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IPAD, TABLET, ANDROID ELENCO APPLICAZIONI VARIE

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Leggiamo dal sito http://www.solotablet.it/
I tablet si stanno rivelando strumenti utili per affrontare il problma della dislessia, un disturbo (non una malattia) che interessa numerosi bambini. Lo studio della dislessia è stato studiato ed affrontato da molti anni e da molte discipline. Oggi tutti concordano nel ritenere che il problema non è la lettura: il cervello non è stato progettato per leggere!. Se il problema dipende dalle strutture cerebrali e se la componente visiva della lettura è rilevante o uno dei problemi, il tablet e le sue applicazioni possono diventare potenti strumenti di ausilio per affrontare la difficoltà e aiutare i bambini a superarla o a gestirla.

L’arrivo dell’iPad e la pervasività del tablet hanno suggerito nuova creatività a coloro che da sempre si occupano di disturbi alla lettura e all’pprendimento, noti sotto il nome di Dislessia. Le applicazioni sviluppate come ausilio per affrontare la dislessia sono centinaia, a giustificazione anche di una domanda costante e crescente. La dislessia è più diffusa di quanto si possa immaginare e le nuove tecnologie sono diventate un supporto importante per neuro-scienziati, per educatori, per psicologi, per docenti, per genitori e soprattutto per ragazzi con dislessia.

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Desideriamo offrire alcuni materiali di approfondimento della discalculia…ci proviamo con la consapevolezza di non essere affatto completi, rimandando a successivi interventi.

 


Presentiamo un contributo del prof. Imperiale sul tema della matematica e delle sue difficoltà in ambito scolastico.Discalculia e matematica


 Ho scoperto che c’è un programma gratuito che è un vero e proprio aiuto per la matematica…

Il programma è Microsoft Mathematics.

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L‘aiuto di questo programma può essere speciale… non solo per i ragazzi ma anche per i genitori. Infatti a me, capita spesso, di non ricordare i termini esatti da usare per suggerire un passaggio di una equazione. Cioè, può aiutare i genitori, con suggerimenti, da usare per aiutare i ragazzi… con termini appropriati… con termini matematici!

Perché, l’importante per mia figlia non è copiare ma riuscire a capire quale metodo, quale proprietà usare per svolgere l’equazione. Questo programma, usato magari in modo appropriato, può diventare un vero e proprio Strumento Compensativo per genitori!

Per scaricare Microsoft Mathematics fai clic qui

Fonte: http://hoscopertoche.altervista.org/un-aiuto-la-matematica-per/


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Menghini D., Carlesimo G.A., Marotta L., Finzi A. and Vicari S.
Developmental Dyslexia and Explicit Long-Term Memory.
Dyslexia 16: 213–225 2010
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Epidemiologia discalculia
Shalev, R.S. 
Prevalence of Developmental Dyscalculia in Berch, D., Mazzocco,M. (ed.).
Why is math so hard for some children? The nature and origins of mathematical learning difficulties and disabilities.
Baltimore, USA: Paul H Brookes Publishing 2006
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Contributo per: comorbilità con altri disturbi cognitivi e sensoriali
White S., Milne E., Rosen S., Hansen P., Swettenham J., Frith U., and Ramus F.
The role of sensorimotor impairments in dyslexia: a multiple case study of dyslexic children
Developmental Science 2006
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Menghini D., Hagberg G.E., Caltagirone C., Petrosini L., and Vicari S.
Implicit learning deficits in dyslexic adults: An fMRI study
NeuroImage 2006, 33, 1218–1226
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Vicari S., Marotta L., Menghini D., Molinari M., Petrosini L.
Implicit learning deficit in children with developmental dyslexia
Neuropsychologia 2003, 41, 108–114
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I DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) comprendono Dislessia (lettura) Disgrafia (scrittura) Disortografia (regole ortografiche) e Discalculia (calcolo). Il DSA viene anche definita Sindrome dislessica e da qui poi comunemente “dislessia” per uno o più di questi disturbi.

