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“Valutare gli alunni con BES”. Guida Gratuita!

“Valutare gli alunni con BES”. Guida Gratuita!


Segnaliamo il contributo di Silvia Tabarelli e Francesco Pisanu dal titolo “Elementi generali di approfondimento sui BES nel contesto italiano” nella collana Quaderno di Ricerca della casa editrice Loescher .
Il contributo è scaricabile gratuitamente.
Ecco l’indice:
  • Che cosa sono i BES;
  • L’integrazione scolastica dei BES in Italia;
  • Alcune criticità del modello di integrazione italiano;
  • Dall’integrazione all’inclusione (non solo per i BES);
  • L’azione della scuola secondo la normale specialità
  • Appendice ;
  • Il disagio e le Sigle;
  • Scuola: il pianeta disagio;
  • Tecnologie e disabilità;
  • Competenze e valutazione.

 


Prove Invalsi al via dal prossimo 6 maggio per oltre 2 milioni di studenti. Un momento di verificache serve ad accertare i livelli di apprendimento e le competenze degli alunni in due ambiti fondamentali: Italiano (comprensione della lettura e grammatica) e Matematica.

prove invalsi 6 maggio 2014

Ogni anno le rilevazioni dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione (Invalsi) offrono a ciascuna scuola dati che possono essere utilizzati come strumento di riflessione e miglioramento, poiché forniscono il paragone con un campione rappresentativo a livello regionale e nazionale. Nel 2013, spiega il Miur, tutte le scuole hanno partecipato alla rilevazione e il 71% degli istituti ha utilizzato il Rapporto restituito a settembre dall’Invalsi con le analisi relative alle proprie classi. Un numero in costante crescita: le prove hanno superato, a quattro anni dalla loro introduzione a regime, gran parte delle iniziali diffidenze registrate nella comunità scolastica.

Le prove Invalsi coinvolgeranno quest’anno le classi seconde e quinte della scuola primaria, le terze della scuola media e il secondo anno della scuola superiore. Il calendario: 6 maggio 2014: prova di Italiano per la seconda e quinta primaria; 7 maggio 2014: prova di Matematica per la seconda e quinta primaria, 13 maggio 2014: prova di Italiano e Matematica per la seconda della secondaria di II grado; il 19 giugno 2014 è in programma la prova di Italiano e Matematica di terza media che fa parte dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo d’istruzione. Da quest’anno non verrà più svolta la prova di prima media.

Gli studenti interessati saranno oltre 2.285.000 (circa 568.000 in seconda primaria, circa 561.000 in quinta primaria, circa 594.000 nelle terze delle medie e circa 562.000 in seconda superiore). Le prove sono strutturate in modo differente in base al livello scolastico a cui si riferiscono, sono direttamente collegate con le Indicazioni Nazionali (i programmi di studio) e vanno da un minimo di 20-25 domande per materia per la seconda primaria a un massimo di circa 50 domande, sempre per materia, per la seconda superiore. Anche i tempi previsti per lo svolgimento variano in funzione del livello scolastico: per la II primaria gli alunni avranno a disposizione, sia per la prova di Italiano che di matematica 45 minuti mentre per la quinta e la terza media ci sono a disposizione 75 minuti.

Infine, per la seconda superiore gli studenti avranno a disposizione 90 minuti sia per la prova di Italiano che di quella di matematica. Come ogni anno, prosegue il Miur, è stato estratto un campione rappresentativo di classi in cui tutte le operazioni saranno curate da un osservatore esterno. Unprimo rapporto sugli esiti delle prove, basato sui dati campionari, sarà disponibile già il prossimo 10 luglio. Mentre a settembre le scuole avranno a disposizione i dati relativi alle loro classi. La quota di istituti che ha utilizzato questi dati nel 2013 è stata pari al 71%. Erano il 51% nel 2012 e il 42% nel 2011.

