo ambiente organizzato e ordinato.
  10. Cercate modi per migliorare l’autostima e il senso di disciplina del bambino. I bambini affetti dall’ADHD di solito sono molto bravi in campo artistico, nella musica, nel ballo o nelle arti marziali, soprattutto nel karate o nel taekwondo. Non forzateli a intraprendere attività troppo difficili per loro. L’autostima si può costruire con una serie di piccoli successi ripetuti, anziché con grandi successi meno frequenti.
  11. Quando date istruzioni a vostro figlio, usate parole semplici e concrete. Parlate a bassa voce e lentamente, e siate il più specifici e concreti possibile. Date un’istruzione alla volta. Prima e durante il discorso, fate diverse pause e guardate sempre vostro figlio negli occhi.
  12. Prendetevi cura di voi stessi. Quando siete esauriti e stressati, siete meno utili come genitori.

A scuola

Chiedete quali sono i programmi di sostegno adottati dalla scuola. Approfittate di tutti gli eventuali programmi di sostegno per i bambini affetti dall’ADHD. Come avviene per altri disturbi, la legge prevede che le scuole adottino misure di sostegno per aiutare i bambini con problemi che interferiscono con l’apprendimento. Tra le misure di sostegno più frequenti ricordiamo l’adeguamento dei programmi, le modifiche dell’arredo o della sistemazione della classe, le modifiche delle tecniche di insegnamento, i consigli su come sviluppare le abilità di studio e la migliore collaborazione tra i genitori e gli insegnanti.

Parlate con gli insegnanti. Rimanete in stretto contatto con gli insegnanti, e aiutateli ad aiutare vostro figlio in classe. Accertatevi che gli insegnanti controllino il lavoro di vostro figlio, apprezzino i suoi sforzi e i suoi miglioramenti, siano flessibili e pazienti. Chiedete loro di essere molto chiari quando danno istruzioni al bambino o quando gli dicono che cosa si aspettano che lui faccia.

Chiedete se vostro figlio può usare un computer in classe. I bambini affetti dall’ADHD, spesso hanno problemi a scrivere a mano, quindi possono trarre un grande beneficio dall’uso del computer.

Altri consigli pratici

Molti genitori individuano regolarità nel comportamento dei figli e nelle loro reazioni: ad esempio il bambino può iniziare a fare i capricci tutte le sera prima di cena e il genitore può dargli qualcosa da mangiare per riuscire a finire di preparare la cena tranquillamente. Anche se non lo si fa apposta, si finisce così per incoraggiare e rinforzare il comportamento del bambino.

Sia il bambino sia il genitore dovrebbero agire diversamente, ma cambiare le abitudini non è una cosa semplice, perché richiede molta consapevolezza e molto lavoro. È importante porsi obiettivi realistici e non sovraccaricare vostro figlio di aspettative per lui mentalmente o fisicamente irrealizzabili. Stabilite obiettivi realistici sia per voi stessi sia per il bambino e non cercate di cambiare tutto in una volta.

Ecco alcuni consigli che aiuteranno voi e vostro figlio a gestire l’ADHD:

  1. Strutturate la vita del bambino. Riuscirete a gestire i cambiamenti con maggior facilità, se strutturerete la vita del bambino. Strutturare non significa organizzare tutto in modo rigido né dare una disciplina ferrea; significa piuttosto programmare in anticipo la vita del bambino, per farla diventare più prevedibile, calma e organizzata possibile. I bambini affetti dall’ADHD non riescono a gestire bene i cambiamenti e la routine li aiuta a sentirsi sicuri e a migliorare i loro comportamenti. Quando dovete spostarvi o vostro figlio deve cambiare attività, avvertitelo con qualche minuto d’anticipo e fate il conto alla rovescia.
  2. Disciplina positiva. Uno dei modi migliori per instillare le nuove abitudini è quello di realizzare una disciplina ferma e amorevole che incoraggi i comportamenti corretti e scoraggi quelli distruttivi. I bambini affetti dall’ADHD di solito reagiscono bene al rinforzo positivo, se riescono a guadagnarselo. All’inizio vi consigliamo di rinforzare o ricompensare un nuovo comportamento ogni volta che si verifica. Dopo un breve periodo, probabilmente non sarà più necessario agire così, ma dovrete continuare a far sapere a vostro figlio che prendete sul serio il fatto di incoraggiare le nuove abitudini. Alcuni genitori criticano le ricompense perché, sostengono, “sembra di comprare o viziare il bambino”. Tuttavia cambiare le abitudini è molto difficile e le ricompense non sono altro che un modo concreto per riconoscere e premiare gli sforzi del bambino.
  3. Rimanete calmi e date il buon esempio. Date il buon esempio, comportandovi come vorreste che vostro figlio si comportasse. Cercate di rimanere pazienti e padroni della situazione, anche se il bambino sembra dare di matto. Se parlate con un tono di voce calmo e basso, è più probabile che vostro figlio si calmi.
  4. Cercate di realizzare relazioni sane all’interno della famiglia. Le relazioni famigliari sono fondamentali per gestire e modificare il comportamento del bambino iperattivo. Per le coppie molto legate spesso è più facile affrontare le sfide della genitorialità rispetto alle coppie in cui il legame è più debole. Questo è uno dei motivi per cui è importante che i partner si prendano tutto il tempo necessario per coltivare la loro relazione.
  5. Concedetevi una pausa. Se avete un figlio affetto dall’ADHD, ricordatevi di concedervi una pausa di tanto in tanto. Non sentitevi in colpa se trascorrete qualche ora lontano dal bambino. Riposandovi e rilassandovi, infatti, riuscirete a essere genitori migliori. Non vergognatevi di chiedere aiuto agli amici, ai nonni e ai parenti. Assicuratevi che chi si prende cura del bambino (baby sitter, parenti, ecc.) sappia come affrontare l’ADHD e sia sufficientemente maturo per affrontare il compito.

Diete speciali

La maggior parte delle diete anti ADHD elimina gli alimenti sospettati di far aumentare l’iperattività, come lo zucchero e la caffeina, e gli allergeni più comuni, come il grano, il latte e le uova. Alcune diete consigliano di eliminare i coloranti e gli additivi artificiali. Finora le ricerche non hanno dimostrato l’esistenza di una connessione tra la dieta e il miglioramento dei sintomi dell’ADHD, però un piccolo gruppo di studi sembrerebbe dimostrare che le modifiche della dieta potrebbero essere utili. Limitare gli zuccheri, tuttavia, non sembra di nessuna utilità.

Integratori vitaminici o multiminerali

Alcune vitamine e alcuni minerali sono fondamentali per la salute, tuttavia non c’è alcuna prova del fatto che gli integratori siano in grado di far regredire i sintomi dell’ADHD. Le “megadosi” di vitamine (cioè le dosi superiori alla dose giornaliera consigliata o RDA) possono essere pericolose.

Integratori erboristici

Non c’è alcuna prova che dimostri che gli integratori erboristici, come l’iperico, siano utili per combattere l’ADHD.

Acidi grassi essenziali

Questi grassi, tra cui ricordiamo gli omega 3, sono necessari per un corretto funzionamento cerebrale. I ricercatori stanno indagando sugli eventuali benefici derivanti dalla loro assunzione nel caso dei pazienti che presentano i sintomi dell’ADHD.

Che cosa posso fare per gestire i sintomi?

È possibile imparare e mettere in pratica alcune modifiche dell’ambiente lavorativo per minimizzare le distrazioni. Esistono molti strumenti organizzativi che servono per imparare a concentrarsi sia sul luogo di lavoro sia nelle attività domestiche.