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Con l’aiuto corretto il bambino deve lavorare sulle sue difficoltà specifiche, potenziando al massimo le sue capacità…..solo così  potrà trovare il “suo” metodo di studio (con l’utilizzo di tutti gli strumenti possibili) che lo aiuterà ad affrontare l’apprendimento nel modo più sereno possibile dandogli la possibilità di studiare esattamente  come tutti gli altri ragazzi. Ma soprattutto lo renderanno autonomo nella gestione dello studio.
La mamma deve esserci sempre qualora dovesse occorrere un aiuto, un chiarimento, o solo un momento di conforto…..ricordiamoci che per un dislessico lo studio è sempre e comunque una cosa “tosta”……ma l’autonomia nello studio lo rende anche libero di scegliere il momento più adatto “per studiare”.
Anche i miei bimbi di prima e seconda elementare vanno in classe con il computer, con il registratore con porta USB e con tutte le schede plastificate attaccate all’anello di ferro e messe sul banco pronte all’uso.  Il computer portatile (solitamente un netbook 10 pollici perché più facile da trasportare) avrà i seguenti software:
• Il sintetizzatore vocale con editor di testo con correttore ortografico in più lingue.  Questo strumento (gratuiti sia  Balabolka che  D-speech) consente ai bimbi di “ascoltare” la lezione limitando moltissimo la “fatica di leggere”.
In questo modo tutte le energie del bimbo DSA possono  essere concentrate sulla “comprensione del testo” che è l’aspetto che viene maggiormente compromesso. Lo strumento è facile da usare anche se all’inizio  può risultare complicato. Insieme alla logopedista, in seduta,impareranno ad usarlo. Una buona strategia, per i bimbi più piccoli (1-2
elementare), può essere che usiamo il sintetizzatore aumentando la velocità della lettura (ovviamente all’inizio!) e cambiando la tonalità della voce che è una cosa che li fa morire dal ridere. In questo modo si avvicineranno allo strumento fino ad appropriarsene. Per i più grandini facciamo il “copia/incolla” dall’enciclopedia e ci alleniamo ad ascoltare i nostri argomenti preferiti. Io, per comodità del bimbo, e per impicciarsi meno col computer e con i programmi da usare, faccio  scrivere direttamente su Balabolka che è il sintetizzatore vocale gratuito. Se inserisco i dizionari di lingue diverse (che posso scaricare da internet gratuitamente) corregge sia l’italiano che l’inglese,  il francese, lo spagnolo, il tedesco, ecc.  I ragazzi scrivono, carattere 18, possono controllare gli errori, e possono ascoltare ciò che hanno scritto se “leggendo” non riescono e percepire l’errore che hanno commesso. Il controllo sull’errore è doppio, sia visivo
che uditivo. Di questo strumento, ovviamente, si avvale sia il bimbo che ha difficoltà di lettura (dislessico) ma anche il bimbo che ha difficoltà ortografiche (disortografia) sia il bambino che ha una grossa difficoltà nella grafia (disgrafia/disprassia). Allo stesso modo, però, può e deve avvalersene anche il bimbo discalculico perché forme “pure” (dei quattro disturbi appena citati) sono casi davvero molto molto rari.
Lettore vocale che consente di leggere su qualsiasi tipo di formato, su word, su PDF (libri digitali), su Balabolka, su open office, sulle mail, ecc.
• Editor di testo con correttore ortografico tipo Microsoft Word oppure OpenOffice.org writer (OpenOffice.org è gratuito) o anche Libreoffice 3.3 (ultima versione) per lavorare esclusivamente sulla scrittura e sulla grafica del testo.
• Il calendario di MICROSOFT WORKS e facilissimo da usare come  DIARIO, non è necessario salvare i dati scritti, si salvano in automatico.
• Per la matematica e/o la GEOMETRIA  è possibile usare LIBREOFFICE
WRITER 3.3 con la barra degli strumenti attiva (opzione disegno) nella
parte bassa dello schermo (mettendo tutti i simboli “visibili”).
• Microsoft Mathematics gratuito e utilizzabile per la matematica delle scuole superiori o per l’ultimo anno delle medie.
• SFR CALCULATOR – CALCANT    (gratuito) è una calcolatrice/foglio sul quale si possono fare le quattro operazioni e che permette anche di scrivere i dati accanto ai numeri che fan parte dei problemi. è facilissimo da usare  e può tornare molto utile ai ragazzi che hanno difficoltà a
mettere in colonna per problemi di organizzazione dello spazio. La calcolatrice può essere usata da tutti i ragazzi DSA anche perché la possibilità di scrivere i dati dei problemi ne consente il facile utilizzo anche nelle ore di matematica in classe.
• Dragon Naturally Speaking (non è gratuito) E’’ un programma di riconoscimento ed elaborazione vocale che consente ai bimbi di riordinare le proprie idee e di poter “scrivere” un tema  finalmente in libertà senza doversi preoccupare troppo della “forma del testo scritto”….almeno inizialmente.
• Programmi MAPPE CONCETTUALI (CMAP TOOLS –  FREEMIND) gratuiti e facili da usare. Aggiornabili su internet periodicamente.
Utilissimi per fare le mappe concettuali che il DSA terrà sul banco per aiutarsi “con l’immagine” e ricordare meglio l’argomento.
• Libri di testo DIGITALI richiesti all’AID (associazione Italiana Dislessia) all’inizio dell’anno scolastico, gratuiti per chi ha diagnosi di DSA.
Questo programma consente di modificare in qualsiasi modo i PDF dei libri digitali. Consente di sottolineare, evidenziare, inserire una nota, fare un esercizio o scrivere un appunto di testo.
• Scanner (non gratuito) per i libri cartacei, per poter acquisire le pagine dei libri corredato dei seguenti programmi.
• Programma OCR (Microsoft READER gratuito) consente di trasformare le pagine acquisite con lo scanner in pagine “leggibili” dal sintetizzatore vocale.
• Enciclopedia Digitale su computer tipo ENCARTA (non gratutito).
• Dizionario Digitale di Inglese – Francese – Spagnolo – Latino – Greco (alcuni gratuiti e altri a pagamento).
• Traduttore in tutte le lingue  per poter consultare come scrivere una parole nel modo corretto.
• Calcolatrice da tenere sempre sul computer o sul banco (già presente nel computer).
• Fogli elettronici di calcolo    Libreoffice calc, Microsoft excel, ecc.
• Tutore Dattilo che è un programma (GRATUITO) che consente ai bimbi di allenarsi con la tastiera del computer facendo giochi divertenti.
Inoltre i ragazzi avranno in “dotazione”:
• Tabelle con FORMULE, REGOLE, PROSPETTI, VERBI, TABELLINE cioè tutti gli strumenti compensativi e dispensativi plastificate e da tenere sul banco pronte all’uso.
• Registratore (da acquistare) con memoria molto ampia (500 ore) e con porta USB per poter essere collegato direttamente al computer.
• CUFFIE per Computer e Registratore (da acquistare)
Per consentire ai bimbi di avere con il computer anche un rapporto ludico oltre che di studio installo anche:
• TUX Paint (scaricabile gratuitamente) che è un programma di disegno davvero bello per i bambini.
• Alcuni giochi gratuiti tipo UNO, Tetris, Canestro, ecc.
Altre utilità e programmi gratuiti
 
JDownloader – E’ un manager di download gratuito. Un programma che ti permette di scaricare in parallelo più link alla volta e mettendo in coda gli altri, scaricandoli automaticamente un po’ alla volta, senza alcun ulteriore comando. Permette anche di scaricare video da youtube in vari formati.