Grazie al collegamento degli esiti dell’Invalsi con l’Anagrafe dello Studente dal prossimo anno scolastico sarà possibile fornire i risultati della prova di quinta primaria anche alla scuola media che gli allievi frequenteranno da settembre. Pochi giorni dopo lo svolgimento delle prove sul sito dell’Invalsi (www.invalsi.it) sarà messa a disposizione di insegnanti, alunni, genitori e cittadini unaguida che illustrerà come ciascuna domanda a cui gli studenti hanno risposto sia direttamente collegata alle Indicazioni nazionali da poco aggiornate. Per garantire il massimo dell’inclusione, Invalsi e Miur hanno predisposto una nota che definisce le modalità di partecipazione degli allievi con bisogni educativi speciali. Per il futuro si sta lavorando alla somministrazione informatica delle prove che potrebbe sbarcare nelle scuole già nel 2015 in forma sperimentale. Da oltre un anno, poi, l’Istituto sta sperimentando modelli alternativi di prove per il quinto anno della scuola superiore da proporre al Miur per la loro possibile introduzione. Si lavora anche all’ampliamento degli ambiti disciplinari oggetto di misurazione (lingua inglese, scienze naturali) e per rendere direttamente comparabili gli esiti nazionali delle rilevazioni con quelli delle ricerche internazionali (Pisa, Timss, Pirls).

* Fonte – http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/03/test-invalsi-2014-al-via-il-6-maggio-per-2-milioni-di-studenti/972087/



nota bes invalsiLa nota si riferisce solo alle prove Invalsi delle classi II e V primaria e classe II scuola secondaria II grado. Le prove non sono finalizzate alla valutazione individuale degli alunni, ma al monitoraggio dei livelli di apprendimento conseguiti dal sistema scolastico.

Qualunque sia la tipologia di bisogno educativo speciale, essa andrà segnalata sulla maschera elettronica.

La segnalazione del bisogno educativo speciale consentirà di considerare i risultati degli alunni interessati nel rispetto della massima inclusione, e al contempo permetterà alle scuole di disporre di dati informativi e articolati.

Le scuole interessate potranno richiedere all’Invalsi l’invio dei risultati individuali degli allievi con bisogni educativi speciali, solo se i predetti allievi hanno sostenuto le prove formulate dall’Invalsi e non quelle eventualmente personalizzate dalla scuola.

Nei livelli scolastici in cui le prove Invalsi si svolgono in un solo giorno è possibile prevedere per gli allievi con bisogni educativi speciali una scansione temporale differente.

Per le scuole che ne facciano richiesta all’atto della registrazione, l’Invalsi mette a disposizione anche per questo anno scolastico le prove in formato audio per l’ascolto individuale in cuffia delle prove lette da un donatore di voce.

La nota


 Valutare la qualità dell’integrazione

La necessità di una valutazione della qualità dell’integrazione nella scuola italiana è stata
riconosciuta da molti e a diversi livelli: la risposta che il nostro paese, con modalità originali e
coraggiose, ha saputo dare al dettato costituzionale è stata davvero efficace ed efficiente? In cosa
può essere migliorata, dopo più di quarant’anni dal riconoscimento del diritto all’istruzione nella
scuola di tutti per le persone con disabilità?

Nell’attesa di un sistema di valutazione nazionale che indaghi sulla questione a livello strutturale, il
Gruppo Regionale di Ricerca dell’USR Lombardia, composto da docenti, dirigenti e ricercatori, ha
elaborato QUADIS, una proposta per l’autoanalisi/autovalutazione d’istituto sulla qualità
dell’integrazione delle alunne e degli alunni con disabilità.

Fonte – http://www.quadis.it/


Mantova, 10-17-26 novembre 2010 – Presentazione a cura di dott.ssa Lucia Cacciò e dott.ssa Monica Maran

Parametri statistici Indica quanto la prestazione del bambino si discosta rispetto alla media di riferimento per la sua età cronologicada 0 a 1 sotto la media = normada 1 a 2 sotto la media = ai limiti inferiori, richiede attenzioneoltre le 2 deviazioni standard sotto la media = deficit, richiede intervento

Percentili

Indicano la percentuale dei bambini che possiedono una prestazione inferiore e/o maggiore al bambino di riferimento.

percentile: il 99% dei bambini presentano prestazioni maggiori

50° percentile: la prestazione del bambino è nella norma

95° percentile: solo il 5% dei bambini presentano prestazioni maggiori

 

STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE

Efficienza intellettiva WISC- III
Lettura Brano(correttezza e rapidità) Nuove Prove di Lettura MT per la scuola elementareNuove Prove di Lettura MT per la Scuola Media Inferiore
Lettura parole e non parole (correttezza e rapidità) DDE-2
Batteria per la valutazione della Dislessia e della Disortografia Evolutiva – 2(prova 2 e 3 )
Lettura Brano (comprensione) Nuove Prove di Lettura MT per la scuola elementare eNuove Prove di Lettura MT per la Scuola Media Inferiore
Scrittura Batteria per la Valutazione della Scrittura e della Competenza ortografica(dettato ortografico)Batteria per la Valutazione della Scrittura e della Competenza ortografica eDDE-2 (prova 6 e 7)
Numero e Calcolo AC-MT Test di valutazione delle abilità di calcoloBDE- Batteria per la Discalculia Evolutiva

 

(altro…)


WISC-IV Wechsler Intelligence Scale for Children-IV è lo strumento clinico per eccellenza somministrato individualmente, per valutare le capacità cognitive dei bambini di età compresa tra i 6 anni e 0 mesi e i 16 anni e 11 mesi. (continua) .

La struttura della scala è stata aggiornata per riflettere la teoria e la pratica della valutazione dei bambini, che implica un’attenzione crescente alla memoria di lavoro e alla velocità di elaborazione. Con la WISC-IV si possono calcolare 5 punteggi compositi: un quoziente intellettivo totale (QIT) per rappresentare le capacità cognitive complesse del bambino, e 4 punteggi aggiuntivi: l’indice di Comprensione verbale (ICV), l’Indice di Ragionamento percettivo (IPR), l’Indice di Memoria di lavoro (IML), l’Indice di Velocità di elaborazione (IVE).

WISC-III E WISC-IV A CONFRONTO

Integrando l’attuale ricerca sullo sviluppo cognitivo, la valutazione intellettiva e le elaborazioni cognitive implicate nel processo di revisione, la WISC-IV diventa uno strumento unico, distinto dalla WISC-III che lo ha preceduto. Di fatto essa rappresenta la più importante revisione mai effettuata di una scala Wechsler, con profondi cambiamenti, anche di tipo strutturale.

Queste le principali modifiche:

•eliminazione dei subtest di Riordinamento di Storie figurate, Ricostruzione di Oggetti e Labirinti (per ridurre il rilievo attribuito al tempo)

•introduzione di 5 nuovi subtest: Ragionamento con Parole, Ragionamento con Matrici, Concetti per Immagini, Riordinamento di Lettere e Numeri e Cancellazione

•sostituzione degli item obsoleti e miglioramento degli estremi superiori e inferiori (effetti “soffitto” e “pavimento”)

•passaggi dei subtest Ragionamento aritmetico e Informazione allo status di supplementari •maggiore adeguatezza al livello evolutivo (istruzioni modificate; item di dimostrazione, di esempio e/o addestramento per ciascun subtest)

•aggiornamento delle norme •abbandono di QIV e del QIP

•introduzione di diversi punteggi di processo per accrescere l’utilità clinica

IL MODELLO CHC

La WISC-IV si è evoluta in relazione al cambiamento dei modelli teorici, in particolare con l’avvento della Cattel-Horn Carrol Theory of Cognitive Abilities (CHC) che prevede la distinzione delle abilità cognitive in ampie e ristrette. Il passaggio dalla concezione dell’intelligenza come passaggio g a quella di un insieme di abilità molteplici ha modificato l’importanza attribuita al QIT, aumentando il numero dei punteggi composti da calcolare e accrescendone la specificità. Il clinico può impiegare i risultati di cluster dei subtest della WISC-IV per una valutazione CHC che permette di misurare le seguenti abilità ampie: Elaborazione visiva (Gv), Intelligenza cristallizzata (Gc), Ragionamento fluido (Gf), Memoria a breve termine (Gsm) e Velocità di elaborazione (Gs).