Molte persone che soffrono di ADHD trovano beneficio dalla terapia psicologica. I sintomi e i problemi dovuti all’ADHD possono far abbassare l’autostima e provocare problemi relazionali. Il counseling individuale e i gruppi di aiuto possono aiutarvi a superare questi problemi.

Prevenzione

Non esiste un modo sicuro per prevenire l’ADHD, tuttavia si possono prendere alcuni provvedimenti per prevenire i problemi causati dall’ADHD e garantire che il bambino sia il più sano possibile, sia dal punto di vista fisico, sia da quello mentale ed emotivo:

  • Durante la gravidanza evitate tutte le sostanze che potrebbero far male al bambino. Non bevete alcolici, non fumate e non fate uso di droghe.
  • Proteggete il bambino dall’esposizione agli agenti inquinanti e alle tossine, come il fumo di sigaretta, le sostanze chimiche usate in agricoltura e nell’industria e le vernici al piombo (usate in alcuni vecchi edifici).
  • Siate coerenti, ponete dei limiti e stabilite punizioni chiare per i comportamenti scorretti.
  • Stabilite una routine chiara per il bambino, con indicazioni chiare sull’ora di andare a dormire, sull’ora in cui svegliarsi, sull’orario dei pasti, sul tipo di aiuto da dare in casa e sull’uso della televisione.
  • Cercate di non dedicarvi ad altro mentre state parlando con vostro figlio; quando gli date qualche istruzione o gli chiedete qualcosa, guardatelo negli occhi. Prendetevi alcuni minuti ogni giorno per dimostrargli che gli volete bene e che apprezzate i suoi sforzi.
  • Lavorate in sinergia con gli insegnanti e con chi si prende cura di vostro figlio, e cercate di identificare immediatamente i problemi. Se vostro figlio soffre di ADHD o un altro problema che interferisce con l’apprendimento o con la vita sociale, l’immediato ricorso alla terapia può evitare che il disturbo abbia conseguenze gravi.

Fonte Principale:

(traduzione ed integrazione a cura di Elisa Bruno)


Revisione scientifica e correzione a cura del Dr. Guido Cimurro (farmacista)


Officina didattica inclusiva 2.0

Un blog è un particolare tipo di sito web in cui i contenuti vengono visualizzati in forma cronologica. In genere un blog è gestito da uno o più blogger che pubblicano, più o meno periodicamente, contenuti multimediali, in forma testuale o in forma di post, concetto assimilabile o avvicinabile ad un articolo di giornale. 

Ed ora…iniziamo! Mercurio, figlio di Zeus e della ninfa Maia, era il messaggero degli dei,  protettore dei viaggi e dei viaggiatori, della comunicazione, dell’inganno, dei ladri, dei truffatori, dei bugiardi e della divinazione; il dio  degli scambi, del profitto del mercato e del commercio.

  • Dal fascino di questa storia deriva nel 2008  il Progetto Mercurio, biblioteca virtuale di segnalazioni di risorse on line e di software didattici free per alunni della scuola  Secondaria di primo grado.
  • Nel 2012 si continua sulla piattaforma wordpress, estendo gli interessi ai “bisogni educativi speciali” e alle tematiche inclusive .

DESIDERIAMO raccogliere, mettere in rete e divulgare le migliori esperienze di innovazione didattica, di qualificazione della professionalità dei docenti e degli educatori, di diffusione di tecniche didattiche innovative, di documentazione delle buone pratiche realizzate.

Il nostro intende essere un “tentativo ragionato di buone prassi” (Best Practices) nella didattica. Un tentativo di “contaminazione positiva” attraverso esperienze che “sappiano” e “profumino” di  “qualità dell’esperienza”’, riguardo obiettivi,  processi,  strumenti e  risultati attesi.

La registrazione di qualità delle esperienze didattiche delle scuole e del mondo della ricerca teorica applicata ha lo scopo di non disperdere la cultura didattica prodotta, socializzando e rendendo patrimonio di tutti i risultati raggiunti in questo campo.

PAIDEIA – DIDATTICA SOSTENIBILE  è un blog tematico di supporto e stimolo per le attività didattiche e l’approfondimento delle conoscenze riguardo il mondo della disabilità, dello svantaggio, dei temi inclusivi ed in genere dei Bisogni Educativi Speciali.


MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE DEL LAZIO

ISTITUTO COMPRENSIVO “S. CANEVARI” DI VITERBO

via Carlo Cattaneo, n5/7 – cap 01100 – Viterbo (Vt) – tel. 0761 308111 PEC vtic833009@pec.istruzione.it – CF 80024060560

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PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIVITA’

Direttiva M. 27/12/2012 e CM n° 8 del 6/3/2013

AS 2013-2014

Proposto dal G.L.I. d’istituto in data………………………………….

Deliberato dal collegio dei docenti in data………………………….

Nei punti che seguono sono riportate le opzioni programmatiche e le variabili significative che orientano le azioni volte a dare attuazione e migliorare il livello di inclusività dell’istituzione scolastica.

1) LA NOZIONE DI INCLUSIONE

Inclusione” si distingue da “integrazione” per il suo grado di pervasività.

Integrazione consiste nel fornire alle persone che scontano rilevanti problemi nell’esercizio dei diritti/doveri di cittadinanza, l’aiuto ad hoc necessario per accedere ai predetti diritti/doveri;

in altri termini l’aiuto serve alla persona svantaggiata per accedere a quello che per gli altri corrisponde alla “normalità”. Come si vede l’integrazione investe prioritariamente sul soggetto in difficoltà e molto di meno sul contesto.

Inclusione significa invece progettare, sin dalle sue fondamenta, la “piattaforma della cittadinanza” in modo che ciascuna persona abbia la possibilità di esercitare diritti e doveri come modalità ordinaria (“siamo tutti normali”). L’inclusività non è quindi un “aiuto” per scalare la normalità ma una condizione connaturata e intrinseca della normalità. L’inclusione interviene sul contesto non meno che sul soggetto. In altri termini, inclusività implica l’abbatimento di quelli che nell’”INDEX FOR INCLUSION” di Tony Booth and Mel Ainscow vengono chiamati “ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione”.

Questa condizione esige che l’intera piattaforma della cittadinanza sia programmaticamente aperta e agibile da tutti.

Una scuola inclusiva deve progettare se stessa e tutte le sue variabili e articolazioni per essere, in partenza, aperta a tutti; ne consegue che l’inclusività non è uno status ma un processo in continuo divenire; un processo “di cambiamento”.

Il riferimento tendenziale per questo processo è il sopra richiamato ”INDEX FOR INCLUSION” .

2) IL BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE

L’idea di “integrazione” è tradizionalmente associata alla condizione di “handicap” (oggi “disabilità; cfr “convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità”), in Italia codificata e disciplinata dalla legge 104/1992 e dalle norme susseguenti o collegate. Successivamente si sono affiancate altre categorie di svantaggiati: immigrati, DSA etc.

Prima l’INVALSI poi la direttiva del 27/12/2012 (e la CM 8/2013) hanno introdotto la nozione di BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE (BES) come categoria generale comprensiva di tutte le condizioni richiedenti l’impiego calibrato, in modo permanente o temporaneo, dei cinque pilastri dell’inclusività:

1) individualizzazione (percorsi differenziati per obiettivi comuni);

2) personalizzazione (percorsi e obiettivi differenziati);

3) strumenti compensativi;

4) misure dispensative;

5) impiego funzionale delle risorse umane, finanziarie, strumentali e immateriali.