Dizionario Gratuito – Un ringraziamento va alla nostra amica Luciettinella che ci ha segnalato il sito italiano del Dictionary Team, dal quale scaricare moltissimi dizionari in lingua straniera. Per l’installazione si raccomanda di seguire attentamente le istruzioni del sito. Una volta installati i dizionari sono di facilissimo utilizzo. (new)

Analisi Granmmaticale… Olé!!! – Grazie alla nostra cara amica Laura Ceccon, che lo ha realizzato, questo è un ottimo programma per l’analisi grammaticale.

Espressioni matematiche – tre diversi programmi per l’espressioni aritmetiche, algebriche e con frazioni.

GeoGebra – programma per lo studio di algebra e geometria. Si possono disegnare forme geometriche e grafici.

Declic – programma per la geometria, che presenta un foglio di lavoro sul quale si possono disegnare forme geometriche e inserire funzioni del piano cartesiano (nella colonna di sinistra della pagina, c’è il link in italiano).

RedCrab – è una calcolatrice scientifica con un editor di formule a tutto schermo.

SpeQ – Un completo programma di matematica, in grado di risolvere calcoli complessi e di disegnare grafici.

iDailyDiary – è un programma che simula un diario cartaceo, che è possibile proteggere con una password e ha molte funzioni. Il menu è in italiano.

WikiMindMap – WikiMindMap è la pagina web di Wikipedia dalla quale si possono generare mappe mentali online, per poi gestirle anche con freemind. E’ sufficiente selezionare la lingua (per l’italiano è it.wikipedia.org) e inserire le parole chiave nella barra di ricerca.

Free Youtube MP3 Converter – E’ un programma che converte in file MP3 la traccia audio dei video di Youtube. Particolarmente utile, non solo per la musica legale, ma anche per trasformare in audiolibro quei link ospitati da Youtube, in cui la parte video o è assente o non è essenziale, come interviste, conferenze, convegni ecc. e tenerli sul proprio lettore audio portatile.

Free Studio – E’ un programma per la gestione e la conversione di file audio e video, anche per iPod, PSP, iPhone, cellulari e altri dispositivi mobili. Masterizzare e estrarre DVD e CD.

mcm & MCD – E’ un programma per il calcolo del minimo comune multiplo e per il massimo comune divisore, tra più numeri interi, decimali e frazioni.

LeggiXme – E’ un altro ottimo sintetizzatore vocale, molto simile a Free Natural Reader.

IncolonnAbili, EquivalenzeXme e LeggiExcelXme – Sono rispettivamente: un software per operazioni aritmetiche, un programma sulle equivalenze e un componente aggiuntivo per far parlare il foglio di calcolo Excel.

Audacity 2.0 – E’ un editor audio, cioè un registratore audio.

Ed ancora (segue) 

*Fonte – Il Kit di Lulù 


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La discalculia è un DISTURBO SPECIFICO del calcolo che compare in età evolutiva. La caratteristica di questo disturbo è una capacità del calcolo che è al di sotto di quanto previsto in base all’età cronologica del bambino e a un’istruzione adeguata; non è imputabile a una lesione organica o ad un apprendimento insufficiente per motivi psicologici, pedagogici o sociali.

Nei bambini con rilevanti disturbi di calcolo sono presenti deficit nel concetto di numero, nelle abilità logico-operatorie, nelle abilità del calcolo e nel ragionamento aritmetico.

 COME PROCEDE IL BAMBINO QUANDO FA I CALCOLI?

Le competenze/incompetenze sottese alle prove di calcolo sono le componenti di comprensione e di produzione del sistema dei numeri.

Il sistema di comprensione e il sistema di produzione sono dissociati a livello neuropsicologico.

Il sistema di comprensione permette di leggere i numeri in codice arabico (es. “3”) o grafemico (es. “tre”), e di riconoscere i numeri in codici uditi a voce; trasforma i numeri (uditi o letti) in una rappresentazione astratta di quantità.

Il sistema di produzione fornisce le risposte numeriche. Questo meccanismo permette di scrivere i numeri in codice arabico o grafemico e di produrre oralmente i numeri in codice fonologico.

Il sistema del calcolo assume la rappresentazione di quantità come input, la “manipola” attraverso il funzionamento di tre componenti: i segni delle operazioni, i “fatti numerici” o operazioni di base (Es.: 5×5; 10+10; ecc.), e le procedure del calcolo.

 SISTEMA DEL CALCOLO

 INPUT  ->  SISTEMA DI COMPRENSIONE    DEI NUMERI       ->  SISTEMA DI PRODUZIONE DEI NUMERI  -> OUTPUT            

I tre sistemi funzionano in base a:

• Meccanismi Semantici (regolano la comprensione della quantità) (3= o o o ).
• Meccanismi Lessicali (regolano il nome del numero) (1-11). Nella codifica verbale di un numero, ciascuna cifra, a seconda della sua posizione, assume un “nome” diverso. I meccanismi lessicali hanno il compito di selezionare adeguatamente i nomi delle cifre per riconoscere quello del numero intero.
• Meccanismi Sintattici (Grammatica Interna relativa al valore posizionale delle cifre). Ogni cifra nel comporre un numero (ad esempio le cifre 2, 7, e 4 nel comporre duecentosettantaquattro) è caratterizzata da una relazione posizionale particolare con le altre cifre costituenti il numero.
Esempio:

da      u         la posizione cambia nome e semante.
1       2
2       1

  •  COME PROCEDE IL BAMBINO DISCALCULICO O CON DIFFICOLTA’ DI CALCOLO?

Poiché il sistema del calcolo è interdipendente rispetto a quello di comprensione e a quello di produzione dei numeri, i possibili errori devono essere analizzati con attenzione in tutti e tre i sistemi, individuando il peso delle difficoltà lessicali, sintattiche e semantiche.

Errori nei sistemi di comprensione e di produzione.