I SUBTEST

La WISC-IV è composta da 15 subtest: 10 principali e 5 supplementari. •Disegno dei cubi (principale): offre una misura dell’abilità di analizzare e sintetizzare stimoli visivi astratti cogliendone le relazioni spaziali. •Somiglianze (principale): dà una stima del ragionamento verbale e del livello di formazione dei concetti, coinvolgendo anche lo sviluppo del linguaggio, la conoscenza lessicale, la comprensione uditiva, la memoria e la capacità di discriminare tra caratteristiche essenziali e non essenziali. •Memoria di cifre (principale; suddiviso in diretta e inversa): offre una misura della memoria uditiva a breve termine, della memoria di lavoro e delle capacità di attenzione e concentrazione. •Concetti per immagini (principale): misura il ragionamento categoriale di tipo astratto, il ragionamento induttivo e l’informazione generale. •Cifrario (principale): dà una misura della velocità di elaborazione, della memoria a breve termine, della capacità di apprendimento, della percezione visiva, della coordinazione visuo-motoria, dell’abilità di scansione visiva, della flessibilità cognitiva, della capacità di attenzione e motivazione •Vocabolario (principale): misura la conoscenza lessicale e la formazione dei concetti verbali •Riordinamento di lettere e numeri (principale): valuta le abilità di manipolazione mentale, di attenzione, di memoria uditiva a breve termine e di rappresentazione visuo-spaziale •Ragionamento con matrici (principale): dà una stima dell’intelligenza fluida, in particolare del ragionamento induttivo e del ragionamento sequenziale generale •Comprensione (principale): valuta il ragionamento verbale, l’informazione generale, la capacità di concettualizzazione, la comprensione verbale e l’abilità di espressione verbale •Ricerca di simboli (principale): misura la velocità percettiva e di elaborazione, al memoria visiva a breve termine, la coordinazione visuo-motoria, la flessibilità cognitiva, la discriminazione visiva e la capacità di concentrazione •Completamento di figure (supplementare): misura la percezione e l’organizzazione visiva, la capacità di concentrazione e di identificazione visiva dei dettagli essenziali degli oggetti e l’informazione generale •Cancellazione (supplementare; suddiviso in casuale e strutturata): dà una stima della velocità percettiva, dell’attenzione selettiva di tipo visivo e della capacità di vigilanza •Informazione (supplementare): misura al capacità di acquisire, mantenere e recuperare informazioni di carattere generale, chiamando in causa l’intelligenza cristallizzata e la memoria a lungo termine •Ragionamento aritmetico (supplementare): offre una stima del ragionamento quantitativo e della capacità di attenzione e concentrazione •Ragionamento con le parole (supplementare): valuta le abilità di ragionamento generale e induttivo, di astrazione verbale, di conoscenza lessicale, di integrazione e sintesi di differenti tipi di informazione e di sviluppo di concetti alternativi

LA TARATURA ITALIANA

Il campione è formato da 2200 soggetti dai 6 ai 16 anni, 11 mesi e 30 giorni, suddivisi in 11 gruppi di età di un anno ciascuno. Lo studio psicometrico comprende le tavole di conversione dei punti grezzi in punti ponderati (suddivise in fasce di 4 mesi); le tavole di conversione delle somme di punti ponderati nel QI totale e nei 4 indici; le intercorrelazioni tra i subtest, tra subtest e scale, tra scale per ogni gruppo di età e per il campione totale; i coefficienti di attendibilità dei subtest, degli Indici e del QI per ogni gruppo di età e i valori medi sugli 11 gruppi di età; gli errori standard di misura di subtest, Indici, QI per ogni gruppo di età e i valori medi calcolati sugli 11 gruppi di età; analisi fattoriale dei 15 subtest per 4 gruppi di età e per il totale; analisi delle differenze significative e abnormi tra Indici e valori percentuali ottenuti dal campione di standardizzazione; analisi delle differenze significative e abnormi tra subtest e valori percentuali ottenuti dal campione di standardizzazione.

UTILIZZO Come strumento psicoeducativo, la WISC-IV può essere impiegata per ottenere una valutazione complessiva del funzionamento cognitivo generale. Può essere utilizzata anche come parte di una valutazione per identificare doti intellettuali, difficoltà di apprendimento e punti di forza e debolezza nella sfera cognitiva. I risultati possono servire come guida nella pianificazione del trattamento e nelle decisioni di collocamento in strutture cliniche ed educative e fornire preziose informazioni cliniche per la valutazione neuropsicologica e a scopi di ricerca.

Fonte  – www.giunti.it


I 7 punti fondamentali per una Didattica Inclusiva secondo Dario Ianes:

  • Equità nella lettura dei bisogni
  • Responsabilità pedagogico-didattica vs. delega biomedica
  • Corresponsabilizzazione degli insegnanti curricolari vs. delega al sostegno
  • Adattamento,flessibilità,personalizzazione
  • Coinvolgimento forte dell’istituzione scolastica
  • Rilevazione,monitoraggio e valutazione inclusività
  • Intelligenza territoriale CTS (Centri di Supporto Territoriale)

 


Mi piace quello che leggo….