La formula “impiego calibrato” allude tanto al fatto che ciascuna delle cinque strumentalità potrà essere dosata in ragione delle esigenze di ciascuno che alla possibilità che in esse vengano ricomprese anche azioni trans-didattiche quali servizi di aiuto alla persona, abbattimento e superamento di barriere di varia natura etc.

A titolo di esempio si riportano alcune delle tipologie di BES maggiormente ricorrenti in situazione scolastica: disabilità, DSA, altri disturbi evolutivi specifici (deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, ADHD e spettro autistico di tipo lieve, disturbo della condotta), alunno straniero non alfabetizzato, alunno con disagio sociale etc.

3) LA FORMALIZZAZIONE DEI BES

Nella scuola inclusiva “si deve già sapere prima cosa si deve fare” (in Inglese “know-how”) quando c’è un alunno con BES; per questo è necessario avere conoscenza preventiva delle varie tipologie di BES e delle risorse e delle strategie necessarie per operare con buona speranza di successo. Il processo inclusivo può essere formalizzato nello schema che segue:

alunno con BES

team docente

riconoscimento

PDP

azioni

RISORSE

verifiche

ri-progettazione

Il riconoscimento formale (con verbalizzazione motivata) da parte del consiglio di classe/team è il primo momento della “storia inclusiva” dell’alunno con BES diverso dalla disablità o da un DSA o assimilabile (in quanto per questi ultimi la formalizzazione consegue a disposizione di legge: 104/1992 e 170/2010 come integrata ai punti 1.2 e 1.3 della Direttiva Ministeriale del 27/12/2012).

4) LA SITUAZIONE ATTUALE

Il quadro generale della distribuzione degli alunni con BES nella scuola è sintetizzato nella tabella che segue:

SC. INFANZIA SC. PRIMARIA SC. SEC. 1° SC. SEC. 2°
alunni con disabilità

N°………………..

N°………………..

N°………………..

N°………………..alunni con DSA

N°………………..

N°………………..

N°………………..

N°………………..alunni con deficit del linguaggio

N°………………..

N°………………..

N°………………..

N°………………..alunni con deficit delle abilità non verbali

N°………………..

N°………………..

N°………………..

N°………………..alunni con deficit della coordinazione motoria

N°………………..

N°………………..

N°………………..

N°………………..alunni con ADHD di tipo lieve

N°………………..

N°………………..

N°………………..

N°………………..alunni con disturbo dello spettro autistico di tipo lieve

N°………………..

N°………………..

N°………………..

N°………………..alunni con disturbo oppositivo provocatorio

N°………………..

N°………………..

N°………………..

N°………………..disturbo della condotta in adolescenza

N°………………..

N°………………..

N°………………..

N°………………..alunni stranieri non alfabetizzati

N°………………..

N°………………..

N°………………..

N°………………..alunni con disagio socio

culturale

N°………………..

N°………………..

N°………………..

N°………………..alunni con…

N°………………..

N°………………..

N°………………..

N°………………..alunni con…

N°………………..

N°………………..

N°………………..

N°………………..

5) PUNTI DI CRITICITA’ E PUNTI DI FORZA

Come si è detto l’inclusione non è uno status ma un processo che, come tutti i processi, riscontra punti di criticità e punti di forza; tra i punti di criticità si segnala:

– ridotto numero delle risorse di sostegno a favore degli alunni con disabilità;

– elevato numero di alunni stranieri non alfabetizzati che si iscrivono in corso d’anno;

– ridotte forme di sussidio da parte dei servizi sociali dei comuni di………………………… a favore delle

famiglie con gravi problemi socio-economici;

– presenza di barriere architettoniche interne ed esterne alla scuola che limitano la mobilità degli

alunni con disabilità motoria;

– mancanza di servizi igienici a norma per alunni con disabilità motoria;

– indisponibilità di mezzi di trasporto dotati di dispositivi per disabili motori;

– ridotto numero di docenti preparati per l’impiego di tecnologie digitali utili quali strumenti

compensativi;

– situazioni di tensione fra i genitori delle classi frequentati da alunni con BES che esprimono

comportamenti disturbanti e/o a rischio;

– difficoltà nel desumere, per gli alunni neo-iscritti, dalla documentazione presentata, informazioni

sufficienti utili a prevedere eventuali BES per l’anno scolastico successivo;

– ………………………………

Punti di forza:

– docente titolare di funzione strumentale ex art. 33 CCNL responsabile dell’area dell’inclusione;

– classi con LIM;

– assistenti di 1° livello ex art. 13, comma 3 L. 104/1992 in numero sufficiente e disponibili;

– …………………….

6) OBIETTIVI E VALUTAZIONE

Tutti gli alunni riconosciuti e riportati nel precedente punto 4 hanno diritto ad uno specifico piano:

a) Piano Educativo Individualizzato ex art. 12, comma 5 della L. 104/1992, a favore degli alunni

con disabilità;

b) Piano Didattico Personalizzato ex art. 5 del DM N° 5669 del 12/7/2011 e punto 3.1 delle “linee

guida” allegate, per gli alunni con DSA o con disturbi riconducibili ex punto 1 della direttiva

ministeriale del 27/12/2012;

c) Piano Didattico Personalizzato per tutti gli alunni con BES diversi da quelli richiamati alle lettere

a” e “b”.

Nei predetti piani devono essere esplicitati gli obiettivi didattici da perseguire per il tramite dei piani medesimi.

In aggiunta agli obiettivi didattici specifici sono indicati anche i seguenti “obiettivi di sistema” di carattere trasversale:

1) accoglienza: tutti gli alunni, inclusi quelli con BES, hanno diritto a due forme di accoglienza:

a) accoglienza di natura socio-affettiva nella comunità scolastica;

b) accoglienza in ragione del proprio stile cognitivo, ossia diritto ad una comunicazione

didattica (vedere successivo punto 3) che tenga conto delle proprie specifiche preferenze e

risorse di apprendimento; a tale riguardo si richiamano: canale iconico (preferenza per

disegni, immagini, schemi etc), canale verbale (preferenze per il testo scritto/orale), canale

operativo-motorio (preferenza per manipolazioni, costruzioni etc);

2) abbattimento delle barriere architettoniche e non architettoniche interne ed esterne alla scuola;

3) comunicazione didattica: oltre che per effetto di contenuti disciplinari e metodologici

opportunamente selezionati, la comunicazione didattica dovrà risultare “inclusiva” anche rispetto

alle variabili di “stile comunicativo” comprendenti la valutazione incoraggiante, l’attenzione per le

preferenze dell’alunno, la cura della prossemica, l’ascolto, il “registro” e il tono della voce, la

modulazione dei carichi di lavoro etc.

7) CRITERI PER L’UTILIZZO FUNZIONALE DELLE RISORSE UMANE

Le categorie di risorse professionali da impegnare nel processo inclusivo a favore degli alunni disabili sono soprattutto sei:

a) specialisti socio-sanitari;

b) docente titolare di funzione strumentale ex art. 33 CCNL afferente all’area dell’inclusione;

c) docenti curricolari;

d) docenti di sostegno;

e) assistenti di primo livello ex art. 13, comma 3 della L. 104/1992;

f) personale ATA che svolge incarichi specifici ex art. 47, comma 1 lettera “b” del CCNL.