Errori a base lessicale: errori che riguardano la produzione o la comprensione delle singole cifre. Esempio: 4 al posto di 7 (leggo, o mi rappresento mentalmente, scrivo o dico ad alta voce “quattro” invece di “sette”); 15 al posto di 13; 32 al posto di 31, ecc.
Errori a base sintattica: costituiscono gli errori più frequenti che i bambini commettono, sia nella comprensione sia nella produzione dei numeri. Il bambino è in grado di codificare le singole cifre ma non riesce a stabilire i rapporti tra loro in una struttura sintattica corretta. Questo tipo di errori sembra nascondere un apprendimento carente o non consolidato.
In genere, si tratta di errori di transcodificazione tra i diversi codici arabico-verbale e viceversa. Anche se un bambino sa contare oralmente e per iscritto in uno dei due codici e ha consolidato il significato di ciascun numero, può avere difficoltà nella transcodificazione, vale a dire, nel passaggio dallo stimolo uditivo o scritto nella modalità fonologica a quello scritto nella modalità arabica, o viceversa,  a seconda di quale codice è meglio appreso.
Esempi di errori dovuti al mancato riconoscimento del valore posizionale:
“trecentonovantacinque” -> 310095
“seicentocinquantadue”   -> 6100502
“cinquemilaottocentoquarantasei” -> 500080046
Un esempio di errore a base sintattica è rappresentato dallo ZERO. La parola “zero” non viene mai pronunciata (produzione in codice verbale), a meno che non si debba fare riferimento alla quantità assoluta di “zero”. Mentre quando viene scritto, invece, lo “0” (produzione in codice arabico) è necessario e ha un valore posizionale pari a quello delle altre cifre (Es.: 102).

  •  Errori nel sistema del calcolo

 1. Errori nel recupero di fatti numerici. Il sistema dei numeri funziona in memoria come una vera e propria struttura a rete: la somma di due numeri coincide con la loro intersezione. Il bambino, per esempio, può non aver chiara la differenza tra addizione e moltiplicazione: 3 + 3 = 9; egli può immagazzinare in maniera errata i risultati di alcune operazioni (Es.: 3+3=9 oppure 5×2=7) e la loro memorizzazione si rafforza ogni volta che egli produce una determinata risposta per l’operazione data. Nelle ripetizioni successive dell’operazione, il bambino recupererà lo stesso risultato coerentemente con il tipo di immagazzinamento avvenuto, anche quando c’è un’associazione errata tra l’operazione e il risultato scorretto.

2. Errori nel mantenimento e nel recupero di procedure e strategie. La difficoltà nei calcoli orali, così come nei calcoli scritti, può essere imputabile a un sovraccarico di informazioni nella memoria del bambino, che non applica procedure di conteggio facilitanti. Il bambino che deve svolgere, per esempio, l’addizione “2+8”, pur avendo appreso la regola facilitante di partire dall’addendo più grande per poi aggiungere quello più piccolo, si aiuta ancora con procedure immature. Se le regole di facilitazione non vengono utilizzate con padronanza, il sistema di memoria può, quindi, iniziare a sovraccaricarsi di informazioni, con un notevole dispendio di energie cognitive e, nel caso di compiti complessi, con un vero e proprio decadimento mnestico.

3. Difficoltà visuospaziali. Se un bambino ha difficoltà ad acquisire i concetti “da destra a sinistra”, “dal basso verso l’alto”, ecc., presumibilmente incontrerà, all’interno di un’operazione aritmetica, maggiori difficoltà nell’incolonnamento dei numeri e nel seguire la direzione procedurale in senso sia orizzontale sia verticale.

4. Errori nell’applicazione delle procedure:
• Il bambino non sa cosa deve fare inizialmente, quando si trova di fronte ad una delle quattro operazioni (incolonnamento o meno, posizione dei numeri, del segno operatorio e altri segni grafici come la riga separatoria, ecc.);
• Il bambino non sa come comportarsi quando deve svolgere quella specifica operazione (addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione);
• Il bambino non sa applicare le regole di prestito e riporto: se tali regole non sono apprese, un possibile errore può essere ad es., 84 – 67 = 20 perché 4-7=0 e 8-6=2;
• Nel passaggio ad una nuova operazione, il bambino persevera nel suo ragionamento precedente e applica procedure tipiche di un’operazione, ad un’altra.  (Ad es.: si comporta in maniera identica in una addizione e in una moltiplicazione).

  •  ALTRE CARATTERISTICHE DEL BAMBINO DISCALCULICO O CON DIFFICOLTA’ DI CALCOLO

Generalmente, il bambino discalculico o con difficoltà di calcolo, così come il bambino dislessico, ha un’intelligenza nella norma; le abilità cognitive come la memoria, la percezione, l’attenzione, la concentrazione, ecc. sono adeguate. Ciò che lo caratterizza è una bassa autostima. Le reazioni emotive del bambino quando sbaglia sono reazioni naturali agli errori: egli si sente incapace, umiliato, frustrato e demotivato in maniera più o meno intensa a seconda che si trovi a scuola, in famiglia, fra gli amici. In particolare, a differenza del bambino dislessico, il bambino discalculico si sente maggiormente inadeguato e meno “intelligente” rispetto agli altri coetanei, a causa delle false credenze che esistono quando si parla di matematica: “Chi è bravo in matematica è intelligente, specialmente se è un maschio!

  •  VALUTAZIONE E INTERVENTO

Al fine di programmare un intervento riabilitativo il più possibile individualizzato, specifico e calibrato su ogni bambino, è opportuno eseguire una valida valutazione clinica. La valutazione funzionale e qualitativa, attraverso prove specifiche e test standardizzati, serve a delineare un profilo neuropsicologico del bambino. Per quel che riguarda i bambini discalculici o con difficoltà di calcolo, esistono strumenti diagnostici che permettono di valutare le competenze delle principali componenti di elaborazione cognitiva del sistema dei numeri e del calcolo.

 Test di I°  livelloAC-MT (Cornoldi, Lucangeli, Bellina, 2002) – Fornisce uno screening di base.