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La redattrice del blog Speculum Maius mi ha ricordato come “…non si  capisce come mai il problema della didattica inclusiva venga presentato come “nuovo”, a dispetto delle leggi e dei documenti ministeriali (uno fra tutti le Linee guida per l’integrazione del 2009) in cui, ad esempio, possiamo leggere

“La progettazione degli interventi da adottare riguarda tutti gli insegnanti perché l’intera comunità scolastica è chiamata ad organizzare i curricoli in funzione dei diversi stili o delle diverse attitudini cognitive, a gestire in modo alternativo le attività d’aula, a favorire e potenziare gli apprendimenti e ad adottare i materiali e le strategie didattiche in relazione ai bisogni degli alunni“.

[Linee guida sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, 2009, p.17]

 

…Un “grazie” è veramente dovuto!

 


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La discalculia è un DISTURBO SPECIFICO del calcolo che compare in età evolutiva. La caratteristica di questo disturbo è una capacità del calcolo che è al di sotto di quanto previsto in base all’età cronologica del bambino e a un’istruzione adeguata; non è imputabile a una lesione organica o ad un apprendimento insufficiente per motivi psicologici, pedagogici o sociali.

Nei bambini con rilevanti disturbi di calcolo sono presenti deficit nel concetto di numero, nelle abilità logico-operatorie, nelle abilità del calcolo e nel ragionamento aritmetico.

 COME PROCEDE IL BAMBINO QUANDO FA I CALCOLI?

Le competenze/incompetenze sottese alle prove di calcolo sono le componenti di comprensione e di produzione del sistema dei numeri.

Il sistema di comprensione e il sistema di produzione sono dissociati a livello neuropsicologico.

Il sistema di comprensione permette di leggere i numeri in codice arabico (es. “3”) o grafemico (es. “tre”), e di riconoscere i numeri in codici uditi a voce; trasforma i numeri (uditi o letti) in una rappresentazione astratta di quantità.

Il sistema di produzione fornisce le risposte numeriche. Questo meccanismo permette di scrivere i numeri in codice arabico o grafemico e di produrre oralmente i numeri in codice fonologico.

Il sistema del calcolo assume la rappresentazione di quantità come input, la “manipola” attraverso il funzionamento di tre componenti: i segni delle operazioni, i “fatti numerici” o operazioni di base (Es.: 5×5; 10+10; ecc.), e le procedure del calcolo.

 SISTEMA DEL CALCOLO

 INPUT  ->  SISTEMA DI COMPRENSIONE    DEI NUMERI       ->  SISTEMA DI PRODUZIONE DEI NUMERI  -> OUTPUT            

I tre sistemi funzionano in base a:

• Meccanismi Semantici (regolano la comprensione della quantità) (3= o o o ).
• Meccanismi Lessicali (regolano il nome del numero) (1-11). Nella codifica verbale di un numero, ciascuna cifra, a seconda della sua posizione, assume un “nome” diverso. I meccanismi lessicali hanno il compito di selezionare adeguatamente i nomi delle cifre per riconoscere quello del numero intero.
• Meccanismi Sintattici (Grammatica Interna relativa al valore posizionale delle cifre). Ogni cifra nel comporre un numero (ad esempio le cifre 2, 7, e 4 nel comporre duecentosettantaquattro) è caratterizzata da una relazione posizionale particolare con le altre cifre costituenti il numero.
Esempio:

da      u         la posizione cambia nome e semante.
1       2
2       1

  •  COME PROCEDE IL BAMBINO DISCALCULICO O CON DIFFICOLTA’ DI CALCOLO?

Poiché il sistema del calcolo è interdipendente rispetto a quello di comprensione e a quello di produzione dei numeri, i possibili errori devono essere analizzati con attenzione in tutti e tre i sistemi, individuando il peso delle difficoltà lessicali, sintattiche e semantiche.

Errori nei sistemi di comprensione e di produzione.