Di queste, hanno carattere intensivo (nel senso che la “qualità” dell’intervento è direttamente collegata alla “quantità” oraria) principalmente le figure indicate alle lettere “d”, “e”, “f”.

L’attribuzione e la ripartizione delle attività di sostegno a favore degli alunni disabili avviene secondo i criteri sotto riportati:

– di norma il rapporto docente/alunno è 1:2 come previsto dalla L. 111/2011, art. 19, comma 11;

– deroghe dal predetto rapporto possono essere previste come di seguito riportato:

a) rapporto docente/alunno 1:1 esclusivamente quando:

– tale rapporto è espressamente previsto al successivo punto 8;

– la consistenza totale del personale di sostegno assegnato è tale che l’attribuzione nel

rapporto 1:1, a causa di una non sufficiente disponibilità oraria, non compromette

l’attività di sostegno per gli altri alunni disabili;

b) rapporto compreso fra 1:2 e 1:1 a favore degli alunni disabili:

– che, a causa dell’insufficienza del personale di sostegno, non hanno visto accolta la

proposta del rapporto 1:1;

– per i quali la quota oraria superiore al rapporto 1:2 è espressamente prevista al

successivo punto 8 e la conseguente assegnazione non pregiudica l’attività di sostegno

per gli altri alunni disabili;

c) rapporto superiore a 1:2 nei seguenti casi:

– alunni con disabilità di tipo lieve;

– insufficiente numero di ore di sostegno;

– continuità didattica: l’assegnazione del personale di sostegno, assistente di primo livello e ATA,

ove previsto, deve corrispondere, ove possibile, al criterio della continuità didattica/assistenziale.

La ripartizione oraria e la conseguente assegnazione del personale assistente di 1° livello dipendente dall’ente locale competente, consegue ai seguenti criteri generali:

– a parità di condizioni: ripartizione oraria equa fra gli alunni aventi diritto;

– maggiore attribuzione oraria nei seguenti casi:

a) condizione di gravità,

b) le attività previste dal PEI assegnano priorità agli obiettivi di autonomia e comunicazione

verbale e non verbale.

8)PREVISIONI DEL FABBISOGNO DI PERSONALE DOCENTE DI SOSTEGNO E DELLE

ALTRE RISORSE PROFESSIONALI PER L’AS 2013-2014 (mese di giugno)

(allegare il modello USR)

8) IMPIEGO DEL PERSONALE DOCENTE DI SOSTEGNO E DELLE ALTRE RISORSE

PROFESSIONALI EFFETTIVAMENTE DISPONIBILI PER L’AS 2013-2014

(mese di settembre)

PLESSO/SEDE DI SC. [ ] INFANZIA [ ] PRIMARIA [ ] SEC. 1° GRADO

[ ] SEC. 2° GRADO DI………………………………………………………………………………………………

CLASSE/SEZIONE N° ALUNNI

DISABILIN° ORE/SETT. DI SOSTEGNON° ORE/SETT. DI ASSISTENZA E.L.SUPPORTO COLL. SCOLASTICO

[SI] [NO]

[SI] [NO]

[SI] [NO]

[SI] [NO]

[SI] [NO]

[SI] [NO]

[SI] [NO]

[SI] [NO]

[SI] [NO]

[SI] [NO]

 

…………………………………………………………….

luogo data

…………………………………………………………………..

il dirigente scolastico

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE DEL LAZIO

ISTITUTO COMPRENSIVO “S. CANEVARI” DI VITERBO

via Carlo Cattaneo, n5/7 – cap 01100 – Viterbo (Vt) – tel. 0761 308111 PEC vtic833009@pec.istruzione.it – CF 80024060560

Sito web http://www.iccanevari.it

PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO PER

L’INCLUSIONE DEGLI ALUNNI CON BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE

(DIRETTIVA MINISTERIALE 27/12/2013 E CM N° 8/2013)

ISTRUZIONI PER LA COMPILAZIONE

Questo documento è organizzato secondo la formula del “TESTO APERTO“, vale a dire un testo pre-strutturato con percorso auto-guidato, da completare attraverso quattro modalità complementari:

1) ove è riportato un menù di descrittori pre-stampati, selezionare (scrivendo una X nella casella [ ]

corrispondente) quello rappresentativo della situazione effettiva;

2) ove sono presenti spazi in bianco, completare scrivendo nelle righe contrassegnate da puntini………;

3) ove sono presenti “indicatori numerici”, selezionare (scrivendo una X nella casella corrispondente)

quello meglio rappresentativo della situazione effettiva;

4) tralasciare o cancellare le sezioni che non interessano.

La compilazione del PDP viene effettuata dopo un periodo di osservazione dell’allievo; utilizzare i descrittori come “guida” per condurre le osservazioni.

____________________________________ ________________________________________

cognome nome

A.S._____________________

PERIODO DIDATTICO DI RIFERIMENTO:

(barrare con una X la casella corrispondente alla durata prescelta)

[A] TRI/QUADRIMESTRALE

[B] ANNUALE

[C] BIENNALE (AA.SS……………………………………………)

[D] ALTRO: ………………………………………………………………………………………………………………………..

PARTE PRIMA

D A T I D E L L’ A LLIEVA/ O

(completare scrivendo nelle righe indicate dai puntini e segnare con una X ove richiesto)

A) DATI ANAGRAFICI E GENERALI

Data di nascita…………………………………………. sesso [M] [F]

nazionalità: ……………………………………………………………………………………………………………………..

solo per allievi stranieri:

– lingua madre…………………………………………………………………………………………………….

– eventuali altre lingue conosciute oltre l’Italiano……………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………….
eventuali ulteriori informazioni di tipo anagrafico o generale rilevanti ai fini dell’inclusione: ……………

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..

B) DESCRIZIONE SINTETICA DEL B.E.S. : (riportare la formula – o una sua sintesi – presente nell’eventuale documentazione presentata alla scuola e/o la motivazione del consiglio di classe/ team competente)……………………………………………………………………………………………………………….

…………………………………………………………………………………………………………………………………………

………………………………………………………………………………………………………….………………………….…………………………………………………………………………………………………………………………………………

………………………………………………………………………………………………………………………………………….

Soggetti che hanno redatto l’eventuale documentazione presentata alla scuola: (es.: ASL, servizi sociali, casa famiglia, ente locale etc):

1) ……………………………………………………………………………………………………….. data……………………. presentata alla scuola da…………………………………………………………………………………il………………….

eventuale aggiornamento del…………………. riguardante……………………………………………………………

………………………………………………………………………………………………………………………………………….

2) ……………………………………………………………………………………………………….. data……………………. presentata alla scuola da…………………………………………………………………………………il………………….

eventuale aggiornamento del…………………. riguardante……………………………………………………………

………………………………………………………………………………………………………………………………………….

Organo deliberante: consiglio o team della classe………………. sez………… del plesso/sede………… ………………………………………………………………………………………………………………………………………….

data della prima deliberazione: …………………………………….

eventuali aggiornamenti successivi alla prima deliberazione:

– del…………………… : principali contenuti dell’aggiornamento:…………………………………………………….

…………………………………………………………………………………………………………………………………….

…………………………………………………………………………………………………………………………………….

– del…………………… : principali contenuti dell’aggiornamento:…………………………………………………….

…………………………………………………………………………………………………………………………………….

…………………………………………………………………………………………………………………………………….

Eventuali ulteriori informazioni acquisite presso altri soggetti, rilevanti ai fini dell’inclusione (esempi: famiglia, comunità, società sportive, centri sociali etc): …………………………………………………………….