 Test di II° livelloABCA (Lucangeli, Tressoldi, Fiore, 1988) 3°, 4° e 5° elementare. Fornisce un profilo di discalculia evolutiva.

 Queste prove individuano le difficoltà specifiche da trattare e offrono anche gli strumenti per la riabilitazione individualizzata del bambino. L’intervento deve essere graduale: dove sono richieste più regole per la soluzione di un compito complesso (ad esempio per eseguire correttamente un’addizione, bisogna saper mettere in colonna, bisogna conoscere la regola del riporto, e così via), è necessario scomporre questo compito in unità elementari (lavorare solo sull’incolonnamento, lavorare sulle procedure dell’addizione, e così via).

Ogni unità elementare può considerarsi, quindi, un’attività su cui esercitarsi fino alla sua acquisizione, prima di essere associata ad altre.

Oltre all’intervento puramente legato alle difficoltà di calcolo, è fondamentale lavorare con il bambino sulla sua autostima e sulla sua motivazione; attraverso un approccio metacognitivo, si fa riflettere il bambino sul fatto che egli ha delle difficoltà dovute ad un mal funzionamento di quelle parti del cervello che sottendono alle abilità matematiche e che il resto delle funzioni mentali generali non è compromesso: “L’intelligenza non c’entra niente con le tue difficoltà in matematica!
La riabilitazione deve essere attuata in stretta collaborazione con la scuola e con la famiglia.

  • DEFINIZIONE 

Compromissione significativa e persistente dell’abilità matematica:
– deficit nel concetto di numero;
– deficit nelle abilità logico-operatorie;
– deficit nelle abilità di calcolo;
– deficit nel ragionamento aritmetico.
Capacità intellettive nella norma e assenza di deficit sensoriali e di danno neurologico.

  • COMORBIDITA’

La discalculia è comunemente associata al disturbo della Letto-Scrittura.

  • EZIOPATOGENESI

Problema neuropsicologico consistente nell’alterazione dei processi cognitivi soggiacenti l’abilità matematica. All’interno di un’architettura modulare delle funzioni mentali, è presente un disordine delle componenti della funzione aritmetica.
Condizioni necessarie sufficienti per l’apprendimento dell’abilità matematica:
– strutture mentali di elaborazioni idonee (fattori neurofunzionali endogeni)
– input adeguati da parte dell’ambiente (fattori educativi, stile d’insegnamento, ecc.)

  • INSORGENZA

Età critica: tra i 4,5 e i 5,5 anni.
Si rilevano difficoltà in ambito matematico a scuola, quando il bambino rimane indietro rispetto ai compagni della sua età.
Sarebbe opportuno intervenire tempestivamente, già in 1° elementare, onde evitare un rafforzamento degli errori che mette in atto il bambino. Gli insegnanti o i genitori, a volte, si accorgono tardi del problema, anche perché il bambino applica una varietà di strategie sostitutive per ottenere una pseudo-soluzione alle sue difficoltà.

 Fonte – http://www.centronous.com/discalculia.php

 

Discalculia

Pubblicato: 20 aprile 2013 in Discalculia
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L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la discalculia come un disturbo specifico dell’apprendimento a prognosi organica, geneticamente determinato, espressione di disfunzione cerebrale. Esso non deve essere confuso con i profili di difficoltà procedurali nel calcolo scritto.

Generalità

Sulla base delle segnalazioni fatte dalla scuola si calcola che oggi, in Italia, il 20% circa degli studenti incontri difficoltà, spesso anche significative, nell’apprendimento del sistema dei numeri.

Eppure, secondo i dati dell’International Academy for Research in Learning Disabilities (IARLD)[1], solo il 2,5% della popolazione scolastica dovrebbe presentare difficoltà nella cognizione matematica in comorbilità con altri disturbi, e solo per percentuali esigue (0,5-1%) si potrebbe parlare di discalculia evolutiva. Il 90% delle segnalazioni sarebbe dunque costituito da casi di difficoltà di apprendimento, e non di disturbo specifico del calcolo.

La discalculia evolutiva è infatti un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA):

  • si può definire come un disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche
  • si manifesta in bambini a sviluppo tipico, di intelligenza normale e che non hanno subito danni neurologici
  • può presentarsi associata a dislessia e ad altri disturbi dell’apprendimento, ma non ne è l’effetto

Sebbene difficoltà e disturbo possano avere degli elementi in comune e abbisognare, talvolta, di aiuti simili, costituiscono categorie nosografiche del tutto differenti.

Per capire come mai così tanti bambini facciano fatica nell’apprendimento del calcolo, bisogna tenere conto almeno di tre diverse cause:

  • il nostro sistema educativo comincia a porre attenzione sistematica allo sviluppo della cognizione numerica verso i 6 anni, mentre i meccanismi cognitivi di base sono innati ed hanno bisogno di attenzione educativa al loro sviluppo fin dal primo anno di vita;
  • oltre a porre attenzione tardi, il sistema educativo ancora conosce poco dei meccanismi di cognizione numerica, e soprattutto non conosce le modalità necessarie a potenziarne l'”intelligere”, scambiandolo per il mero addestramento alla prestazione scritta. L’intelligenza numerica è analogica, strategica, composizionale, evolve soprattutto nel calcolo a mente, ed ha poco a che fare con gli algoritmi procedurali messi in memoria necessari al calcolo scritto;
  • la discalculia evolutiva esiste ma, essendo un disturbo neuropsicologico basale, rientra nelle psicopatologie a genesi organica, con una frequenza di comparsa fortunatamente rara, che non ha nulla a che fare con quel 20% di bambini che ad 8 anni già è segnalato dalla scuola per significative difficoltà in ambito matematico.