Errori a base lessicale: errori che riguardano la produzione o la comprensione delle singole cifre. Esempio: 4 al posto di 7 (leggo, o mi rappresento mentalmente, scrivo o dico ad alta voce “quattro” invece di “sette”); 15 al posto di 13; 32 al posto di 31, ecc.
Errori a base sintattica: costituiscono gli errori più frequenti che i bambini commettono, sia nella comprensione sia nella produzione dei numeri. Il bambino è in grado di codificare le singole cifre ma non riesce a stabilire i rapporti tra loro in una struttura sintattica corretta. Questo tipo di errori sembra nascondere un apprendimento carente o non consolidato.
In genere, si tratta di errori di transcodificazione tra i diversi codici arabico-verbale e viceversa. Anche se un bambino sa contare oralmente e per iscritto in uno dei due codici e ha consolidato il significato di ciascun numero, può avere difficoltà nella transcodificazione, vale a dire, nel passaggio dallo stimolo uditivo o scritto nella modalità fonologica a quello scritto nella modalità arabica, o viceversa,  a seconda di quale codice è meglio appreso.
Esempi di errori dovuti al mancato riconoscimento del valore posizionale:
“trecentonovantacinque” -> 310095
“seicentocinquantadue”   -> 6100502
“cinquemilaottocentoquarantasei” -> 500080046
Un esempio di errore a base sintattica è rappresentato dallo ZERO. La parola “zero” non viene mai pronunciata (produzione in codice verbale), a meno che non si debba fare riferimento alla quantità assoluta di “zero”. Mentre quando viene scritto, invece, lo “0” (produzione in codice arabico) è necessario e ha un valore posizionale pari a quello delle altre cifre (Es.: 102).

  •  Errori nel sistema del calcolo

 1. Errori nel recupero di fatti numerici. Il sistema dei numeri funziona in memoria come una vera e propria struttura a rete: la somma di due numeri coincide con la loro intersezione. Il bambino, per esempio, può non aver chiara la differenza tra addizione e moltiplicazione: 3 + 3 = 9; egli può immagazzinare in maniera errata i risultati di alcune operazioni (Es.: 3+3=9 oppure 5×2=7) e la loro memorizzazione si rafforza ogni volta che egli produce una determinata risposta per l’operazione data. Nelle ripetizioni successive dell’operazione, il bambino recupererà lo stesso risultato coerentemente con il tipo di immagazzinamento avvenuto, anche quando c’è un’associazione errata tra l’operazione e il risultato scorretto.

2. Errori nel mantenimento e nel recupero di procedure e strategie. La difficoltà nei calcoli orali, così come nei calcoli scritti, può essere imputabile a un sovraccarico di informazioni nella memoria del bambino, che non applica procedure di conteggio facilitanti. Il bambino che deve svolgere, per esempio, l’addizione “2+8”, pur avendo appreso la regola facilitante di partire dall’addendo più grande per poi aggiungere quello più piccolo, si aiuta ancora con procedure immature. Se le regole di facilitazione non vengono utilizzate con padronanza, il sistema di memoria può, quindi, iniziare a sovraccaricarsi di informazioni, con un notevole dispendio di energie cognitive e, nel caso di compiti complessi, con un vero e proprio decadimento mnestico.

3. Difficoltà visuospaziali. Se un bambino ha difficoltà ad acquisire i concetti “da destra a sinistra”, “dal basso verso l’alto”, ecc., presumibilmente incontrerà, all’interno di un’operazione aritmetica, maggiori difficoltà nell’incolonnamento dei numeri e nel seguire la direzione procedurale in senso sia orizzontale sia verticale.

4. Errori nell’applicazione delle procedure:
• Il bambino non sa cosa deve fare inizialmente, quando si trova di fronte ad una delle quattro operazioni (incolonnamento o meno, posizione dei numeri, del segno operatorio e altri segni grafici come la riga separatoria, ecc.);
• Il bambino non sa come comportarsi quando deve svolgere quella specifica operazione (addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione);
• Il bambino non sa applicare le regole di prestito e riporto: se tali regole non sono apprese, un possibile errore può essere ad es., 84 – 67 = 20 perché 4-7=0 e 8-6=2;
• Nel passaggio ad una nuova operazione, il bambino persevera nel suo ragionamento precedente e applica procedure tipiche di un’operazione, ad un’altra.  (Ad es.: si comporta in maniera identica in una addizione e in una moltiplicazione).