………………………………………………………………………………………………………………………………………….

………………………………………………………………………………..……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

………………………………………………………………………………………………………………………………………….

Eventuali servizi socio-assistenziali o terapeutici, rilevanti ai fini dell’inclusione scolastica, di cui

fruisce l’allieva/o: ……………………………………………………………………………………………..

…………………………………………………………………………………………………………………..

…………………………………………………………………………………………………………………..

PARTE SECONDA

IL PROFILO DELL’ALLIEVA/O

1) PERCORSO SCOLASTICO

Rispetto all’età legale (anni…………….) corrispondente alla classe, l’allieva/o si trova:

[A] in pari età in [B] anticipo [C] ritardo di anni…………….

Inserimento dell’allieva/o nell’attuale gruppo-classe: avvenuto nell’AS…………………………… per effetto di:

[A] iscrizione ad inizio ciclo/grado [B] ripetenza AS precedente

[C] trasferimento da: [ ] altra scuola [ ] altra nazione [D] altro…………………………………………….

……………………………………………………

P E R C O R S O  S C O L A S T I C O

AS

SCUOLA

CLASSE

NOTE

Eventuali ulteriori informazioni sul percorso scolastico pregresso: ……………………………………………..

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

2) FREQUENZA RIFERITA ALLA SCOLARITA’ PREGRESSA (NB: solo se la scuola è in possesso di tale informazione)

L’allieva/o ha mantenuto una frequenza scolastica:

[A] frequenza scarsa o saltuaria, caratterizzata da molte assenze ingiustificate, giustificate con

ritardo o dietro ripetute sollecitazioni o non sempre validamente motivate

[B] assenze frequenti o per periodi prolungati ma regolarmente e validamente giustificate

[C] assenze nella norma

3) CARATTERISTICHE DELLA CLASSE ATTUALE

Classe………….., sezione……….., eventuale indirizzo di studi………………………………………………….

………………………………………………………………………………………………………………………………………….

plesso/sede…………………………………………………………………………………………………………………..

N° ore/sett. di lezione…..…… con……… rientri pomeridiani settimanali servizio mensa: [si] [no]

n° alunni del gruppo-classe…………………….. di cui femmine……………….. e maschi………………………

Eventuali ulteriori informazioni sulla tipologia della classe: ………………………………………………………..

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….. .

4) IL PROFILO DIDATTICO DELL’ALLIEVA/O

Scrivere una X sull’indicatore numerico ordinato progressivamente da 0 (compromissione grave) a 5 (funzionamento ottimale in relazione al livello scolare), posto accanto a ciascun descrittore.

esempio: [0] [1] [2 X] [3] [4] [5]

In taluni descrittori comportamentali viene fatto uso di “indicatori bipolari”, da -5 a +5, come nell’esempio che segue:

relazionalità (qualità dei rapporti con compagni e adulti):

introversione zona ottimale estroversione

 [-5] [-4] [-3] [-2] [-1] [0] [1 X] [2] [3] [4] [5]

 -5: alunno estremamente chiuso, che raramente comunica con compagni e insegnanti e che

talvolta reagisce in modo aggressivo

-4: alunno chiuso, che mantiene ridotte relazioni con compagni e insegnanti e con reazioni talvolta

irriguardose

-3: alunno molto riservato

-2: alunno riservato che ricerca la relaziona con un piccolo numero di persone preferite

-1: alunno moderatamente riservato

0: alunno con relazioni positive con compagni e adulti

+1: alunno con relazioni moderatamente vivaci

+2: alunno che richiede attenzioni

+3: alunno che ricerca continue attenzioni, anche con modalità e in momenti inopportuni

+4: alunno che tende ad assumere ruoli dominanti anche mediante offese o derisioni di compagni

+5: alunno con relazioni disturbate che ricorre a offese gravi, minacce e/o aggressioni

NB:

1) compilare le sole parti rilevanti ai fini dell’inclusione e cancellare il resto;

2) è importante riferirsi strettamente al contenuto del descrittore di volta in volta considerato onde evitare il cosiddetto “effetto alone”, ossia l’influenzamento involontario di una determinata valutazione su un altro ambito collaterale.

4-A) LA RISPOSTA COMPORTAMENTALE

I) Comportamento sociale

– relazionalità (qualità dei rapporti con compagni e figure adulte; vedere l’esempio sopra indicato):

introversione zona ottimale estroversione

[-5] [-4] [-3] [-2] [-1] [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– rispetto delle regole, dei materiali etc: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– autocontrollo:

a) autocontrollo verbale (saper controllare i propri interventi verbali in ragione delle situazioni;

impiegare la scala indicata nella “relazionalità” come schema di riferimento analogico):

introversione zona ottimale estroversione

[-5] [-4] [-3] [-2] [-1] [0] [1] [2] [3] [4] [5]

b) autocontrollo motorio (saper controllare i propri movimenti in ragione delle situazioni):

[0] [1] [2] [3] [4] [5]

c) autocontrollo emotivo (saper controllare le proprie manifestazioni emotive in ragione delle

situazioni; impiegare la scala indicata nella “relazionalità” come schema di riferimento analogico):

introversione zona ottimale estroversione

 [-5] [-4] [-3] [-2] [-1] [0] [1] [2] [3] [4] [5]

Eventuali osservazioni ulteriori sul comportamento sociale: …………………………………………………………….

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

II) Comportamento di lavoro

– sfera conativa: impegno, sforzo, concentrazione, durata dei tempi di attenzione e di lavoro, portare a

termine le consegne etc: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– cura e corretto impiego di strumenti e materiali di lavoro/studio: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– organizzazione dei tempi di lavoro/studio in ragione degli impegni programmati: [0] [1] [2] [3]

[4] [5]

Eventuali osservazioni ulteriori sul comportamento di lavoro: ………………………………………………………….

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

4-B) IL PROFILO COGNITIVO

Competenze linguistiche

– lettura (chiarezza, velocità, ritmo, pause etc):[0] [1] [2] [3] [4] [5]

– tempo di durata nella lettura (es.: si stanca presto di leggere) : [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– comprensione del testo scritto: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– comprensione del testo orale: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– scrittura (velocità, intellegibilità, rispetto dei margini, righe etc): [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– tempo di durata nella scrittura (es.: si stanca presto di scrivere): [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– parlato (scorrevolezza, intellegibilità, pause etc): [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– correttezza orto-sintattica del testo [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– capacità di organizzazione contenutistica e logica del testo: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

Eventuali osservazioni ulteriori sulle competenze linguistiche: …………………………………………………………

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..

Competenze numeriche (cancellare con una linea orizzontale i descrittori relativi a aspetti e contenuti non previsti dalla programmazione didattica)

– lettura, comprensione e saper associare a quantità di:

– numeri interi: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– numeri decimali: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– frazioni: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– numeri relativi: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– operazioni mentali con numeri interi: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– conoscenza e applicazione delle proprietà formali delle operazioni: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– operazioni con algoritmo: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– calcoli algebrici letterali: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– aspetti metrologici (unità di misura, multipli etc): [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– risoluzione di problemi:

– di aritmetica elementare applicata a situazioni quotidiane: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– di aritmetica avanzata (proporzionalità, regola del 3 semplice etc): [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– di geometria elementare: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– di geometria avanzata (con molti passaggi, costruzioni, applicazione di metodi di

discussione etc): [0] [1] [2] [3] [4] [5]

Eventuali osservazioni ulteriori sulle competenze numeriche: ………………………………………………………….