Caratteristiche

Riguardo alla discalculia evolutiva, sulla base della Consensus Conference del 2009 (che prevede l’accordo dei rappresentanti delle principali organizzazioni italiane di professionisti che si occupano di disturbi dell’apprendimento) e della Legge 170/2010[2], si distinguono due profili, caratterizzati da:

  • Primo tipo: debolezza nella strutturazione cognitiva delle componenti numeriche (cioè negli aspetti basali, quali subitizing, meccanismi di quantificazione, seriazione, comparazione, strategie di calcolo mentale, ecc.);
  • Secondo tipo: compromissioni a livello procedurale e di calcolo (lettura, scrittura e incolonnamento dei numeri, recupero dei fatti numerici e degli algoritmi del calcolo scritto).

La prima tipologia di discalculia è da intendersi come una sorta di «cecità ai numeri», ovvero, in altri termini, come l’incapacità del soggetto di comprendere le numerosità e, di conseguenza, di manipolarle. La descrizione di questo tipo di disturbo si ispira agli studi di Butterworth (1999; 2005), il quale ha ipotizzato l’esistenza di un “cervello matematico”, una struttura innata specializzata nel categorizzare il mondo in termini di numerosità. Questa ipotesi trova conferma anche nei risultati di altri studi, che hanno dimostrato come l’idea di numerosità sia innata e condivisa dall’uomo con altri animali situati alla base della scala filogenetica.

In questo senso la discalculia evolutiva viene qui spiegata come un disturbo causato da disfunzioni neuropsicologiche che compromettono la capacità di rappresentare ed elaborare la “numerosità”. Nei bambini con questo profilo di discalculia si evidenziano infatti significative difficoltà fin dai primi anni di vita nell’esecuzione dei compiti più semplici: riconoscimento di quantità, counting, subitizing, comparazioni, ecc. Ovviamente, tutte queste difficoltà che compromettono i meccanismi cognitivi basali costituiscono un impedimento all’acquisizione delle abilità matematiche superiori.

Il secondo profilo di discalculia si riferisce invece in modo specifico alla compromissione del processo di acquisizione delle procedure e degli algoritmi del calcolo.

Nella descrizione di entrambi profili di discalculia riveste una grande importanza l’analisi degli errori commessi dai bambini.

In sintesi, in ambito scientifico si tende a distinguere gli errori di calcolo in quattro categorie: 1. errori nel recupero di fatti aritmetici 2. errori nel mantenimento e nel recupero delle procedure 3. errori nell’applicazione delle procedure 4. difficoltà visuospaziali

Evoluzione

Quando oggi le ricerche parlano di “intelligenza numerica”, si riferiscono alla nostra capacità di “intelligere”, ovvero di capire e rappresentarsi il mondo in termini di numeri e quantità. Tale capacità è innata, e permea il nostro sistema di interpretazione di eventi e fenomeni di diverso grado di complessità, evolvendosi attraverso processi dominio-specifici.

Se Piaget[3] riteneva che l’idea di numerosità non potesse emergere prima dei 5-6 anni poiché costruita sullo sviluppo di capacità tipiche del pensiero operatorio (conservazione della quantità, astrazione dalle proprietà percettive), a partire dagli anni Ottanta numerosi studi sperimentali condotti sui neonati hanno dimostrato come invece già alla nascita il bambino sia sensibile alla quantità, e possieda aspettative aritmetiche.

Antell e Keating (1983), utilizzando la tecnica “dell’abituazione-disabituazione”, hanno verificato che bambini da 1 a 12 giorni di vita riescono a discriminare insiemi di due o tre elementi, sono cioè capaci di percepire la numerosità di un insieme visivo di oggetti in modo immediato, senza contare; tale processo di percezione visiva è chiamato subitizing, e il numero massimo di oggetti percepibili in questo modo sembra essere di circa quattro. Il possesso del concetto di numerosità però implica molto di più: il bambino non solo discrimina due insiemi in base al numero di elementi contenuti, ma possiede anche aspettative aritmetiche basate sul concetto di numerosità. Le ricerche della Wynn (1992) hanno riscontrato che bambini di 5-6 mesi sanno compiere operazioni di tipo additivo (1 + 1) e sottrattivo (2 – 1).

Questi dati sperimentali sembrano suggerire dunque l’esistenza di una competenza numerica preverbale innata, che può essere ricondotta a operazioni di rappresentazione mentale della quantità. Come afferma Butterworth (2005), la natura fornisce un nucleo di capacità per classificare piccoli insiemi di oggetti in base alla loro numerosità; il contare è invece il primo ponte funzionale tra le competenze innate di riconoscimento di quantità, e le conoscenze più elaborate possedute dalla cultura in cui è nato il soggetto.

Diagnosi

Come riportato nella Consensus Conference del 2009 e nella Legge nazionale 170/2010, anche per il Disturbo Specifico del Calcolo, come per quelli della lettura (Dislessia) e della scrittura (Disgrafia), vi è un generale accordo sulla necessità di somministrare prove standardizzate che forniscano parametri per valutare la correttezza e la rapidità, e di applicare il criterio di –2ds (meno due Deviazioni Standard) dai valori medi attesi per l’età e/o classe frequentata nelle prove specifiche. Tuttavia, considerata la complessità dei fattori che intervengono nella descrizione della discalculia evolutiva e la facilità di identificare profili di falsi positivi, è necessario chiarire che nessun test basta da solo per porre la diagnosi clinica di tale disturbo.

L’indice principale necessario a distinguere un disturbo da una difficoltà di calcolo, come dimostrano le più recenti evidenze sperimentali, è identificabile nella “resistenza al trattamento”. Se un bambino in difficoltà nell’area del calcolo, con cadute nei test specifici, viene aiutato in modo adeguato e migliora significativamente le proprie competenze, è possibile escludere l’ipotesi di discalculia evolutiva. Purtroppo però, nella pratica quotidiana, succede troppo frequentemente che si diagnostichino bambini come discalculici ancora prima che si sia fatto almeno un tentativo di approfondimento del profilo, e soprattutto prima di verificare l’efficacia di un intervento di potenziamento mirato.