  •  ALTRE CARATTERISTICHE DEL BAMBINO DISCALCULICO O CON DIFFICOLTA’ DI CALCOLO

Generalmente, il bambino discalculico o con difficoltà di calcolo, così come il bambino dislessico, ha un’intelligenza nella norma; le abilità cognitive come la memoria, la percezione, l’attenzione, la concentrazione, ecc. sono adeguate. Ciò che lo caratterizza è una bassa autostima. Le reazioni emotive del bambino quando sbaglia sono reazioni naturali agli errori: egli si sente incapace, umiliato, frustrato e demotivato in maniera più o meno intensa a seconda che si trovi a scuola, in famiglia, fra gli amici. In particolare, a differenza del bambino dislessico, il bambino discalculico si sente maggiormente inadeguato e meno “intelligente” rispetto agli altri coetanei, a causa delle false credenze che esistono quando si parla di matematica: “Chi è bravo in matematica è intelligente, specialmente se è un maschio!

  •  VALUTAZIONE E INTERVENTO

Al fine di programmare un intervento riabilitativo il più possibile individualizzato, specifico e calibrato su ogni bambino, è opportuno eseguire una valida valutazione clinica. La valutazione funzionale e qualitativa, attraverso prove specifiche e test standardizzati, serve a delineare un profilo neuropsicologico del bambino. Per quel che riguarda i bambini discalculici o con difficoltà di calcolo, esistono strumenti diagnostici che permettono di valutare le competenze delle principali componenti di elaborazione cognitiva del sistema dei numeri e del calcolo.

 Test di I°  livelloAC-MT (Cornoldi, Lucangeli, Bellina, 2002) – Fornisce uno screening di base.

 Test di II° livelloABCA (Lucangeli, Tressoldi, Fiore, 1988) 3°, 4° e 5° elementare. Fornisce un profilo di discalculia evolutiva.

 Queste prove individuano le difficoltà specifiche da trattare e offrono anche gli strumenti per la riabilitazione individualizzata del bambino. L’intervento deve essere graduale: dove sono richieste più regole per la soluzione di un compito complesso (ad esempio per eseguire correttamente un’addizione, bisogna saper mettere in colonna, bisogna conoscere la regola del riporto, e così via), è necessario scomporre questo compito in unità elementari (lavorare solo sull’incolonnamento, lavorare sulle procedure dell’addizione, e così via).

Ogni unità elementare può considerarsi, quindi, un’attività su cui esercitarsi fino alla sua acquisizione, prima di essere associata ad altre.

Oltre all’intervento puramente legato alle difficoltà di calcolo, è fondamentale lavorare con il bambino sulla sua autostima e sulla sua motivazione; attraverso un approccio metacognitivo, si fa riflettere il bambino sul fatto che egli ha delle difficoltà dovute ad un mal funzionamento di quelle parti del cervello che sottendono alle abilità matematiche e che il resto delle funzioni mentali generali non è compromesso: “L’intelligenza non c’entra niente con le tue difficoltà in matematica!
La riabilitazione deve essere attuata in stretta collaborazione con la scuola e con la famiglia.

  • DEFINIZIONE 

Compromissione significativa e persistente dell’abilità matematica:
– deficit nel concetto di numero;
– deficit nelle abilità logico-operatorie;
– deficit nelle abilità di calcolo;
– deficit nel ragionamento aritmetico.
Capacità intellettive nella norma e assenza di deficit sensoriali e di danno neurologico.

  • COMORBIDITA’

La discalculia è comunemente associata al disturbo della Letto-Scrittura.

  • EZIOPATOGENESI

Problema neuropsicologico consistente nell’alterazione dei processi cognitivi soggiacenti l’abilità matematica. All’interno di un’architettura modulare delle funzioni mentali, è presente un disordine delle componenti della funzione aritmetica.
Condizioni necessarie sufficienti per l’apprendimento dell’abilità matematica:
– strutture mentali di elaborazioni idonee (fattori neurofunzionali endogeni)
– input adeguati da parte dell’ambiente (fattori educativi, stile d’insegnamento, ecc.)

  • INSORGENZA

Età critica: tra i 4,5 e i 5,5 anni.
Si rilevano difficoltà in ambito matematico a scuola, quando il bambino rimane indietro rispetto ai compagni della sua età.
Sarebbe opportuno intervenire tempestivamente, già in 1° elementare, onde evitare un rafforzamento degli errori che mette in atto il bambino. Gli insegnanti o i genitori, a volte, si accorgono tardi del problema, anche perché il bambino applica una varietà di strategie sostitutive per ottenere una pseudo-soluzione alle sue difficoltà.

 Fonte – http://www.centronous.com/discalculia.php