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

Competenze geometriche (cancellare con una linea orizzontale i descrittori relativi a aspetti e contenuti non previsti nella vigente programmazione didattica)

– riconoscimento, denominazione e disegno dei principali poligoni e dei parametri significativi

(altezza, mediana etc): [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– riconoscimento, denominazione e disegno dei principali solidi e dei parametri significativi

(altezza, mediana, apotema etc): [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– dimostrazioni geometriche: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

Eventuali osservazioni ulteriori sulle competenze geometriche: ……………………………………………………….

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

Competenze logico-intellettuali di tipo trasversale

– riferire un argomento studiato: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– rielaborare e approfondire un argomento studiato: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– riassumere verbalmente un testo: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– fornire spiegazioni o interpretazioni di eventi, fatti o fenomeni: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– rappresentare un testo, un argomento, un evento etc mediante uno schema, una tabella, un disegno

un grafico o una mappa: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– interpretare o spiegare un grafico, una tabella, uno schema, una mappa etc: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– impiego di tecniche di studio (leggere e ripetere, sottolineare, evidenziare, scrivere note a

margine, prendere appunti etc): [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– autonomia nello studio e nel lavoro scolastico: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– tempo di durata nelle attività intellettuali: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

Eventuali osservazioni ulteriori sulle competenze logico-intellettuali: ……………………………………………….

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

Competenze disciplinari

A) discipline preferite e/o in cui riesce meglio:………………………………………………………………………………….

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

B) discipline più sgradite e/o in cui riscontra maggiori difficoltà:……………………………………………………..

…………………………………………………………………………………………………………………………………………………..

………………………………………………………………………………………………………………………………………

Eventuali osservazioni ulteriori sulle competenze disciplinari: ………………………………………………………

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………..

Competenze motorie

A) motricità globale:

– tonicità muscolare: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– resistenza allo sforzo: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– coordinamento tronco, arti etc nell’esecuzione di movimenti ordinari: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– coordinamento tronco, arti etc nell’esecuzione di movimenti ginnico-sportivi: [0] [1] [2] [3] [4] [5

Eventuali osservazioni ulteriori sulla motricità globale: …………………………………………………………………….

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

B) motricità fine:

– impiego di penna, matita, gesso, spandere colori etc: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

– impiego di utensili come riga, squadra, compasso, forbici, mouse etc: [0] [1] [2] [3] [4] [5]

Eventuali osservazioni ulteriori sulla motricità fine: …………………………………………………………………………

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

Eventuali ulteriori osservazioni sul profilo cognitivo:………………………………………………………….

………………………………………………………………………………………………………………………………………….

……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

4-C) OBIETTIVI DIDATTICI PERSONALIZZATI

Gli obiettivi comuni per la classe sono riportati nella programmazione didattica; gli obiettivi personalizzati, da perseguire mediante il presente PDP, sono i seguenti:

1) riduzione o, ove possibile, superamento, dei deficit sopra rilevati;

2) sviluppo delle “competenze compensative” ossia l’autonoma capacità di mettere in atto strategie e tecniche in grado di compensare e rendere la convivenza col proprio deficit la migliore possibile (vedere gli strumenti compensativi sotto riportati).

Eventuali ulteriori obiettivi personalizzati: ……………………………………………………………………………….

………………………………………………………………………………………………………………………………………….

………………………………………………………………………………………………………………………………………….

………………………………………………………………………………………………………………………………………….

I predetti obiettivi hanno carattere trasversale e impegnano tutti gli ambiti disciplinari interessati dal BES.

4-D) INTERVENTI PERSONALIZZATI, STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE

DISPENSATIVE

A) BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI NELL’AREA COMPORTAMENTALE

Interventi personalizzati

[ ] determinazione del tempo-scuola ottimale per l’allievo, concordato con servizi, famiglia etc

[ ] ore/dì…………………… [ ] ore/sett. ………………

[ ] partecipazione ad attività creative/ricreative, sportive etc [ ] a scuola [ ] extra scuola

[ ] accordi particolari con la famiglia, i servizi etc per i rapporti con la scuola

[ ] riunioni periodiche docenti/operatori esterni

[ ] altro: ……………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

Misure compensative

[ ] alternanza di tempi forti e tempi deboli

[ ] affiancamento di un

[ ] educatore fornito da…………………………………………………………………………

[ ] tutor, fornito da………………………………………………………………………………..

[ ] altri docenti

[ ] altro: ……………………………………………………………………………………………………………………………

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

Misure dispensative

[ ] dispensa da partecipare ad attività incompatibili con il deficit (compiti in classe, laboratori, gite

etc)

[ ] dispensa parziale o totale da valutazioni formali richiedenti prolungati tempi di attenzione,

concentrazione, ridotta mobilità o silenzio etc

[ ] tempi di studio e/o di lavoro ridotti

[ ] altre misure dispensative:

1) …………………………………………………………………………………………………………………………………

2) …………………………………………………………………………………………………………………………………

3) …………………………………………………………………………………………………………………………………

4) …………………………………………………………………………………………………………………………………

5) …………………………………………………………………………………………………………………………………

B) BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI NELL’AREA COGNITIVA

Ambito linguistico

Interventi personalizzati

[ ] laboratorio o esperienze di lettura/scrittura, comprendenti anche giochi

[ ] mediatore interculturale o altra figura di supporto linguistico

[ ] impiego, da parte degli insegnanti, di disegni, mappe, schemi, frecce, colorazioni etc

[ ] promuovere nell’allieva/o l’abitudine all’impiego sistematico di alcune tecniche di “lettura

aumentata”:

TECNICA

FUNZIONE RICHIESTA

uso dell’evidenziatore Per circoscrivere e ricordare:

– parti di testo

– parole-chiave.uso di evidenziatori di vario colorePer:

– graduare l’importanza;

– per distinguere categorie. sottolineaturaPer circoscrivere e ricordare singoli nomi, date, luoghi etcUso del segna-libro (stabile o mobile)Per ritrovare rapidamente un capitoloUso di post segna-pagine con titoli o coloriPer ritrovare rapidamente informazionivarie tecniche di lettura:

-lettura veloce silenziosa;

-lettura selettiva (scorrere la

pagina soffermandosi sui

termini rilevanti);

-lettura analiticaPer:

– comprendere il senso generale del

testo;

– rintracciare termini, soggetti o

parti rilevanti;

– per analizzare il testo individuando:

– soggetti;

– qualità e attributi;

– tempi;

– azioni;

etc (vedere più avanti)scrittura di piccoli posterPer ricordare formule, schemi, definizioni etcnote a marginePer spiegazioni integrativeuso del registratore-1Per riascoltare parti in lingua stranierauso del registratore-2Per riascoltare mentre si svolgono altre attivitàRipetere:

– immediatamente;

– a distanza di tempo;

 

Per favorire la memorizzazione di lungo termine

ripetizione con un partnerPer rinforzare parti testuali argomentativeRichiami di n° pagina, paragrafo etc per rintracciare e associare a un contenuto nuovo una nozione già acquisita sulla base di attinenze Per collegare informazioni

 

[ ] proposto un testo scritto con “errori strategici” sui “rapporti interni”: esercizi di identificazione

degli errori

[ ] proposto un testo scritto con errori riferiti ad argomenti già noti all’alunno, chiedere di

identificare gli errori di relazione con i predetti argomenti (“errori nei rapporti esterni”)