Alla luce della sola valutazione clinica, per quanto approfondita possa essere, risulta possibile incappare in un “falso positivo”, ossia diagnosticare una discalculia quando in realtà si tratta di una semplice difficoltà nel calcolo, che, con un adeguato potenziamento, può facilmente evolvere fino ad ottenere risultati in norma con l’età.

  • La diagnosi di discalculia. Documento di accordo AID – Airipa, Ottobre 2012 – Download

Potenziamento

In termini tecnici, per “potenziamento” si intende un intervento educativo in grado di favorire il normale sviluppo di una funzione che sta emergendo. In altre parole, significa fare utilizzare la funzione al meglio delle potenzialità individuali, offrendo situazioni di apprendimento con elementi di novità e complessità maggiore rispetto a quanto il bambino potrebbe imparare se agisse da solo e per proprio conto.

Il concetto di potenziamento deriva da quello di “sviluppo prossimale” proposto da Vygotskij. Secondo lo studioso, la “zona di sviluppo prossimale” si può identificare tra il livello di sviluppo attualedel bambino, determinato dalla sua capacità di soluzione di problemi in modo indipendente, ed il suo livello di sviluppo potenziale, definito dalla sua capacità di soluzione di problemi con l’assistenza di un adulto, o attraverso la collaborazione con bambini più capaci. In altre parole, il potenziamento è quel percorso che garantisce al bambino di raggiungere il miglior sviluppo di ogni sua competenza.

Un buon metodo di potenziamento implica che:

  • l’educatore conosca i processi dominio-specifici, e le fasi evolutive della loro maturazione;
  • l’intervento sia finalizzato ad aiutare il bambino nelle abilità più affaticate;
  • l’evoluzione del processo risulti migliore rispetto all’evoluzione naturale attesa.

In sintesi, il processo che parte dalla valutazione iniziale fino alla programmazione dell’intervento di potenziamento è il seguente: la valutazione iniziale viene attuata attraverso test oggettivi, e consente di individuare una o più aree carenti nel profilo del bambino in base al principio di discrepanza nel dominio specifico interessato. Una volta individuato tale profilo, è possibile programmare il percorso di potenziamento più adeguato, che deve essere specifico, ovvero volto a promuovere la migliore evoluzione delle abilità più deboli (differenziale di sviluppo). Alla fine del percorso di potenziamento è necessario valutarne l’efficacia attraverso la ripetizione delle valutazioni del profilo (follow-up).

Note

  1. ^ Cornoldi e Lucangeli, 2004
  2. ^ Legge nazionale 8 ottobre 2010, n. 170 – Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico – GU n. 244 del 18-10-2010
  3. ^ Piaget e Szeminska, 1941

Bibliografia

  • Antell, S., Keating, D. P. (1983). Perception of numerical invariance in neonates. Child Development, 54, 695-710.
  • Brannon, E. M. (2002). The development of ordinal numerical knowledge in infancy. Cognition, 83, 223-240.
  • Bryant, P., Christie, C., & Rendu, A. (1999). Children’s understanding of the relation between addition and subtraction: Inversion, identity, and decomposition. Journal of Experimental Child Psychology, 74, 194–212.
  • Butterworth, B. (1999). The mathematical brain. London: Macmillan (trad. it. L’intelligenza matematica. Milano: Rizzoli).
  • Butterworth, B. (2005), The development of arithmetical abilities, Journal of Child Psychology and Psychiatry, 46, 3–18.
  • Carpenter T.P. & Moser J.M. (1982), The development of addition and subtraction problem solving skills. In T.P. Carpenter J.M. Moser e T.A. Romberg (a cura di), Addition and subtraction: A cognitive perspective, Hillsdale, NJ, LEA, pp. 9-24.
  • Consensus Conference (2009), Disturbi evolutivi specifici dell’apprendimento. AID, Trento: Edizioni Erickson.
  • Cornoldi, C., Lucangeli, D. (2004). Arithmetic education and learning disabilities in Italy. Journal of Learning Disabilities, 37(1), 42-49.
  • Fuson, K. C. (1991), Relations entre comptage et cardinalité chez les enfants de 2 à 8 ans. Les chemins du nombre. In J. Bideaud, C. Meljac, J. P. Fischer (Eds.) Lille: Presses Universitaires de Lille.
  • Fuson, K. C. (1988). Counting and concepts of number. New York: Springer-Verlag.
  • Fuson, K.C., & Kwon, Y. (1992). Learning addition and subtraction: Effects of number words and other cultural tools. In J. Bideaud, C. Meljac, & J.P. Fisher (Eds.), Pathways to number, children’s developing numerical abilities. Hillsdale, NJ: LEA.
  • Gelman, G., & Gallistel, C. R. (1978). The child’s understanding of number. Cambridge, MA: Harvard University Press.
  • Piaget, J. (1952). The Origins of Intelligence in Children. New York: International Universities Press.
  • Piaget, J., Szeminska, A. (1941). La genese du nombre chez l’enfant. Neuchatel-Paris: Delachaux & Niestle (trad. it. La genesi del numero nel bambino. Firenze: La Nuova Italia, 1968).
  • Potter, M.C., & Levy, E.I. (1968). Spatial enumeration without counting. Child Development, 39, 265–272.
  • Starkey, P., & Gelman, R. (1982). The development of addition and subtraction abilities prior to formal schooling in arithmetic. In T. P. Carpenter, J. M. Moser, & T. A. Romberg (Eds.), Addition and subtraction: A cognitive perspective (pp. 99–110). Hillsdale, NJ: Lawrence Erlbaum.
  • Wynn K. (1992). Addition and subtraction by human infants, Nature, 358, 749-750.