[ ] dato un fumetto o una mappa grafica e la corrispondente versione scritta con “errori”;

identificare gli errori

[ ] trasformare un testo in una rappresentazione: grafica, recitativa etc

[ ] proposto un testo scritto disarticolato e scomposto, ricomporlo e leggerlo in modo corretto

[ ] altro: ……………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

Strumenti compensativi

[ ] impiego di tecnologie digitali

[ ] impiego di testi didattici facilitanti [ ] nella grafica e caratteri [ ] nei contenuti

[ ] tempi di lettura/scrittura ridotti

[ ] uso del registratore

[ ] impiego sistematico dell’evidenziatore e supporti iconografici

[ ] impiego dell’alfabetiere/paroliere

[ ] impiego della tastiera

[ ] scrivere utilizzando il righello o altri strumenti di allineamento

[ ] affiancamento, nelle prove formali di valutazione, di un “facilitatore”

[ ] possibilità di utilizzare, durante la lettura di testi, sintesi, disegni, formule etc opportunamente

predisposti

[ ] fornire indicazioni e supporti in anticipo rispetto all’attività interessate dal BES dell’allieva/o

[ ] per le lingue straniere: consegnare all’allieva/o, con qualche giorno di anticipo, i testi di lavoro

(punto 4.4 delle “Linee-guida” allegate al DM 5669/2011)

[ ] eventuali strumenti suggeriti direttamente dall’allieva/o (punto 6.6 delle “Linee-guida” allegate al

DM 5669/2011): …………………………………………………………………………………………………………….

…………………………………………………………………………………………………………………………………….

…………………………………………………………………………………………………………………………………….

[ ] altro: ……………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

Misure dispensative (da disporsi per il tempo necessario al superamento o attenuazione del BES)

[ ] dispensa, totale o parziale, da attività non essenziali richiedenti lettura, parlato o scrittura

veloce, tali da determinare forme di affaticamento, esclusione o disagio psicologico

(eventualmente assegnare testi su cui l’allieva/o si è esercitata/o in precedenza)

[ ] dispensa, totale o parziale, dall’imparare a memoria testi

[ ] dispensa, totale o parziale, da valutazioni formali comprendenti lettura, parlato o scrittura

veloce e eventuale sostituzione con prove equivalenti (test, schemi, disegni etc); dispensa dal

rispetto dei limiti temporali previsti per la classe e incremento del:

[ ] 30% (NB: incremento suggerito nelle “linee guida” allegate al DM 5669/2011)

[ ] …………….%

[ ] dispensa dal leggere brani in lingua straniera

[ ] altre misure dispensative:

1) …………………………………………………………………………………………………………………………………

2) …………………………………………………………………………………………………………………………………

3) …………………………………………………………………………………………………………………………………

4) …………………………………………………………………………………………………………………………………

5) …………………………………………………………………………………………………………………………………

Ambito matematico

Interventi personalizzati

[ ] attività laboratoriali, anche con modelli materiali e giochi

[ ] giochi e attività volti a sviluppare la capacità di eseguire mentalmente lo scorrimento della serie

numerica

[ ] rappresentare i numeri mediante supporti: pallottoliere, contenitori, disegni, retta orientata etc

[ ] risolvere algoritmi o problemi mediante diagrammi di flusso o mappe;

[ ] altro: ……………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

Strumenti compensativi

[ ] impiego di supporti:

[ ] asse dei numeri con cursore

[ ] asse dei numeri senza cursore

[ ] tavola pitagorica

[ ] abaco

[ ] pallottoliere

[ ] tavole con le tabelline

[ ] asse del tempo

[ ] orologio con lancette mobili

[ ] altro: ………………………………………………………………………………………………

[ ] impiego di tecnologie digitali

[ ] impiego della calcolatrice; NB: la tastiera della calcolatrice costituisce uno “spazio

strutturato”, nel quale ciascun numero/comando occupa una determinata posizione e

dove occorre puntare il dito (questo facilita l’accoppiamento numero-posizione-gesto

manuale); par tale ragione può risultare utile l’impiego di calcolatrici di grandi

dimensioni

[ ] tempi di lavoro/studio matematico ridotti

[ ] eventuali strumenti suggeriti direttamente dall’allieva/o (punto 6.6 delle “Linee-guida” allegate al

DM 5669/2011): …………………………………………………………………………………………………………….

…………………………………………………………………………………………………………………………………….

…………………………………………………………………………………………………………………………………….

[ ] altro: ……………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

Misure dispensative (da disporsi per il tempo necessario al superamento o attenuazione del BES)

[ ] dispensa, totale o parziale, da attività non essenziali richiedenti l’impiego rapido di numeri o

calcoli numerici, che possono determinare affaticamento, forme di esclusione o disagio

psicologico

[ ] dispensa, totale o parziale, da valutazioni formali comprendenti l’impiego rapido di numeri o

calcoli numerici o eventuale sostituzione con prove equivalenti, comprendenti l’impiego di

strumenti e/o supporti materiali quali calcolatrice, tecnologie digitali, abaco, pallottoliere, modelli

etc ; dispensa dal rispetto dei limiti temporali previsti per la classe e incremento del:

[ ] 30% (NB: incremento suggerito nelle “linee guida” allegate al DM 5669/2011)

[ ] …………….%

[ ] altre misure dispensative:

1) …………………………………………………………………………………………………………………………………

2) …………………………………………………………………………………………………………………………………

3) …………………………………………………………………………………………………………………………………

4) …………………………………………………………………………………………………………………………………

5) …………………………………………………………………………………………………………………………………

Ambito disciplinare

DISCIPLINA

STRUMENTI COMPENSATIVI

MISURE DISPENSATIVE

(per il tempo necessario)

[ ] affiancamento di tutor etc

[ ] impiego di schemi, tabelle etc

[ ] impiego di strumenti speciali

(calcolatrice, PC, tablet etc)

[ ] laboratori o giochi

[ ] altro:……………………………………..

…………………………………………….

…………………………………………….

…………………………………………….

[ ] dispensa totale o parziale da

attività incompatibili col deficit

[ ] dispensa totale o parziale da

prove formali di valutazione

incompatibili col deficit

[ ] altre misure………………………….

…………………………………………..

…………………………………………..

…………………………………………..

[ ] affiancamento di tutor etc

[ ] impiego di schemi, tabelle etc

[ ] impiego di strumenti speciali

(calcolatrice, PC, tablet etc)

[ ] laboratori o giochi

[ ] altro:……………………………………..

…………………………………………….

…………………………………………….

…………………………………………….

[ ] dispensa totale o parziale da

attività incompatibili col deficit

[ ] dispensa totale o parziale da

prove formali di valutazione

incompatibili col deficit

[ ] altre misure………………………….

…………………………………………..

…………………………………………..

…………………………………………..

[ ] affiancamento di tutor etc

[ ] impiego di schemi, tabelle etc

[ ] impiego di strumenti speciali

(calcolatrice, PC, tablet etc)

[ ] laboratori o giochi

[ ] altro:……………………………………..

…………………………………………….

…………………………………………….

…………………………………………….

[ ] dispensa totale o parziale da

attività incompatibili col deficit

[ ] dispensa totale o parziale da

prove formali di valutazione

incompatibili col deficit

[ ] altre misure………………………….

…………………………………………..

…………………………………………..

…………………………………………..

[ ] affiancamento di tutor etc

[ ] impiego di schemi, tabelle etc

[ ] impiego di strumenti speciali

(calcolatrice, PC, tablet etc)

[ ] laboratori o giochi

[ ] altro:……………………………………..

…………………………………………….

…………………………………………….

…………………………………………….

[ ] dispensa totale o parziale da

attività incompatibili col deficit

[ ] dispensa totale o parziale da

prove formali di valutazione

incompatibili col deficit

[ ] altre misure………………………….

…………………………………………..

…………………………………………..

…………………………………………..

[ ] affiancamento di tutor etc

[ ] impiego di schemi, tabelle etc

[ ] impiego di strumenti speciali

(calcolatrice, PC, tablet etc)

[ ] laboratori o giochi

[ ] altro:……………………………………..

…………………………………………….

…………………………………………….

…………………………………………….

[ ] dispensa totale o parziale da

attività incompatibili col deficit

[ ] dispensa totale o parziale da

prove formali di valutazione

incompatibili col deficit

[ ] altre misure………………………….

…………………………………………..

…………………………………………..

…………………………………………..

[ ] affiancamento di tutor etc

[ ] impiego di schemi, tabelle etc

[ ] impiego di strumenti speciali

(calcolatrice, PC, tablet etc)

[ ] laboratori o giochi

[ ] altro:……………………………………..

…………………………………………….

…………………………………………….

…………………………………………….

[ ] dispensa totale o parziale da

attività incompatibili col deficit

[ ] dispensa totale o parziale da

prove formali di valutazione

incompatibili col deficit

[ ] altre misure………………………….

…………………………………………..

…………………………………………..

…………………………………………..

[ ] affiancamento di tutor etc

[ ] impiego di schemi, tabelle etc

[ ] impiego di strumenti speciali

(calcolatrice, PC, tablet etc)

[ ] laboratori o giochi

[ ] altro:……………………………………..

…………………………………………….

…………………………………………….

…………………………………………….

[ ] dispensa totale o parziale da

attività incompatibili col deficit

[ ] dispensa totale o parziale da

prove formali di valutazione

incompatibili col deficit

[ ] altre misure………………………….

…………………………………………..

…………………………………………..

…………………………………………..

[ ] affiancamento di tutor etc

[ ] impiego di schemi, tabelle etc

[ ] impiego di strumenti speciali

(calcolatrice, PC, tablet etc)

[ ] laboratori o giochi

[ ] altro:……………………………………..

…………………………………………….

…………………………………………….

…………………………………………….

[ ] dispensa totale o parziale da

attività incompatibili col deficit

[ ] dispensa totale o parziale da

prove formali di valutazione

incompatibili col deficit

[ ] altre misure………………………….

…………………………………………..

…………………………………………..

…………………………………………..

[ ] affiancamento di tutor etc

[ ] impiego di schemi, tabelle etc

[ ] impiego di strumenti speciali

(calcolatrice, PC, tablet etc)

[ ] laboratori o giochi

[ ] altro:……………………………………..

…………………………………………….

…………………………………………….

…………………………………………….

[ ] dispensa totale o parziale da

attività incompatibili col deficit

[ ] dispensa totale o parziale da

prove formali di valutazione

incompatibili col deficit

[ ] altre misure………………………….

…………………………………………..

…………………………………………..

…………………………………………..

[ ] affiancamento di tutor etc

[ ] impiego di schemi, tabelle etc

[ ] impiego di strumenti speciali

(calcolatrice, PC, tablet etc)

[ ] laboratori o giochi

[ ] altro:……………………………………..

…………………………………………….

…………………………………………….

…………………………………………….

[ ] dispensa totale o parziale da

attività incompatibili col deficit

[ ] dispensa totale o parziale da

prove formali di valutazione

incompatibili col deficit

[ ] altre misure………………………….

…………………………………………..

…………………………………………..

…………………………………………..

 

Ambito operativo-motorio

Interventi personalizzati

[ ] ove indicate dallo staff medico o altri esperti, esercitazioni finalizzate al miglioramento:

[ ] del coordinamento dell’asse tronco-braccio-mano-dita

[ ] della prensilità e della gestione manuale di utensili

[ ] miglioramento della tonicità muscolare

[ ] altro: ……………………………………………………………………………………………………………..

[ ] ove autorizzate dallo staff medico o altri esperti:

[ ] laboratori creativi/ricreativi (ceramica, disegno, teatro, danza etc)

[ ] attività ginnico-sportive

[ ] impiego sistematico del mouse

[ ] altro: ……………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

Strumenti compensativi

Ove indicati o autorizzati dallo staff medico o da altri soggetti qualificati:

[ ] impiego del righello per scrivere correttamente

[ ] impiego di bacchetta o puntatore laser per identificare a distanza elementi alla lavagna, su

poster etc

[ ] impiego di utensili

[ ] tempi di lavoro nelle attività operativo-motorie ridotti

[ ] altro: ……………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

……………………………………………………………………………………………………………………………………..

Misure dispensative

[ ] dispensa totale o parziale da attività non essenziali richiedenti impegno motorio non compatibile

col deficit dell’allieva/o

[ ] dispensa totale o parziale da prove formali di valutazione richiedenti impegno motorio non

compatibile col deficit dell’allieva/o e, ove possibile, sostituzione con prove di tipo descrittivo;

dispensa dal rispetto dei limiti temporali previsti per la classe e incremento del:

[ ] 30% (NB: incremento suggerito nelle “linee guida” allegate al DM 5669/2011)

[ ] …………….%

[ ] altre misure dispensative:

1) …………………………………………………………………………………………………………………………………

2) …………………………………………………………………………………………………………………………………

3) …………………………………………………………………………………………………………………………………

4) …………………………………………………………………………………………………………………………………

5) …………………………………………………………………………………………………………………………………

SEZIONE DEDICATA ALLE LINGUE STRANIERE

(art. 6, commi 5 e 6 del DM 5669/2011)

1) DISPENSA DALLE PROVE SCRITTE (art. 6, comma 5 del DM 5669/2011)

a) La documentazione presentata richiede la dispensa dalle prove scritte di:

– Inglese [SI] [NO]

– LS2…………………………. [SI] [NO]

b) La famiglia ha presentato istanza di dispensa dalle prove scritte di:

– Inglese [SI] [NO]

– LS2…………………………. [SI] [NO]

c) il consiglio di classe/team competente ha accolto la predetta istanza

– Inglese [SI] [NO] se si, in modo [ ] temporaneo [ ] permanente

– LS2…………………………. [SI] [NO] se si, in modo [ ] temporaneo [ ] permanente

d) la dispensa dalla prova scritta riguarda anche l’esame di stato conclusivo: [SI] [NO]

NB: in caso di dispensa resta in ogni caso opportuno l’impiego del testo scritto quale utile canale d’insegnamento/apprendimento di LS (punto 4.4 delle “Linee-guida” allegate al DM 5669/2011)

IL TEAM CHE HA COMPILATO IL PIANO

DISCIPLINA/ATTIVITA’

NOME – COGNOME

FIRMA

……………………………………………………………………….

luogo-data

……………………………………………………………

firma del dirigente scolastico o suo delegato

io/noi sottoscritti/a/o genitore/i , firmando il presente piano dichiaro/iamo:

1) di essere a conoscenza dell’informativa sul trattamento dei dati personali effettuati in questa

scuola ex art. 13 D.L.vo 196/2003;

2) di autorizzare il trattamento dei dati sensibili;

3) la mia firma ed ogni mia decisione relativa al presente piano è disposta in conformità con le

vigenti disposizioni in materia di corresponsabilità genitoriale

………………………………………………………………….. ………………………………………………………………..

firma genitore/affidatario firma genitore/affidatario