DISCALCULIA

Nelle Linee Guida della legge 170 viene dedicato un paragrafo all’Area del calcolo dove si legge:

Riguardo alle difficoltà di apprendimento del calcolo e al loro superamento, non è raro imbattersi in studenti che sono distanti dal livello di conoscenze atteso e che presentano un’ impotenza appresa, cioè un vero e proprio blocco ad apprendere sia in senso cognitivo che motivazionale. Sebbene la ricerca non abbia ancora raggiunto dei risultati consolidati sulle strategie di potenziamento dell’abilità di calcolo, si ritengono utili i seguenti principi guida:

  • gestire, anche in contesti collettivi, almeno parte degli interventi in modo individualizzato;
  • aiutare, in fase preliminare, l’alunno a superare l’impotenza guidandolo verso l’ esperienza della propria competenza;
  • analizzare gli errori del singolo alunno per comprendere i processi cognitivi che sottendono all’ errore stesso con intervista del soggetto;
  • pianificare in modo mirato il potenziamento dei processi cognitivi necessari.

In particolare, l’analisi dell’errore favorisce la gestione dell’insegnamento.

Tuttavia, l’unica classificazione degli errori consolidata nella letteratura scientifica al riguardo si riferisce al calcolo algebrico:

  • errori di recupero di fatti algebrici;
  • errori di applicazione di formule;
  • errori di applicazione di procedure;
  • errori di scelta di strategie;
  • errori visuospaziali;
  • errori di comprensione semantica.

L’analisi dell’errore consente infatti di capire quale confusione cognitiva l’allievo abbia consolidato in memoria e scegliere, dunque, la strategia didattica più efficace per l’eliminazione dell’errore e il consolidamento della competenza. Riguardo agli strumenti compensativi e alle misure dispensative, valgono i principi generali secondo cui la calcolatrice, la tabella pitagorica, il formulario personalizzato, etc. sono di supporto ma non di potenziamento, in quanto riducono il carico ma non aumentano le competenze.

(fonte – http://www.rossellagrenci.com/2012/01/larea-del-calcolo-nelle-linee-guida-della-legge-170-4/)


La Discalculia

 

La discalculia è una difficoltà specifica nell’apprendimento del calcolo che si manifesta nel riconoscimento e nella denominazione dei simboli numerici, nella scrittura dei numeri, nell’associazione del simbolo numerico alla quantità corrispondente, nella numerazione in ordine crescente e decrescente, nella risoluzione di situazioni problematiche.I simboli numerici sono quantitativamente inferiori rispetto a quelli alfabetici (10 cifre contro 21 lettere), ma complessa è la loro combinazione che si basa sul valore posizionale. Per molti bambini, infatti, non c’è differenza tra 15 e 51 oppure tra 316 e 631, in quanto essi, pur essendo in grado di denominare le singole cifre, non riescono ad attribuire significato alla loro posizione all’interno dell’intero numero.
Spesso alla base ci sono difficoltà di orientamento spaziale e di organizzazione sequenziale che si evidenziano sia nella lettura che nella scrittura dei numeri ( il numero 9 viene confuso con il 6; il numero 21 con il 12; il 3 viene scritto al contrario così come altri numeri). Oltre a questo esistono coppie di numeri che hanno tra loro una lieve somiglianza, come ad esempio il numero 1 e il numero 7; il 3 e l’8; il 3 e il 5. Confondere queste cifre significa anche non attribuirle alla giusta quantità, per cui non è raro che anche semplici esercizi vengano svolti in modo errato. Chiediamoci allora: “Il soggetto non sa contare oppure non distingue adeguatamente i simboli numerici?”
Di solito è presente la capacità di numerare in senso progressivo, cioè di procedere da zero in poi (1-2-3-4-5…), ma non quella di numerare in senso regressivo, partendo cioè da una determinata cifra e andando indietro ( 6-5-4-3-2-1-0). Un altro ostacolo che crea al soggetto situazioni di disagio è la difficoltà a memorizzare la tavola pitagorica con conseguente impossibilità ad eseguire correttamente moltiplicazioni e divisioni.
Anche alla base della discalculia ritroviamo carenze relative alle abilità percettivo-motorie, ma, non di rado, le difficoltà logico-matematiche sono attribuibili anche a una carenza di esperienze concrete. Fin dalla primissima infanzia il soggetto deve conoscere il mondo, manipolare gli oggetti, raggrupparli secondo criteri, costruire con essi strutture via via più complesse. Alla scuola materna e nel primo ciclo di scuola elementare queste esperienze continuano ad essere molto importanti, l’uso del materiale concreto (oggetti, immagini, blocchi logici, regoli in colore, multibase) è indispensabile per guidare il soggetto verso la conquista dei concetti fondamentali.

L’uso dei simboli, la memorizzazione delle regole esecutive e delle cosiddette “tabelline” vengono dopo e devono essere conquiste graduali e non meccanismi superficiali che tanto facilmente si dimenticano. La discalculia è, quindi, una difficoltà specifica nell’apprendimento del calcolo che si manifesta nel riconoscimento e nella denominazione dei simboli numerici, nella scrittura dei numeri, nell’associazione del simbolo numerico alla quantità  corrispondente, nella numerazione in ordine crescente e decrescente, nella risoluzione di situazioni problematiche.

Principali elementi di riconoscimento:

  • Difficoltà nel manipolare materiale per quantificare e stabilire relazioni
  • Difficoltà nella denominazione dei simboli matematici
  • Difficoltà nella lettura dei simboli matematici
  • Difficoltà nella scrittura di simboli matematici
  • Difficoltà a svolgere operazioni matematiche
  • Difficoltà nel cogliere nessi e relazioni matematiche
Abilità di base particolarmente compromesse
  • Lentezza nel processo di simbolizzazione
  • Difficoltà percettivo-motorie
  • Difficoltà prassiche
  • Dominanza laterale non adeguatamente acquisita
  • Difficoltà di organizzazione e di integrazione spazio-temporale
  • Difficoltà di memorizzazione
  • Difficoltà di esecuzione di consegne in sequenza

FONTE: Istituto Centro Method